2008-08-02 14:12:44

Al via le celebrazioni per i 150 anni della morte di San Giovanni Maria Vianney, il “curato d’Ars”


Lunedì 4 agosto ricorre il 150esimo anniversario dalla morte di San Giovanni Maria Vianney, noto come “il curato d’Ars”, patrono in un primo momento dei sacerdoti francesi e poi di tutti i parroci. La cittadina dove ha svolto la sua missione per tutta la vita, Ars-sur-Formans, e dove oggi sorge un santuario, si prepara a festeggiarlo solennemente, in vista dell’apertura dell’anno giubilare in sua memoria, previsto dall’8 dicembre prossimo al primo novembre 2009. Come riportato dal quotidiano Avvenire, durante l’anno giubilare, recandosi presso il santuario, visitato ogni anno da circa 450mila pellegrini e dove nel 1986 andò anche Giovanni Paolo II, si potrà ottenere l’indulgenza plenaria. Già domani pomeriggio mons. Guy Bagnard, vescovo della diocesi di Belley-Ars, guiderà i Vespri, cui seguirà una veglia di preghiera e riconciliazione. Ma i festeggiamenti entreranno nel vivo nella giornata di lunedì che si aprirà con le Lodi e con la celebrazione dell’Eucaristia nella chiesa di Nostra Signora della Misericordia con la Messa officiata dall’arcivescovo di Parigi, cardinale André Vingt-Trois; nel pomeriggio una processione con le reliquie del cuore del Santo, i Vespri e un concerto spirituale in Basilica. Durante tutto il giorno la cappella della Provvidenza resterà aperta per l’adorazione del Santissimo. “Un modello missionario per tutti i cristiani, in particolar modo per i sacerdoti”, è il ricordo del curato d’Ars del cardinale Claudio Hummes, prefetto della Congregazione per il Clero che ha inviato un messaggio a tutti i sacerdoti francesi in vista dell’anniversario di San Giovanni Maria Vianney, in cui li esorta a riflettere sul proprio ministero: “La Chiesa sa che non può restare inerte e limitarsi ad accogliere ed evangelizzare coloro che la cercano, nelle sue chiese e comunità. È necessario alzarsi e andare laddove le persone e le famiglie risiedono, vivono e lavorano. A questa missione sono chiamati tutti i membri della comunità ecclesiale: pastori, religiosi e laici”. Il porporato ha sottolineato anche l’importanza del ruolo dei presbiteri: “Sono la grande forza propulsiva della vita quotidiana – ha scritto – quando i presbiteri si muovono la Chiesa si muove”. Amore della famiglia, ma anche le violenze della Rivoluzione francese hanno segnato l’infanzia del futuro curato d’Ars, che, nonostante l’opposizione della famiglia e grazie alla tenacia dell’abbé Charles Balley, parroco di Ecully, riuscì a essere ordinato sacerdote nel 1815, nonostante la sua difficoltà ad imparare il latino. Trascorse quasi per intero la sua missione ad Ars-sur-Formans, un borgo di trecento anime che inizialmente non era neppure parrocchia, dedicandosi all’evangelizzazione attraverso la celebrazione dell’Eucaristia, la predicazione, la preghiera, la vita di penitenza, la catechesi rivolta ad adulti e bambini, ma soprattutto con il sacramento della Confessione. Nonostante la restaurazione della chiesa e la fondazione di un orfanotrofio per la cura dei più poveri, si sentirà sempre “indegno” di fronte alla missione a cui il Signore lo aveva chiamato, sempre inadeguato. Morirà nel 1859 e sarà proclamato Santo da Pio XI nel 1925. (R.B.)RealAudioMP3







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