Circa 45mila persone si sono riunite oggi presso il Peace Memorial Park di Hiroshima,
per partecipare alla commemorazione delle vittime della bomba atomica sganciata sulla
città il 6 agosto 1945 e seguita, tre giorni dopo, da un’altra sulla città di Nagasaki.
La celebrazione si è svolta nel parco realizzato al centro della città rasa al suolo
63 anni fa alla presenza del primo ministro Yasuo Fukuda, che sabato 9 parteciperà
ad analoga cerimonia a Nagasaki, del sindaco di Hiroshima, Tadatoshi Akiba, e di diplomatici
stranieri in rappresentanza di 55 Paesi esteri: un record per l’occasione. La cerimonia
è iniziata osservando un minuto di silenzio alle 8.15 precise, ora locale: lo stesso
orario in cui allora il bombardiere USA “Enola Gay” sganciò l’ordigno denominato “Little
Boy”. Il sindaco Akiba, nel suo discorso, ha ricordato le vittime dell’atomica, circa
250mila secondo i bilanci ufficiali (di cui 70-100mila morte sul colpo), ma le associazioni
ne rivendicano molte di più, e soprattutto i 300mila “hibakusha”, i sopravvissuti,
140mila dei quali, all’incirca, sono deceduti successivamente a causa dell’esposizione
alle radiazioni. Il primo cittadino, presidente onorario dell’associazione dei sindaci
per la pace, ha anche ribadito che l’anno scorso 170 Paesi hanno votato in favore
della risoluzione presentata all’ONU dal Giappone per l’abolizione delle armi nucleari,
contro la quale hanno votato soltanto tre Stati, tra cui gli USA, e ha detto di augurarsi
che il prossimo presidente statunitense si adoperi “per bandire definitivamente le
armi nucleari”. Anche il premier Fukuda è intervenuto, confermando che il Giappone
resterà in prima linea nella lotta per il disarmo nucleare. (R.B.)