Diciotto morti e oltre 100 feriti: è il tragico bilancio del duplice attentato che
nella notte ha colpito Istanbul. Le indagini delle forze di sicurezza prediligono
in queste ore la pista dei separatisti curdi del PKK, il partito dei lavoratori del
Kurdistan. Lo scorso 9 luglio un altro attentato di fronte al consolato USA aveva
provocato 6 morti. Unanime la condanna internazionale degli attentati. In particolare
Javier Solana, Alto rappresentante per la politica estera e di sicurezza dell'UE,
si è rivolto al governo di Istanbul dichiarando che "in questo momento difficile la
Turchia può contare sul supporto dell'Unione Europea''. A Marco Ansaldo, inviato
del quotidiano La Repubblica, Stefano Leszczynski ha chiesto se l’ipotesi del
separatismo curdo sia l’unica considerata valida:
R. – Quasi
automatico che le indagini, da sempre, in Turchia, vadano sul fronte del PKK però
non è detto che siano stati gli estremisti curdi a fare questo attentato anche perché,
proprio oggi, ci troviamo nella giornata in cui la Corte costituzionale turca si riunisce
per decidere circa la chiusura del Partito islamico moderato al potere. Quindi è una
situazione estremamente grave perché verrebbero estromessi, dalla vita politica, addirittura
il primo ministro Recep Tayyip e il capo dello Stato Abdullah Gul.
D.
– Questo può fare immaginare un coinvolgimento da parte di frange del fondamentalismo
islamico?
R. – No, tutt’altro, tanto e vero che il
partito fondamentalista si è spaccato e Erdogan ne è uscito, ha fondato un partito
nuovo, questo partito AKP, che significa Partito per la giustizia e per lo sviluppo,
quindi con istanze diciamo moderate. Però gli islamici fondamentalisti invece sono
rimasti, sono gruppi diciamo radicali che hanno un certo consenso popolare e alle
elezioni dell’anno scorso hanno raccolto appunto far il 2 e il 3 per cento dei voti.
D.
– Si parla anche di un altro importante processo che si è aperto in questi giorni
in Turchia: quello contro una formazione di nazionalisti turchi con varie commistioni…
R.
– Dato che nelle scorse settimane ci sono stati arresti di decine di persone - tra
cui alcuni militari in pensione, tutt’ora molto influenti per questo progetto di colpo
di Stato e di uccisione del Premio Nobel per la letteratura Orhan Pamuk che è visto
in maniera molto negativa da parte dei nazionalisti – ci potrebbero essere anche queste
componenti che non sono assolutamente da sottovalutare nella possibile ingerenza ed
influenza nel mischiare le carte in questo periodo che per la Turchia è davvero molto
delicato.
D. – Perché proprio Istanbul e perché proprio
la parte europea? C’è un significato simbolico dietro questo attentato?
R.
– Chiaramente un attacco ad Istanbul, soprattutto nella parte europea della città,
significa trasmettere i messaggi che si vogliono dare, non soltanto all’interno ma
anche all’esterno, e quale la scenografia migliore se non la grande metropoli sul
Bosforo che è, in questo momento, oltretutto zeppa di turisti stranieri venuti da
tutto il mondo!