2008-07-31 14:07:04

Nel suo soggiorno a Bressanone, il Papa ci insegna a recuperare il significato autentico del riposo: la riflessione di Irene Argentiero, direttore del settimanale diocesano altoatesino “Il Segno”


Prosegue il periodo di riposo di Benedetto XVI a Bressanone, mentre cresce l’attesa tra i fedeli per il suo primo appuntamento pubblico, domenica all’Angelus. Si prevede un grande afflusso di fedeli nella cittadina altotesina, definita la “sua casa” nell’editoriale pubblicato su “Il Segno”, settimanale della diocesi di Bolzano-Bressanone. Al microfono di Benedetta Capelli, il direttore della rivista, Irene Argentiero, spiega perché ha scelto di intitolare il suo articolo “L’importanza del riposare”:RealAudioMP3  
R. – In questi giorni, Bressanone ha accolto Benedetto XVI con grande gioia e con grande entusiasmo. L’arrivo del Papa in città ha creato anche grande interesse e grande partecipazione da parte di chi vorrebbe sapere dove il Papa va a fare una passeggiata e cercare anche i particolari di questa sua vacanza. Una vacanza che è – come ha detto lo stesso Benedetto XVI – riposo, tempo da dedicare alla preghiera, allo studio e allo spirito. Credo che, ai giorni d’oggi, noi dovremmo recuperare il significato profondo di cosa significa riposare: per l’uomo moderno il tempo libero è tagliato sulla misura e sui ritmi di una quotidianità che è fin troppo frenetica.
 
D. – Silenzio e preghiera, infatti, normalità della vita quotidiana. Una semplicità che a volte, appunto, sembra spaventare…
 
R. – Una semplicità che sembra spaventare, ma che il Papa con l’esempio stesso della sua vita ci dà in questi giorni a Bressanone. Silenzio del Seminario, che – pur essendo nel centro della città di Bressanone – è un luogo dove il silenzio lo si può ritrovare e preghiera perchè il Seminario maggiore di Bressanone è il centro dove vengono formati i sacerdoti della nostra diocesi.
 
D. – Lei ha definito Benedetto XVI "un buon compagno di cammino"...
 
R. - Quando è stato eletto Papa, Benedetto XVI lo si è guardato con gli occhi di chi guardava al cardinale Ratzinger, prefetto della congregazione per la Dottrina della Fede. In questi anni ha invece mostrato e continua a mostrarci il suo volto paterno: il volto di un Papa che si fa compagna di strada di chi ha incontro. Quando lunedì il Papa è arrivato a Bressanone, io ero in piazza insieme ai pellegrini ed ho visto come con attenzione paterna si è fermato, ha stretto le mani, guardando in faccia le persone che aveva di fronte, ascoltando tutti e rispondendo a chi in italiano a chi in tedesco: dedicando a ciascuno attenzione. E questo come fa una persona che decide di percorrere un pezzo di strada con un amico, con un compagno di viaggio.
 
D. – Proprio per questo l’Angelus di domenica non è tanto da vivere come un evento, lei scrive…
 
R. – Esatto. Domenica prossima a Bressanone, in Piazza Duomo, ci saranno nove mila persone che arrivano per incontrare il Papa. Persone che arrivano non tanto per vivere l’evento di aver visto il Papa: molti di loro verranno a Bressanone per fare con il Papa un pezzo di strada. Il Papa, durante gli Angelus, ha sempre offerto una riflessione sul Vangelo che la Liturgia propone di settimana in settimana. I pellegrini, che saranno in Piazza Duomo, avranno la possibilità di vivere tutto questo, riuscendo a fare veramente un passo in avanti e compiere un pezzo di strada insieme al Papa sul cammino del cristiano. Il Vangelo di domenica prossima è anche molto significativo in questo senso.
D. – Infatti, la Liturgia di domenica potrebbe proprio risuonare nel modo in cui il Papa sta vivendo questa sua vacanza?
 
R. – Proprio così. Domenica prossima la pagina del Vangelo di Matteo ci racconta come Gesù sceglie di ritirarsi in disparte dopo aver appreso della morte di Giovanni Battista: “ma le folle – qui cito – avendolo saputo lo seguirono a piedi dalla città”. Gesù resta con la gente, non la allontana, ma al contrario provvede alle sue principali necessità. Sembra una pagina di Vangelo scritta apposta per quello che ci prepariamo a vivere domenica prossima qui in Alto Adige.







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