Il principe giordano Ghazi esorta cristiani e musulmani alla cooperazione
Cristiani e musulmani devono cooperare affinché le reazioni scatenate dagli attentati
terroristici non sfocino in tensioni religiose che possono avere conseguenze anche
violente e tragiche: è il messaggio lanciato dal principe giordano Ghazi bin Muhammad
bin Talal ai partecipanti alla Conferenza ospitata dalla Divinity School della Yale
University, a New Haven, in Connecticut. Secondo il principe, uno dei 138 capi religiosi
musulmani che il 13 ottobre 2007 hanno firmato la Lettera aperta rivolta a Benedetto
XVI e ad altri leader cristiani, le tensioni religiose sono caratterizzate da vari
fattori. Tra questi, lo status di Gerusalemme, la politica estera statunitense, il
terrorismo ed il fondamentalismo. I 138 studiosi musulmani che hanno lanciato ai responsabili
cristiani l’appello al dialogo, noto come “Common Word”, lo hanno inteso come “una
stretta di mano mondiale di buona volontà e di amicizia” tra le due maggiori religioni
del mondo. Grazie a questo appello – sottolinea l’Osservatore Romano – è scaturita
una nuova ripresa delle consultazioni attorno ai temi religiosi culminata nella recente
Conferenza promossa a Madrid dal re saudita Abdallah. All’incontro hanno partecipato
cristiani, ebrei, induisti, buddisti e rappresentanti di altre fedi. (A.L.)