I vescovi africani rilanciano l'evangelizzazione delle culture del continente per
rispondere alle sfide della secolarizzazione
L’evangelizzazione della cultura e l’inculturazione del Vangelo richiedono in Africa
“testimoni che siano profeti e santi”. E’ quanto scrive in un articolo pubblicato
dall’Osservatore Romano il segretario del Pontificio Consiglio della Cultura, padre
Bernard Ardura, commentando l’incontro tenutosi a Bagamoyo, in Tanzania, dal 23 al
26 luglio ed incentrato sul tema della nuova evangelizzazione nel contesto della globalizzazione.
Il servizio di Amedeo Lomonaco:
Dall’incontro,
promosso dal Pontificio Consiglio della Cultura, è emersa la priorità di promuovere
in Africa “una inculturazione sempre più approfondita ed effettiva”: la rottura tra
il Vangelo e le culture – si legge nell’articolo di padre Bernard Ardura - è messa
in luce dagli effetti congiunti di mondializzazione e secolarizzazione. La globalizzazione,
anche se “fonte di progresso e di apertura nei rapporti tra i popoli”, diffonde “controvalori
morali e culturali”. La secolarizzazione, che pretende di liberare l’uomo da Dio,
“crea un mondo senza Dio e alla fine contro l’uomo”. Per rispondere a queste minacce,
i vescovi che hanno partecipato all’incontro, hanno avanzato diverse proposte pastorali.
La Chiesa in Africa – scrive il segretario del Pontificio
Consiglio della Cultura – deve promuovere “l’intelligenza del mistero cristiano e
l’intelligenza delle culture” al fine di manifestare il volto del Dio dell’amore.
In base a quanto indicato dai presuli, occorre anche dedicare una particolare attenzione
alla formazione di sacerdoti, religiosi, religiose, catechisti, laici e teologi. Solo
così potrà essere assimilato “l’insegnamento della Chiesa” e si potrà testimoniare
il Vangelo “in un contesto culturale spesso estraneo alla fede cristiana”.
I
giovani – sottolinea padre Bernard Ardura – sono i primi destinatari della pastorale
della cultura, perché “oggi sono particolarmente indeboliti dallo sradicamento culturale
principalmente dovuto alle migrazioni che li privano del loro ambiente culturale naturale,
della trasmissione del loro patrimonio culturale e religioso”. I presuli responsabili
della pastorale della cultura e i delegati delle Conferenze episcopali dell’Africa
hanno quindi affermato che l’inculturazione interiorizzata con la fede - si legge
infine nell’articolo – è “l’unica in grado di condurre alla conversione e alla santità”.
E' l’unica in grado di “offrire al mondo il vero senso della vita e rivelargli la
bellezza dell’amicizia con Cristo”.