La Chiesa USA preoccupata: la marijuana è il primo prodotto agricolo del Paese
Non mais, né grano e tantomeno il cotone: il principale prodotto agricolo degli Stati
Uniti è la marijuana, la cui quantità coltivata in 25 anni è decuplicata: da mille
tonnellate nel 1981 a diecimila nel 2006. Il giro d’affari che ruota intorno a questa
pianta da cui si estrae una sostanza stupefacente, è pari a 35,8 miliardi di dollari
complessivi, tra quelle coltivate all’aperto e quelle negli spazi chiusi che, secondo
i dati riportati dall’agenzia Fides, conterrebbero una quantità di principio attivo
(THC) molto superiore alle altre. A preoccuparsi maggiormente per la crescita di questo
fenomeno è la Chiesa degli Usa, allarmata per la diffusione della droga e per le vittime
che questa miete: dagli incidenti stradali alle malattie mentali. Benedetto XVI, infatti,
nel corso del suo viaggio in Brasile dell’anno scorso, visitando la Fazenda da Esperança,
lanciò un appello agli spacciatori affinché riflettessero sul male che procuravano:
“Dio chiederà loro conto di ciò che hanno fatto”, aveva ammonito il Papa. La produzione
di marijuana è la prima in ben 12 Stati, fra le prime tre in 30, tra le prime in 39:
più estesa delle piantagioni di cotone in Alabama, del tabacco in South Carolina,
delle arachidi in Georgia e dei campi di uva e ortaggi della California. Ed è proprio
qui che la pianta ha attecchito meglio: lo Stato a confine con il Messico ne è il
principale produttore ed esportatore, con il 36,68% del totale degli Stati Uniti,
per il valore di circa un miliardo di dollari. Nella zona, i ‘coltivatori’ proteggono
i raccolti con guardie armate, trappole esplosive e cani addestrati. (R.B.)