Le nuove norme che regolano l’immigrazione in Italia rispettino i diritti umani di
tutti i lavoratori migranti e delle loro famiglie. Lo afferma in una nota l’arcivescovo
Agostino Marchetto
In Italia 79 migranti sono stati soccorsi dalla Guardia di finanza a sud di Lampedusa.
Nella notte erano già arrivate altre 73 persone. Le notizie di questi nuovi flussi
migratori arrivano all’indomani della decisione del Consiglio dei ministri di estendere
l’emergenza clandestini all’intero territorio nazionale. La misura, secondo l’esecutivo
italiano, serve a potenziare le attività di contrasto del fenomeno. Sul fenomeno dell’immigrazione
in Italia si è nuovamente espresso, intanto, l’arcivescovo Agostino Marchetto, segretario
del Pontificio Consiglio della Pastorale per i Migranti e gli Itineranti. Il servizio
di Amedeo Lomonaco:
Per giudicare
l’iniziativa del governo italiano che ha definito “emergenza” la situazione dell’immigrazione
in Italia – sostiene l’arcivescovo Agostino Marchetto – si devono considerare “i contenuti
delle decisioni”. Bisogna anche verificarne – aggiunge il presule - la coerenza per
quanto riguarda “l’auspicato equilibrio tra accoglienza e sicurezza”. Il termine emergenza
– precisa l’arcivescovo Agostino Marchetto – non è di per sè negativo: può anche essere
riferito a “misure che tengano in conto l’afflusso ora, dai Paesi che implicano
necessità di protezione (Sudan, Somalia, Eritrea, per es.), nella linea della collaudata
legislazione internazionale per rifugiati e richiedenti asilo”. Quel che si auspica,
nell’attuazione delle disposizioni - afferma il presule - è dunque “il
rispetto dei diritti umani di tutti i lavoratori migranti e dei membri delle loro
famiglie, nonché quello delle norme internazionali accolte dall’Italia per quanto
riguarda i rifugiati, i richiedenti asilo, gli apolidi, anche Rom e Sinti o di altre
famiglie zingare, nonché coloro che sono oggetto-soggetto del traffico di esseri umani”.