La Basilica di Santa Maria Maggiore rivive il “miracolo della neve”
Fervono i preparativi a Roma nella Vigilia della Dedicazione della Basilica di Santa
Maria Maggiore. Domani si terrà la Santa Messa Pontificale, alle 10.00, e i Secondi
Vespri della Solennità, alle 17.00, presieduti dal cardinale Bernard Francis Law,
arciprete della Basilica, seguiti dalla celebrazione eucaristica di chiusura, presieduta
alle 18.00 dall'arcivescovo Mauro Piacenza, segretario della Congregazione per il
Clero. Come ogni anno, Santa Maria Maggiore rivivrà il “miracolo delle neve”, che
evocherà l’apparizione mariana e la nevicata estiva sull’Esquilino del 358. Elena
Mandarano ha raccolto il commento del vescovo di Albano Laziale, mons. Marcello
Semeraro, che oggi celebra la Santa Messa dopo i solenni Primi Vespri pontificali
presieduti dal cardinale Law: R.
– Questa per Roma, ma non soltanto, per tutto l’Occidente, è una grande festa, perché
la Chiesa di Santa Maria Maggiore è la più antica tra le Chiese dedicate in Occidente
alla Madonna. Quindi, con il canto del vespro, in cui c’è anche il canto del Magnificat,
si inizia la grande festa che avrà il suo culmine domani 5 agosto, giorno appunto
della dedicazione di questa Basilica in onore della Madonna.
D.
– La Basilica fu voluta da Sisto III, in ricordo del Concilio di Efeso nel 431...
R.
– Un Concilio nel quale la Madonna fu acclamata come Madre di Dio, il titolo più alto,
la vocazione più alta della Vergine: essere la Madre del Figlio di Dio. Per questo
il Papa volle erigere sul colle dell’Esquilino una Basilica in onore della Madonna,
chiamata appunto per questa priorità, per questa singolarità, anche Santa Maria Maggiore.
D.
– Alla Basilica è legato anche il miracolo della neve...
R.
– C’è poi la bella tradizione che delimita diremmo i confini del tempio mariano, attraverso
un prodigio fatto di candore: nel caldo del mese di agosto una nevicata avrebbe in
qualche maniera indicato il luogo scelto. Maria è onorata dal popolo cristiano come
Colei che è bella, è la tutta bella, bianca più che la neve.
D.
– Una cascata di petali bianchi discenderà dal soffitto della Basilica, rievocando
la caduta della neve. E’ forte il simbolo...
R. –
Nella Chiesa e soprattutto nella vita della liturgia i simboli hanno un grande significato.
Il simbolo della neve è significativo per molte ragioni, anzitutto perché la neve
cade dal cielo, viene dall’alto, e indica il dono di Dio. La neve è poi anche candida
e quindi è segno di candore e richiama allora anche alla purità di Maria. Io vorrei
aggiungere un proverbio, che è noto tra la nostra gente, che dice semplicemente: “Sotto
la neve pane”. Maria è il tabernacolo vivente di Gesù, nel segno dell’Eucaristia,
e allora proprio celebrando l’Eucaristia nel segno del candore di Maria è anche sotto
la sua intercessione che nella Basilica e in tutte le chiese del mondo, della cattolicità,
si onorerà la Vergine Santa.