Filippine: uccisi quattro cristiani nell'isola di Mindanao
Un’esecuzione in pieno stile terroristico è quella avvenuta ieri a Mindanao, isola
dell'arcipelago filippino: un gruppo armato ha fermato un bus con a bordo 15 persone
nei pressi di Malabang, provincia di Lanao del Sur, ha derubato i passeggeri liberando
le donne e sequestrato cinque persone. Di queste, tutte di fede cristiana, quattro
sono state uccise a colpi di pistola nella foresta, la quinta risulta ancora dispersa.
Secondo fonti di polizia, riferite da AsiaNews, non è ancora chiaro se l’assassinio
sia da ricondurre a motivazioni di tipo confessionale né se gli autori siano islamici.
La zona, però, è una roccaforte del MILF, il Fronte islamico di liberazione “Moro”
con il quale sono in corso trattative: gli estremisti, infatti, vorrebbero la creazione
di uno Stato federale nell'isola di Mindanao, dove sono presenti regioni con forte
presenza musulmana. La Chiesa cattolica delle Filippine, attraverso la Conferenza
episcopale locale, ha invitato il governo centrale e il Fronte islamico a “continuare
a trattare”: “Chiediamo con forza la fine delle violenze – ha detto mons. Antonio
Ledesma, arcivescovo di Cagayan de Oro e capo della commissione episcopale per il
dialogo interreligioso – e la ripresa dei colloqui di pace”. I vescovi, inoltre, si
sono detti favorevoli all’intervento di una parte terza nel ruolo di mediatore, individuato
nello Stato della Malaysia. La situazione nella regione sta precipitando: il 24 luglio
scorso c’è stato un attentato a Davao del Sur, anch’esso attribuito alle truppe “Moro”;
sempre ieri, invece, 30 ribelli islamici hanno assaltato un avamposto militare a Dualing,
nel Cotabato del nord, uccidendo un civile e ferendo quattro persone. (R.B.)