2008-08-01 15:24:55

Gli USA: diminuite le vittime civili e militari in Iraq


Ancora una giornata di violenze in Iraq, dove 3 soldati di Baghdad sono morti per l’esplosione di un ordigno al passaggio della loro pattuglia a 30 chilometri da Kirkuk. Tuttavia, le statistiche, diffuse ieri dal Pentagono e da alcuni ministeri iracheni, confermano il trend di netto calo delle vittime sia civili che militari, che coincide con il varo della strategia di sicurezza del generale Petraeus. I particolari nel servizio di Marco Guerra:RealAudioMP3

I dodici soldati caduti a luglio rappresentato il miglior dato delle perdite statunitensi su base mensile dall’inizio delle operazioni in Iraq nel marzo del 2003. Ma la cifra appare ancora più significativa se viene vista nel trend di netto calo delle vittime che ha avuto inizio nel giugno del 2007, in concomitanza con la strategia di aumento delle truppe voluta dal generale Petraeus. Secondo i dati comunicati, ieri, da alcuni ministeri iracheni, sono in netto calo anche le vittime civili e anche in questo caso si osserva un trend costante. Ma come dimostra l’attentato di oggi a Kirkuk, che ha provocato la morte di tre soldati dell’esercito di Baghdad, quella irachena è lontana dall’essere una missione compiuta. I miliziani integralisti sono infatti ancora molto pericolosi, la Casa Bianca si è quindi limitata a parlare di “progresso” e a definire “incoraggiante” la situazione. Tuttavia, per molti analisti è più che una speranza il fatto che questi attentati possano essere gli ultimi colpi di coda di un Al Qaeda, emarginata dagli stessi leader sunniti all'interno del Paese. Il tutto in un delicato equilibrio politico che sta prendendo corpo tra le comunità sciite, sunnite e curde.

 
Afghanistan
Se in Iraq si registra un netto miglioramento della sicurezza, in Afghanistan nel 2008 gli attacchi da parte dei ribelli sono aumentati del 50% rispetto allo scorso anno. I civili uccisi potrebbero aver raggiunto il livello record di quota mille e, tra questi, figurano anche 19 operatori di organizzazioni non governative, più dell'intero 2007. A renderlo noto è l'Agenzia di coordinamento degli aiuti in Afghanistan, che raggruppa alcune ONG attive nel Paese.

Gaza
Resta alta la tensione a Gaza. I miliziani di Hamas, al potere da oltre un anno nella Striscia, hanno arrestato 15 leader locali di Fatah, il movimento vicino al presidente palestinese Abu Mazen. L'ondata di fermi è una ritorsione per gli analoghi arresti di militanti di Hamas decretata di recente proprio da Abu Mazen in Cisgiordania. Le tensioni tra i due gruppi si sono acuite dopo l'esplosione di una bomba che la scorsa settimana ha ucciso a Gaza 5 miliziani di Hamas e una bambina.

Processo Karadzic
E’ durata oltre un’ora la prima udienza del processo contro Radovan Karazic, l’ex leader serbo bosniaco accusato dal Tribunale internazionale dell’Aja di genoicidio e crimini contro l’umanità. Karadizc, che ha scelto di difendersi da solo, ha rivendicato presso la Corte l’esistenza di un accordo accordo con Richard Holbrooke, plenipotenziario americano dell'amministrazione Clinton per i Balcani negli anni '90, che gli avrebbe garantito l'impunità in cambio del ritiro dalla vita pubblica. Un’eventualità decisamente smentita da Holbrooke. Stefano Leszczynski ha chiesto ad Antonio Papisca, docente di diritti umani, democrazia e pace all’Università di Padova se un accordo di questo tipo sia ipotizzabile in ambito internazionale:RealAudioMP3

R. – La storia plurimillenaria delle relazioni internazionali è ampiamente pervasa di realpolitik e quindi i “patti scellerati” fanno parte, appunto, della storia delle relazioni internazionali. Però, ritengo molto improbabile che ci sia stato questo compromesso, questo “patto” con Karadzic di cui si hanno prove molto evidenti dei crimini compiuti sul campo. Chiaramente, fino a quando non ci sarà la sentenza c’è la presunzione di innocenza. C’è da dire che, oggi come oggi, la realpolitik si deve confrontare con l’avvento di un diritto internazionale che ha una forte base etica, per cui oggi fare “patti scellerati” non è più una questione di offesa dell’etica universale: si tratta di andare contro una evidente legalità internazionale!

