Benedetto XVI all'Angelus ricorda Papa Paolo VI, di cui tra tre giorni ricorrerà il
30.mo anniversario della morte. Il Santo Padre auspica anche che le prossime Olimpiadi
di Pechino siano un esempio di convivenza tra i popoli
All'Angelus Benedetto XVI ha ricordato la figura di Papa Paolo VI, di cui tra tre
giorni si commemora il 30.mo anniversario della morte. Il Santo Padre, dopo l'Angelus
ha anche espresso l'auspicio che le Olimpiadi di Pechino, offrano alla comunita internazionale
un valido esemio di convivenza tra persone delle più diverse provenienze. Ecco di
seguito il testo dell'Angelus:
Cari fratelli e sorelle, ho la
gioia quest’oggi di incontrarvi, per il tradizionale appuntamento della preghiera
mariana dell’Angelus, qui a Bressanone. Grazie per la vostra presenza. Desidero in
primo luogo salutare il caro Mons. Egger, Vescovo di questa Diocesi di Bolzano-Bressanone.
Lo ringrazio cordialmente per la squisita ospitalità, ed estendo l’espressione della
mia riconoscenza alle Autorità, alle Forze dell’ordine e a quanti in vario modo sono
impegnati per assicurarmi un soggiorno sicuro e sereno in questa città e in questa
terra, a cui sono particolarmente legato e affezionato. Vorrei che il mio saluto giungesse
proprio a tutti, ad ogni famiglia, con una benedizione speciale per i bambini, per
i malati, per quanti versano in situazioni difficili. Ricordo ognuno di voi nella
quotidiana Celebrazione eucaristica, e so che anche voi mi accompagnate con la vostra
preghiera. Di tutto, grazie di cuore! Ora, cari amici, vi invito a fare
insieme con me memoria devota e filiale del Servo di Dio, il Papa Paolo VI, di cui,
fra tre giorni, commemoreremo il 30° anniversario della morte. Era infatti la sera
del 6 agosto 1978 quando egli rese lo spirito a Dio; la sera della festa della Trasfigurazione
di Gesù, mistero di luce divina che sempre esercitò un fascino singolare sul suo animo.
Quale supremo Pastore della Chiesa, Paolo VI guidò il popolo di Dio alla contemplazione
del volto di Cristo, Redentore dell’uomo e Signore della storia. E proprio l’amorevole
orientamento della mente e del cuore verso Cristo fu uno dei cardini del Concilio
Vaticano II, un atteggiamento fondamentale che il venerato mio predecessore Giovanni
Paolo II ereditò e rilanciò nel grande Giubileo del 2000. Al centro di tutto, sempre
e solo Cristo: al centro delle Sacre Scritture e della Tradizione, nel cuore della
Chiesa, del mondo e dell’intero universo. La Divina Provvidenza chiamò Giovanni Battista
Montini dalla Cattedra di Milano a quella di Roma nel momento più delicato del Concilio
– quando l’intuizione del beato Giovanni XXIII rischiava di non prendere forma. Come
non ringraziare il Signore per la sua feconda e coraggiosa azione pastorale? Man mano
che il nostro sguardo sul passato si fa più largo e consapevole, appare sempre più
grande, quasi sovrumano, il merito di Paolo VI nel presiedere l’Assise conciliare,
nel condurla felicemente a termine e nel governare la movimentata fase del post-Concilio.
Potremmo veramente dire, con l’apostolo Paolo, che la grazia di Dio in lui “non è
stata vana” (cfr 1 Cor 15,10): ha valorizzato le sue spiccate doti di intelligenza
e il suo amore appassionato alla Chiesa ed all’uomo. Mentre rendiamo grazie a Dio
per il dono di questo grande Papa, ci impegniamo a far tesoro dei suoi insegnamenti.
Nel discorso conclusivo della terza sessione del
Concilio Vaticano II, Paolo VI volle tributare speciale onore alla Vergine Maria proclamandola
“Madre della Chiesa” (cfr Insegnamenti, II [1964], 675), immagine e modello non solo
del cristiano ma, come insegnano i santi Padri, dell’intero Corpo mistico di Cristo.
Invochiamo la materna intercessione di Maria, perché ci ottenga di essere fedeli agli
insegnamenti e alla testimonianza di santità di questo indimenticabile Pontefice.
POST-
ANGELUS
Venerdì prossimo, 8 agosto, si apriranno
a Pechino i Giochi della XXIX Olimpiade. Sono lieto di indirizzare al Paese ospitante,
agli organizzatori e ai partecipanti, in primo luogo agli atleti, il mio cordiale
saluto, con l’augurio che ciascuno possa dare il meglio di sé, nel genuino spirito
olimpico. Seguo con profonda simpatia questo grande incontro sportivo - il più importante
ed atteso a livello mondiale - ed auspico vivamente che esso offra alla comunità internazionale
un valido esempio di convivenza tra persone delle più diverse provenienze, nel rispetto
della comune dignità. Possa ancora una volta lo sport essere pegno di fraternità e
di pace tra i popoli!
Saluto con affetto tutti voi
qui presenti e l’intera comunità di Bressanone; saluto i gruppi giovanili e le famiglie,
benedico i bambini e gli anziani. Grazie ancora della vostra squisita accoglienza
e arrivederci!