2008-08-03 12:24:08

Benedetto XVI all'Angelus ricorda Papa Paolo VI, di cui tra tre giorni ricorrerà il 30.mo anniversario della morte. Il Santo Padre auspica anche che le prossime Olimpiadi di Pechino siano un esempio di convivenza tra i popoli


All'Angelus Benedetto XVI ha ricordato la figura di Papa Paolo VI, di cui tra tre giorni si commemora il 30.mo anniversario della morte. Il Santo Padre, dopo l'Angelus ha anche espresso l'auspicio che le Olimpiadi di Pechino, offrano alla comunita internazionale un valido esemio di convivenza tra persone delle più diverse provenienze. Ecco di seguito il testo dell'Angelus:

Cari fratelli e sorelle,
ho la gioia quest’oggi di incontrarvi, per il tradizionale appuntamento della preghiera mariana dell’Angelus, qui a Bressanone. Grazie per la vostra presenza. Desidero in primo luogo salutare il caro Mons. Egger, Vescovo di questa Diocesi di Bolzano-Bressanone. Lo ringrazio cordialmente per la squisita ospitalità, ed estendo l’espressione della mia riconoscenza alle Autorità, alle Forze dell’ordine e a quanti in vario modo sono impegnati per assicurarmi un soggiorno sicuro e sereno in questa città e in questa terra, a cui sono particolarmente legato e affezionato. Vorrei che il mio saluto giungesse proprio a tutti, ad ogni famiglia, con una benedizione speciale per i bambini, per i malati, per quanti versano in situazioni difficili. Ricordo ognuno di voi nella quotidiana Celebrazione eucaristica, e so che anche voi mi accompagnate con la vostra preghiera. Di tutto, grazie di cuore!
Ora, cari amici, vi invito a fare insieme con me memoria devota e filiale del Servo di Dio, il Papa Paolo VI, di cui, fra tre giorni, commemoreremo il 30° anniversario della morte. Era infatti la sera del 6 agosto 1978 quando egli rese lo spirito a Dio; la sera della festa della Trasfigurazione di Gesù, mistero di luce divina che sempre esercitò un fascino singolare sul suo animo. Quale supremo Pastore della Chiesa, Paolo VI guidò il popolo di Dio alla contemplazione del volto di Cristo, Redentore dell’uomo e Signore della storia. E proprio l’amorevole orientamento della mente e del cuore verso Cristo fu uno dei cardini del Concilio Vaticano II, un atteggiamento fondamentale che il venerato mio predecessore Giovanni Paolo II ereditò e rilanciò nel grande Giubileo del 2000. Al centro di tutto, sempre e solo Cristo: al centro delle Sacre Scritture e della Tradizione, nel cuore della Chiesa, del mondo e dell’intero universo. La Divina Provvidenza chiamò Giovanni Battista Montini dalla Cattedra di Milano a quella di Roma nel momento più delicato del Concilio – quando l’intuizione del beato Giovanni XXIII rischiava di non prendere forma. Come non ringraziare il Signore per la sua feconda e coraggiosa azione pastorale? Man mano che il nostro sguardo sul passato si fa più largo e consapevole, appare sempre più grande, quasi sovrumano, il merito di Paolo VI nel presiedere l’Assise conciliare, nel condurla felicemente a termine e nel governare la movimentata fase del post-Concilio. Potremmo veramente dire, con l’apostolo Paolo, che la grazia di Dio in lui “non è stata vana” (cfr 1 Cor 15,10): ha valorizzato le sue spiccate doti di intelligenza e il suo amore appassionato alla Chiesa ed all’uomo. Mentre rendiamo grazie a Dio per il dono di questo grande Papa, ci impegniamo a far tesoro dei suoi insegnamenti.

 
Nel discorso conclusivo della terza sessione del Concilio Vaticano II, Paolo VI volle tributare speciale onore alla Vergine Maria proclamandola “Madre della Chiesa” (cfr Insegnamenti, II [1964], 675), immagine e modello non solo del cristiano ma, come insegnano i santi Padri, dell’intero Corpo mistico di Cristo. Invochiamo la materna intercessione di Maria, perché ci ottenga di essere fedeli agli insegnamenti e alla testimonianza di santità di questo indimenticabile Pontefice.

 

 
POST- ANGELUS

 
Venerdì prossimo, 8 agosto, si apriranno a Pechino i Giochi della XXIX Olimpiade. Sono lieto di indirizzare al Paese ospitante, agli organizzatori e ai partecipanti, in primo luogo agli atleti, il mio cordiale saluto, con l’augurio che ciascuno possa dare il meglio di sé, nel genuino spirito olimpico. Seguo con profonda simpatia questo grande incontro sportivo - il più importante ed atteso a livello mondiale - ed auspico vivamente che esso offra alla comunità internazionale un valido esempio di convivenza tra persone delle più diverse provenienze, nel rispetto della comune dignità. Possa ancora una volta lo sport essere pegno di fraternità e di pace tra i popoli!

 
Saluto con affetto tutti voi qui presenti e l’intera comunità di Bressanone; saluto i gruppi giovanili e le famiglie, benedico i bambini e gli anziani. Grazie ancora della vostra squisita accoglienza e arrivederci! 







All the contents on this site are copyrighted ©.