 
D. – Che peso potrebbe avere un “patto scellerato”, se fosse stato stipulato in passato, di fronte a una Corte penale?

 
R. – Lei intende dire se potrebbe essere un’attenuante?

 
D. – Esattamente!

 
R. – No, assolutamente no! La Corte è tenuta ad applicare lo Statuto del Tribunale Internazionale ed è tenuta ad applicare il Diritto internazionale vigente, che è il Diritto internazionale dei Diritti umani sia internazionale-penale, sia internazionale-umanitario. Quindi, assolutamente la Corte non deve e non può tener conto, non ci sono attenuanti!

 
D. – Karadzic tenterà, ovviamente, di utilizzare a proprio favore anche il Diritto internazionale che comunque è molto garantista, proprio nel rispetto dei Diritti umani. Se si dovesse dichiarare colpevole, ne trarrebbe qualche vantaggio?

 
R. – Sì, chiaro: la Corte non può non tenere conto di questo, ma la Corte deve applicare innanzitutto il Codice che vale in questa occasione. Il Codice, teniamo presente, non prevede in ogni caso la pena di morte.

 
Sudan –Darfur
Mentre a Khartoum altri 22 ribelli sono stati condannati a morte per un eccidio commesso in maggio, il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite ha approvato il rinnovo del mandato della forza di pace ONU-Unione africana nella regione del Darfur. Quattordici membri hanno votato a favore della risoluzione britannica. Gli USA si sono astenuti. Washington ha espresso delle critiche per il linguaggio del testo redatto da Londra, in cui si allude alle speranze degli africani di una sospensione di qualsiasi accusa di genocidio del presidente sudanese, Omar al Bashir.

Turchia
15 corpi estratti senza vita, 27 feriti e almeno altre 8 persone ancora sotto le macerie. È il pesantissimo e provvisorio bilancio del crollo di un dormitorio di una scuola coranica femminile nel sud della Turchia, avvenuto per una fuga di gas. Sul luogo prosegue il lavoro dei soccorritori. "Pensiamo che il crollo sia stato causato dall'esplosione di una bombola di gas nell'edificio, date le ustioni delle persone ferite", ha detto il funzionario sanitario del Konya, Galip Sef, precisando che il crollo è avvenuto intorno alle 5 del mattino.

Giappone
L’esecutivo del primo ministro, Yasuo Fukuda, ha rassegnato le dimissioni per consentire il rimpasto della squadra di governo. La nuova compagine governativa sarà annunciata dallo stesso Fukuda questo pomeriggio in una conferenza stampa. Secondo le prime indiscrezioni: il fedelissimo del primo ministro, Masahiko Komura, rimane al Ministero degli esteri; al Ministero delle finanze arriva invece Bunmei Ibuki, che lascia la segreteria del partito Liberaldemocratico, quello del premier Fakuda.

Cina Olimpiadi A pochi giorni dall’inizio delle Olimpiadi, gli organizzatori di “Pechino 2008” hanno accettato di sbloccare completamente l'accesso ad Internet per i giornalisti stranieri venuti in Cina per seguire l'evento. Ieri, il direttore esecutivo del CIO per i Giochi, Gilbert Felli, aveva incontrato i dirigenti del comitato promotore delle Olimpiadi, il Bocog, per far loro presenti le difficoltà di accesso a certi siti da parte della stampa a causa della censura. Stamane, il CIO ha emesso un comunicato in cui ha sottolineato di “confidare che il Bocog mantenga le sue promesse” su un libero accesso a Internet. Intanto, il presidente cinese Hu Jintao ha chiesto alla stampa estera di "non politicizzare" l'evento e di tenere in considerazione “che popoli diversi abbiano percezioni diverse su alcuni problemi". Pur garantendo l’accesso a tutti i mezzi necessari per l'informazione, Hu Jintao ha detto di aspettarsi che i giornalisti stranieri “si adeguino alle leggi cinesi”. (Panoramica internazionale a cura Marco Guerra)

 
Bollettino del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LII no. 214

 
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