2008-07-29 14:29:17

Preservare il valore della solidarietà verso i poveri: così, don Livio Corazza della Caritas italiana sui provvedimenti antiaccattonaggio


I controversi provvedimenti antiaccattonaggio adottati nei centri storici di alcune città italiane stanno suscitando vive polemiche. La “guerra all’elemosina” è stata attuata a Venezia, Cortina d’Ampezzo e Firenze e presto sarà adottata anche a Roma. Per alcuni, si tratta di norme volte a mettere fine al racket dell’accattonaggio; per molti altri, è solo una misura contro i poveri. Francesca Sabatinelli ha raccolto il commento di don Livio Corazza della Caritas italiana:RealAudioMP3

R. – E’ un segnale che è cresciuta la povertà e che i mendicanti sono aumentati nelle nostre città, nei nostri paesi. Questo è indiscutibile. E’ preoccupante perché è un segnale che si ripete. Inoltre, c’è il fastidio che sempre di più i poveri incontrano nella nostra società e questo può diventare un pretesto per chi, già in qualche modo, pensa che la solidarietà sia una perdita di tempo e che non ne valga la pena. Come Caritas ricordiamo costantemente che queste persone rischiano di essere vittime tre volte: vittime perché sono poveri, vittime perché sono sfruttate, pensiamo al racket, e vittime perché c’è anche il nostro fastidio.

 
D. - Don Livio, tutto questo dovrebbe far riflettere e riportare a una solidarietà responsabile. Cosa significa?

 
R. – Significa che la solidarietà per essere responsabile deve essere organizzata. Un livello è personale, individuale, e noi come cristiani sappiamo che su questo saremo giudicati. Ognuno deve rispondere di fronte alla propria coscienza e, quindi, non chiudere gli occhi e ignorare le possibili solidarietà. Però, bisogna mettersi insieme e la Caritas ricorda sempre che la solidarietà non può essere soltanto individuale. Di fronte ai fenomeni di una società come questa le risposte devono essere comunitarie, perché sono fenomeni sempre più rilevanti nei quali noi siamo chiamati a dare la risposta mettendoci insieme e in questo senso diventa responsabile. Tutto questo non deve accadere mettendo semplicemente ai margini le povertà, perché non diano fastidio alle zone turistiche, ma far sì che queste povertà non vadano fuori dal nostro cuore.

 
D. - Don Livio, sarebbe opportuno, a suo giudizio, rivedere questi provvedimenti antiaccattonaggio?

 
R. – Quello che più conta è che ci sia una vera strategia di lotta alla povertà. Questi provvedimenti non devono essere una misura di ordine pubblico che toglie solamente il fastidio dei poveri dalle zone turistiche. Ci vogliono misure che verifichino davvero i bisogni di queste persone. Dunque, bisogna intervenire a seconda del bisogno. Se ciò diventa una strategia allora può esserci una collaborazione con la Caritas, almeno in alcune città. Se questo diventa un inizio di lotta alla povertà condivisa, allora va bene. Può essere l’occasione per lanciare segnali ai cittadini e, per quello che ci riguarda, ai fedeli, di aumentare la solidarietà responsabile.







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