Gli USA: diminuite le vittime civili e militari in Iraq
Ancora una giornata di violenze in Iraq, dove 3 soldati di Baghdad sono morti per
l’esplosione di un ordigno al passaggio della loro pattuglia a 30 chilometri da Kirkuk.
Tuttavia, le statistiche, diffuse ieri dal Pentagono e da alcuni ministeri iracheni,
confermano il trend di netto calo delle vittime sia civili che militari, che coincide
con il varo della strategia di sicurezza del generale Petraeus. I particolari nel
servizio di Marco Guerra:
I dodici
soldati caduti a luglio rappresentato il miglior dato delle perdite statunitensi su
base mensile dall’inizio delle operazioni in Iraq nel marzo del 2003. Ma la cifra
appare ancora più significativa se viene vista nel trend di netto calo delle vittime
che ha avuto inizio nel giugno del 2007, in concomitanza con la strategia di aumento
delle truppe voluta dal generale Petraeus. Secondo i dati comunicati, ieri, da alcuni
ministeri iracheni, sono in netto calo anche le vittime civili e anche in questo caso
si osserva un trend costante. Ma come dimostra l’attentato di oggi a Kirkuk, che ha
provocato la morte di tre soldati dell’esercito di Baghdad, quella irachena è lontana
dall’essere una missione compiuta. I miliziani integralisti sono infatti ancora molto
pericolosi, la Casa Bianca si è quindi limitata a parlare di “progresso” e a definire
“incoraggiante” la situazione. Tuttavia, per molti analisti è più che una speranza
il fatto che questi attentati possano essere gli ultimi colpi di coda di un Al Qaeda,
emarginata dagli stessi leader sunniti all'interno del Paese. Il tutto in un delicato
equilibrio politico che sta prendendo corpo tra le comunità sciite, sunnite e curde.
Afghanistan Se
in Iraq si registra un netto miglioramento della sicurezza, in Afghanistan nel 2008
gli attacchi da parte dei ribelli sono aumentati del 50% rispetto allo scorso anno.
I civili uccisi potrebbero aver raggiunto il livello record di quota mille e, tra
questi, figurano anche 19 operatori di organizzazioni non governative, più dell'intero
2007. A renderlo noto è l'Agenzia di coordinamento degli aiuti in Afghanistan, che
raggruppa alcune ONG attive nel Paese.
Gaza Resta alta la tensione
a Gaza. I miliziani di Hamas, al potere da oltre un anno nella Striscia, hanno arrestato
15 leader locali di Fatah, il movimento vicino al presidente palestinese Abu Mazen.
L'ondata di fermi è una ritorsione per gli analoghi arresti di militanti di Hamas
decretata di recente proprio da Abu Mazen in Cisgiordania. Le tensioni tra i due gruppi
si sono acuite dopo l'esplosione di una bomba che la scorsa settimana ha ucciso a
Gaza 5 miliziani di Hamas e una bambina.
Processo Karadzic E’ durata
oltre un’ora la prima udienza del processo contro Radovan Karazic, l’ex leader serbo
bosniaco accusato dal Tribunale internazionale dell’Aja di genoicidio e crimini contro
l’umanità. Karadizc, che ha scelto di difendersi da solo, ha rivendicato presso la
Corte l’esistenza di un accordo accordo con Richard Holbrooke, plenipotenziario americano
dell'amministrazione Clinton per i Balcani negli anni '90, che gli avrebbe garantito
l'impunità in cambio del ritiro dalla vita pubblica. Un’eventualità decisamente smentita
da Holbrooke. Stefano Leszczynski ha chiesto ad Antonio Papisca, docente
di diritti umani, democrazia e pace all’Università di Padova se un accordo di questo
tipo sia ipotizzabile in ambito internazionale:
R. – La storia
plurimillenaria delle relazioni internazionali è ampiamente pervasa di realpolitik
e quindi i “patti scellerati” fanno parte, appunto, della storia delle relazioni internazionali.
Però, ritengo molto improbabile che ci sia stato questo compromesso, questo “patto”
con Karadzic di cui si hanno prove molto evidenti dei crimini compiuti sul campo.
Chiaramente, fino a quando non ci sarà la sentenza c’è la presunzione di innocenza.
C’è da dire che, oggi come oggi, la realpolitik si deve confrontare con l’avvento
di un diritto internazionale che ha una forte base etica, per cui oggi fare “patti
scellerati” non è più una questione di offesa dell’etica universale: si tratta di
andare contro una evidente legalità internazionale!
