L'arcivescovo Rowan Williams traccia le conclusioni della Conferenza di Lambeth
Con le conclusioni dell’arcivescovo di Canterbury Rowan Williams è terminata ieri
pomeriggio la Conferenza di Lambeth, l’incontro decennale di tutti i vescovi anglicani
del mondo. Quest’anno l’importante appuntamento ha visto la Comunione anglicana discutere
su due questioni cruciali: l’ordinazione episcopale di donne e omosessuali. Sui contenuti
dell’intervento dell’arcivescovo Williams Paolo Ondarza ha intervistato l’inviato
di Avvenire a Canterbury Andrea Galli:
R. – Williams
ha ribadito la sua soddisfazione per come sono andati i lavori di questa Conferenza
di Lambeth, la soddisfazione anche per l’evitato “scisma” che molti temevano alla
vigilia, e anche per le evitate contestazioni frontali, sia ai temi sia ai relatori
della Conferenza sia a Williams stesso. Quindi, da una parte un risultato positivo
e dall’altra parte, però, quello che molti sottolineano è il fatto che i veri problemi
sono stati – diciamo così – un po’ rimandati nel tempo. La struttura della Conferenza
di Lambeth sembrava disegnata apposta per evitare discussioni aperte sui temi caldi
o comunque risoluzioni definitive. Infatti, per la prima volta non ci sono state votazioni
e quindi non abbiamo dichiarazioni ufficiali, se non la sintesi dei dibattiti che
sono avvenuti nei lavori di gruppo. Quindi un po’ tutto viene rimandato nel tempo
e il problema è che i nodi in realtà restano intatti ...
D.
– Quindi, si è evitato lo scisma ma restano alcuni punti su cui si è divisi ...
R.
– Assolutamente! Ovviamente, quello più visibile, più eclatante è quello che riguarda
l’omosessualità ma anche questo, appunto, è un po’ la punta di un iceberg. In realtà,
le distanze tra varie province anglicane sono più ampie, vanno al di là di questo
singolo tema; riguardano proprio una visione anche dell’anglicanesimo in rapporto
con la sede di Canterbury, le questioni legate all’evangelizzazione ... Quindi direi
che l’omosessualità è il tema che ha monopolizzato anche l’attenzione dei media, ma
i problemi sono più ampi. Quella resta un po’ la spia e anche il tema più eclatante
e più visibile.
D. – E che dire in merito alla questione
cruciale, anche, dell’ordinazione episcopale delle donne ...
R.
– In realtà, questo è un tema molto sentito da noi cattolici e anche, ovviamente,
dagli "anglo-cattolici" che però restano una minoranza: non piccola, ma una minoranza
all’interno della Comunione anglicana. In realtà, l’ordinazione delle donne al sacerdozio
e anche al ministero episcopale sta diventando una posizione maggioritaria e la tendenza
che si percepisce è che diventerà anche una posizione comune della Comunione anglicana.
Quindi, ecco, l’ambiente che resta più deluso e frustrato da tutto ciò è la minoranza
"anglo-cattolica".