Musica classica di scena nelle chiese e nei monasteri dell'aquilano per la IX edizione
di "Pietre che cantano"
Si è aperta il 26 Luglio la IX edizione di “Pietre che cantano”, questo il titolo
del Festival internazionale di musica che anche quest’anno ha come cornice la montagna
aquilana. Oltre alla città dell’Aquila sono coinvolti i borghi della valle dell’Aterno
con le antiche chiese, i monasteri e i conventi solitari e silenziosi. Il filo rosso
per quest’anno è la musica di Ludwig van Beethoven, a cui sono state dedicate le prime
due serate con l’integrale dei concerti per pianoforte e orchestra. Il servizio è
di Silvia Mendicino:
“Pietre che
cantano” è un appuntamento con i grandi classici della musica colta, oltre Beethoven
anche Mozart, Schubert, Brahms, e la grande lirica italiana con Rossini, Donizetti
e Verdi. Tanti i musicisti coinvolti in quest’edizione. Tra gli altri il pianista
Michele Campanella, il violinista austriaco Rainer Honeck e il clarinettista Alessandro
Carbonare. Realtà fondamentale del Festival è l’Orchestra Sinfonica Abruzzese, diretta
quest’anno da Michele Campanella e Marcello Bufalini. Abbiamo raggiunto telefonicamente
il direttore artistico Luisa Prayer e le abbiamo chiesto qual
è il rapporto tra la musica di “Pietre che cantano” e i luoghi sacri della montagna
aquilana:
“Il Festival nasce proprio dalla disponibilità
di alcuni luoghi straordinari, particolarmente adatti alla musica sia per il decoro
della bellezza che evidentemente crea una cornice meravigliosa per qualsiasi avvenimento
artistico, sia per il silenzio in cui sono avvolti questi luoghi che si trovano in
zone molto isolate della montagna dell’Aquila e dintorni. Sono luoghi in cui non avviene
molto altrimenti e che noi ogni anno risvegliamo con questa nostra festa della musica
e riapriamo al pubblico”.