D.
– Che peso potrebbe avere un “patto scellerato”, se fosse stato stipulato in passato,
di fronte a una Corte penale?
R. – Lei intende dire
se potrebbe essere un’attenuante?
D. – Esattamente!
R.
– No, assolutamente no! La Corte è tenuta ad applicare lo Statuto del Tribunale Internazionale
ed è tenuta ad applicare il Diritto internazionale vigente, che è il Diritto internazionale
dei Diritti umani sia internazionale-penale, sia internazionale-umanitario. Quindi,
assolutamente la Corte non deve e non può tener conto, non ci sono attenuanti!
D.
– Karadzic tenterà, ovviamente, di utilizzare a proprio favore anche il Diritto internazionale
che comunque è molto garantista, proprio nel rispetto dei Diritti umani. Se si dovesse
dichiarare colpevole, ne trarrebbe qualche vantaggio?
R.
– Sì, chiaro: la Corte non può non tenere conto di questo, ma la Corte deve applicare
innanzitutto il Codice che vale in questa occasione. Il Codice, teniamo presente,
non prevede in ogni caso la pena di morte.
Sudan
–Darfur Mentre a Khartoum altri 22 ribelli sono stati condannati a morte per
un eccidio commesso in maggio, il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite ha approvato
il rinnovo del mandato della forza di pace ONU-Unione africana nella regione del Darfur.
Quattordici membri hanno votato a favore della risoluzione britannica. Gli USA si
sono astenuti. Washington ha espresso delle critiche per il linguaggio del testo redatto
da Londra, in cui si allude alle speranze degli africani di una sospensione di qualsiasi
accusa di genocidio del presidente sudanese, Omar al Bashir.
Turchia 15
corpi estratti senza vita, 27 feriti e almeno altre 8 persone ancora sotto le macerie.
È il pesantissimo e provvisorio bilancio del crollo di un dormitorio di una scuola
coranica femminile nel sud della Turchia, avvenuto per una fuga di gas. Sul luogo
prosegue il lavoro dei soccorritori. "Pensiamo che il crollo sia stato causato dall'esplosione
di una bombola di gas nell'edificio, date le ustioni delle persone ferite", ha detto
il funzionario sanitario del Konya, Galip Sef, precisando che il crollo è avvenuto
intorno alle 5 del mattino.
Giappone L’esecutivo del primo ministro,
Yasuo Fukuda, ha rassegnato le dimissioni per consentire il rimpasto della squadra
di governo. La nuova compagine governativa sarà annunciata dallo stesso Fukuda questo
pomeriggio in una conferenza stampa. Secondo le prime indiscrezioni: il fedelissimo
del primo ministro, Masahiko Komura, rimane al Ministero degli esteri; al Ministero
delle finanze arriva invece Bunmei Ibuki, che lascia la segreteria del partito Liberaldemocratico,
quello del premier Fakuda.
Cina Olimpiadi A pochi giorni dall’inizio
delle Olimpiadi, gli organizzatori di “Pechino 2008” hanno accettato di sbloccare
completamente l'accesso ad Internet per i giornalisti stranieri venuti in Cina per
seguire l'evento. Ieri, il direttore esecutivo del CIO per i Giochi, Gilbert Felli,
aveva incontrato i dirigenti del comitato promotore delle Olimpiadi, il Bocog, per
far loro presenti le difficoltà di accesso a certi siti da parte della stampa a causa
della censura. Stamane, il CIO ha emesso un comunicato in cui ha sottolineato di “confidare
che il Bocog mantenga le sue promesse” su un libero accesso a Internet. Intanto, il
presidente cinese Hu Jintao ha chiesto alla stampa estera di "non politicizzare" l'evento
e di tenere in considerazione “che popoli diversi abbiano percezioni diverse su alcuni
problemi". Pur garantendo l’accesso a tutti i mezzi necessari per l'informazione,
Hu Jintao ha detto di aspettarsi che i giornalisti stranieri “si adeguino alle leggi
cinesi”. (Panoramica internazionale a cura Marco Guerra)
Bollettino
del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LII no. 214 E'
possibile ricevere gratuitamente, via posta elettronica, l'edizione quotidiana del
Bollettino del Radiogiornale. La richiesta può essere effettuata sulla home page del
sito www.radiovaticana.org/italiano.