Karadzic al TPI: “Esisteva un accordo di impunità con gli USA”. Washington smentisce
E’ durata oltre un’ora la prima udienza del processo contro Radovan Karazic, l’ex
leader serbo bosniaco accusato dal Tribunale internazionale dell’Aja di genoicidio
e crimini contro l’umanità. Karadizc, che ha scelto di difendersi da solo, ha rivendicato
presso la Corte l’esistenza di un accordo accordo con Richard Holbrooke, plenipotenziario
americano dell'amministrazione Clinton per i Balcani negli anni '90, che gli avrebbe
garantito l'impunità in cambio del ritiro dalla vita pubblica. Un’eventualità decisamente
smentita da Holbrooke. Stefano Leszczynski ha chiesto ad Antonio Papisca,
docente di diritti umani, democrazia e pace all’Università di Padova se un accordo
di questo tipo sia ipotizzabile in ambito internazionale: R. – La storia
plurimillenaria delle relazioni internazionali è ampiamente pervasa di realpolitik
e quindi i “patti scellerati” fanno parte, appunto, della storia delle relazioni internazionali.
Però, ritengo molto improbabile che ci sia stato questo compromesso, questo “patto”
con Karadzic di cui si hanno prove molto evidenti dei crimini compiuti sul campo.
Chiaramente, fino a quando non ci sarà la sentenza c’è la presunzione di innocenza.
C’è da dire che, oggi come oggi, la realpolitik si deve confrontare con l’avvento
di un diritto internazionale che ha una forte base etica, per cui oggi fare “patti
scellerati” non è più una questione di offesa dell’etica universale: si tratta di
andare contro una evidente legalità internazionale! D. – Che
peso potrebbe avere un “patto scellerato”, se fosse stato stipulato in passato, di
fronte a una Corte penale? R. – Lei intende dire se potrebbe
essere un’attenuante? D. – Esattamente! R.
– No, assolutamente no! La Corte è tenuta ad applicare lo Statuto del Tribunale Internazionale
ed è tenuta ad applicare il Diritto internazionale vigente, che è il Diritto internazionale
dei Diritti umani sia internazionale-penale, sia internazionale-umanitario. Quindi,
assolutamente la Corte non deve e non può tener conto, non ci sono attenuanti! D.
– Karadzic tenterà, ovviamente, di utilizzare a proprio favore anche il Diritto internazionale
che comunque è molto garantista, proprio nel rispetto dei Diritti umani. Se si dovesse
dichiarare colpevole, ne trarrebbe qualche vantaggio? R. – Sì,
chiaro: la Corte non può non tenere conto di questo, ma la Corte deve applicare innanzitutto
il Codice che vale in questa occasione. Il Codice, teniamo presente, non prevede in
ogni caso la pena di morte.