Il Papa invita a pregare perché cresca la consapevolezza che tutti i cristiani sono
chiamati ad essere santi e missionari
Benedetto XVI invita a pregare “perché sia promossa e alimentata la risposta di tutto
il popolo di Dio alla comune vocazione alla santità e alla missione, con un attento
discernimento dei carismi e un costante impegno di formazione spirituale e culturale”.
Queste parole del Papa sono contenute nell’intenzione missionaria promossa dall’apostolato
della preghiera per questo mese di agosto. Il servizio di Sergio Centofanti:
Il Papa esorta
la Chiesa a pregare perché cresca tra i fedeli la consapevolezza che tutti i battezzati
sono chiamati alla santità. “A volte – sottolinea il Pontefice - si pensa che la santità
sia una condizione di privilegio riservata a pochi eletti. In realtà – afferma - diventare
santo è il compito di ogni cristiano, anzi … di ogni uomo!”. Ma in che consiste la
santità? Ascoltiamo Benedetto XVI: “All’interrogativo si
può rispondere anzitutto in negativo: per essere santi non occorre compiere azioni
e opere straordinarie, né possedere carismi eccezionali. Viene poi la risposta in
positivo: è necessario semplicemente ‘servire’ Gesù, ascoltarlo e seguirlo senza perdersi
d’animo di fronte alle difficoltà (…) La santità esige uno sforzo costante, ma è possibile
a tutti perché, più che opera dell’uomo, è anzitutto dono di Dio”. (Omelia del 1°
novembre 2006) Dalla santità alla missione: anche
in questo caso ogni cristiano è missionario. Ma non c’è da dire solo che tutti i battezzati
hanno il dovere e il diritto di annunciare il Vangelo. Il Papa aggiunge una notazione
invitando a superare quelle forme ambigue di rispetto che alla fine si trasformano
in un silenzio della fede. Tutti, infatti, hanno il diritto di conoscere Cristo,
salvatore dell’umanità: “L’annuncio del Vangelo resta il
primo servizio che la Chiesa deve all’umanità, per offrire la salvezza di Cristo all’uomo
del nostro tempo, in tante forme umiliato e oppresso, e per orientare in senso cristiano
le trasformazioni culturali, sociali ed etiche che sono in atto nel mondo”. (Angelus
del 7 ottobre 2007) Le vie della santità e della
missione sono tante quante ne ispira lo Spirito. Sono i carismi, la cui autenticità
è garantita dalla loro disponibilità a sottomettersi al discernimento dell’autorità
ecclesiastica. I carismi – afferma il Papa – possono essere “scomodi” ma l’istituzione
deve fare attenzione a non spegnerli: “Chi è chiamato a un
servizio di discernimento e di guida non pretenda di spadroneggiare sui carismi, ma
piuttosto si guardi dal pericolo di soffocarli, resistendo alla tentazione di uniformare
ciò che lo Spirito Santo ha voluto multiforme per concorrere all’edificazione e alla
dilatazione dell’unico Corpo di Cristo, che lo stesso Spirito rende saldo nell’unità”.
(Discorso sui Movimenti ecclesiali, 17 maggio 2008) Infine
il Papa invita a pregare perché i cristiani, lungi dal ripiegarsi su stessi e da ogni
forma di pessimismo, coltivino un costante impegno di formazione spirituale e culturale.
Ecco l’esortazione del Papa alle religiose dell’Unione internazionali superiore generali: “Non
stancatevi di riservare ogni cura possibile alla formazione umana, culturale e spirituale
delle persone a voi affidate, perché siano in grado di rispondere alle odierne sfide
culturali e sociali. Siate le prime a dare l’esempio nel rifuggire le comodità, gli
agi, le convenienze per portare a compimento la vostra missione. Condividete le ricchezze
dei vostri carismi con quanti sono impegnati nell’unica missione della Chiesa che
è la costruzione del Regno”. (Discorso all’UISG, 7 maggio 2007)