Benedetto XVI ha ricevuto a Castel Gandolfo il premier iracheno, Al Maliki: comune
condanna del terrorismo e invito del primo ministro al Papa a visitare l'Iraq
Benedetto XVI ha ricevuto questa mattina in udienza il premier iracheno, Nouri al
Maliki. Il Papa ed il primo ministro hanno espresso una “comune condanna” del terrorismo.
E’ stata poi ribadita l’importanza del dialogo interreligioso, come “via alla comprensione
religiosa ed alla civile convivenza”. Il primo ministro, che ieri si è recato nelle
Grotte Vaticane per rendere il suo personale omaggio a Giovanni Paolo II, ha anche
rivolto a Benedetto XVI l’invito a visitare l’Iraq. Il servizio di Amedeo Lomonaco:
Benedetto
XVI ha incontrato il primo ministro iracheno nel Palazzo apostolico di Castel Gandolfo.
In precedenza, il premier aveva reso visita al segretario di Stato, il cardinale Tarcisio
Bertone. I colloqui - rende noto la Sala Stampa Vaticana - “si sono svolti in un clima
di cordialità” e hanno permesso di esaminare alcuni aspetti fondamentali della complessa
situazione irachena. Particolare attenzione è stata rivolta “al tema dei numerosi
rifugiati iracheni, dentro e fuori del Paese, che hanno bisogno di assistenza, anche
in vista di un auspicato ritorno”. E’ stata anche “rinnovata la condanna della violenza
che quasi ogni giorno continua a colpire le diverse parti del Paese, senza risparmiare
le comunità cristiane, che sentono fortemente il bisogno di una maggiore sicurezza”.
Uno Stato, quello iracheno, in cui la storia della
comunità cristiana è stata segnata negli ultimi anni da gravi episodi di persecuzione.
Il 3 giugno del 2007, a Mossul, sono stati uccisi il parroco della chiesa del Santo
Spirito, padre Ragheed Ganni, e tre diaconi. Nel febbraio 2008, è stato rapito e poi
assassinato mons. Paulos Faray Rahho, arcivescovo caldeo di Mossul. Sangue versato,
ma anche vessazioni che spesso non fanno notizia, come l’assalto all’arcivescovado
di Mossul nel dicembre 2004, le bombe contro le chiese negli anni successivi, il rapimento
nel gennaio 2005 del vescovo siro-cattolico di Mossul, mons. Georges Casmoussa, poi
rilasciato, e i sequestri-lampo di molti cristiani iracheni. Centinaia di migliaia
sono poi stati costretti a lasciare il Paese a causa di continue violenze e della
crisi economica. In uno scenario così drammatico, non mancano comunque segnali di
speranza: durante l'incontro, stamani, del premier iracheno con il Papa è stato espresso
in particolare “l’auspicio che l’Iraq possa trovare decisamente la strada della pace
e dello sviluppo attraverso il dialogo e la collaborazione di tutti i gruppi etnici
e religiosi, che nel rispetto delle varie identità, provvedano insieme alla ricostruzione
morale e civile del Paese”. Al Papa, il premier iracheno ha donato una palma d’argento,
simbolo di pace. Il dono del Pontefice è stata una penna commemorativa dei 500 anni
della Basilica di San Pietro.