Anno Paolino: in Myanmar è anche prendersi cura dei sopravvissuti al ciclone
Preghiera, spirito di appagamento nel compiere la propria missione, attitudine alla
gioia e forte determinazione: sono questi i quattro atteggiamenti di San Paolo che
la Chiesa del Myanmar invita i propri fedeli a imitare in occasione dell’apertura
dell’Anno paolino nel Paese del sudest asiatico gravemente colpito dal ciclone Nargis
nel maggio scorso. Le parole del Santo di Tarso sono una speranza per la popolazione
afflitta, che l’arcivescovo di Yangon, Charles Maung Bo, cerca di consolare nell’omelia
d’apertura delle celebrazioni, riportata dall’Osservatore Romano: “Un incoraggiamento
reale per la piccola comunità cattolica – ha esordito, per poi ricordare quanto detto
da Benedetto XVI durante l’ultima visita ‘ad limina’ dei vescovi del Myanmar – illuminati
dallo Spirito Santo vi invito a unirvi a San Paolo, nella sicura fiducia che nulla
potrà separarci dall’amore di Cristo”. L’arcivescovo non ha esitato a parlare delle
difficoltà affrontate dal popolo a causa del ciclone e delle perdite umane e materiali
subite: “Molti sopravvissuti hanno dovuto lottare disperatamente in acqua per riuscire
a salvarsi, trascorrendo ore al buio e al freddo, senza tuttavia mai perdere coraggio.
San Paolo ha vissuto di preghiera e anche noi dobbiamo pregare con costanza”, ha ammonito.
Mons. Maung Bo ha poi indicato la chiesa dei Santi Pietro e Paolo come centro del
pellegrinaggio, dove si potrà partecipare alle Messe e adorare il Santissimo Sacramento
per ricevere l’indulgenza promessa dal Papa in occasione dell’evento. La chiesa ha
appena festeggiato il suo primo anno di vita con una cerimonia cui hanno preso parte
sacerdoti e religiosi di varie congregazioni, laici, cristiani di altre confessioni
e buddisti. Il parroco Thomas Saw Htoo Htoo ha fatto sapere che momento culmine dell’Anno
paolino sarà prendersi cura dei sopravvissuti a Nargis e pregare per i defunti in
un’apposita celebrazione ogni primo venerdì del mese. (R.B.)