Ritorna un grande amico di questa terra: così, il rettore del Seminario di Bressanone,
don Ivo Muser, racconta l’attesa per l’arrivo di Benedetto XVI, lunedì prossimo
Cresce l’attesa tra i fedeli che aspettano l’arrivo di Benedetto XVI lunedì prossimo
a Bressanone per un periodo di risposo di due settimane. L’Alto Adige è una terra
che il Papa conosce bene. La visitò per la prima volta nel 1967 in occasione di un
incontro sul tema del sacerdozio rivolto ai rettori dei Seminari Maggiori dell’area
germanofona. Poi, da vescovo e cardinale, ha trascorso le sue vacanze presso il Seminario
Maggiore di Bressanone per dieci volte, dal 1977 al 2004. Anche in questa occasione,
il Papa soggiornerà al Seminario, dove il rettore don Ivo Muser lo aspetta
con la gioia di chi accoglie un vecchio amico. L’intervista è di Alessandro Gisotti:
R. -
Lo attendiamo con grande gioia e con grande emozione, naturalmente come Papa, Successore
di Pietro, ma anche come un “vecchio ospite” che conosce bene la nostra casa, la nostra
città e la nostra terra.
D. - Una terra che ha sempre
amato. In fondo, sono praticamente 30 anni che il cardinale Ratzinger prima, il Papa
adesso, esprime il suo affetto per questa terra...
R.
- Sì, è proprio così, perché la prima volta che è venuto da noi è stata nel lontano
1977, come arcivescovo e cardinale di Monaco. L’ultima volta è venuto nel 2004. E
adesso l’11.ma volta ci viene da Papa!
D. - C’è qualche
ricordo tra i tanti che lei ha del cardinale Ratzinger, quando veniva a Bressanone
negli anni scorsi?
R. - Direi soprattutto la sua
semplicità. Era veramente un ospite tra gli ospiti. Celebrava la Santa Messa ogni
giorno, insieme con suo fratello nella nostra cappella. Mangiava i pasti nel nostro
Seminario insieme con altri sacerdoti, aveva alcuni colloqui, faceva passeggiate.
Colpiva la sua semplicità.
D. - Che cosa, secondo
lei, il Papa apprezza di più della vostra terra?
R.
- Forse l’atmosfera. Anche il paesaggio, la nostra piccola cittadina e forse anche
la nostra cultura trilingue.
D. - Il Papa ovviamente
si riposerà in questi giorni, ma sappiamo che è sempre un riposo molto attivo intellettualmente.
Questo può essere anche un periodo fruttuoso...
R.
- Certo, me lo auguro. Mi auguro soprattutto che possa trovare qualche giorno di relax,
di riposo, di meditazione. E poi anche qui, in Seminario, troverà a sua disposizione
la nostra biblioteca, quella antica come quella moderna. E sappiamo tutti che il Papa
è uomo di cultura. Gli piace leggere e gli piace soprattutto lo studio.
D.
- E poi l’incontro con le persone. Ci sarà anche un incontro con i sacerdoti. Pensando
anche alle dieci volte che l’allora cardinale Ratzinger è stato da voi, ci sono stati
degli incontri particolari?
R. - Da cardinale ha
fatto diverse gite e, in occasione di queste gite, si è sempre incontrato anche con
i parroci, con i sacerdoti del luogo. Questa volta, naturalmente, ci sarà un incontro
gioioso ed anche ufficiale nel Duomo, nella nostra cattedrale, qui a Bressanone, dove
tutti i sacerdoti diocesani e anche i religiosi sono invitati.
D.
- Del Papa, lo diceva anche lei, colpisce questa dolcezza, questa gentilezza nei modi...
R.
- E’ proprio così. La sua dolcezza, la sua semplicità. E poi la sua capacità di prendere
sul serio coloro che incontra, che gli stanno accanto.
D.
- Un grande uomo di cultura, un Papa intellettuale, ma anche portato ad un umorismo
raffinato, come forse anche voi avete potuto constatare nei momenti di relax, quando
era cardinale...
R. - E’ proprio così! Noi ci siamo
accorti di questa sua capacità, di questa sua dote, soprattutto durante i pranzi o
durante le passeggiate.
D. - C’è qualche ricordo
in particolare...
R. - L’ultima volta, quando è stato
qui da noi, ho avuto l’onore di accompagnarlo a Ratisbona e quando abbiamo passato
la frontiera tra l’Austria e la Baviera, il cardinale mi ha detto: “Si è accorto che
l’aria cambia e diventa più buona? Adesso abbiamo l’aria più buona del mondo: l’aria
bavarese!”. Piccolo segno di come il Papa sia attaccato alla sua terra. Un aspetto
molto umano, molto simpatico. E’ aperto al mondo, a tutta la Chiesa, ma poi ha anche
questo attaccamento alle proprie radici.
D. - Che
cosa si augura - lei, come rettore del Seminario - per i suoi confratelli, per tutti
i fedeli della diocesi, da questa presenza del Santo Padre?
R.
- Che questo periodo con il Papa in mezzo a noi sia veramente di stimolo spirituale.
Abbiamo adesso in mezzo a noi il Papa. Questo ci onora, ma soprattutto dovrebbe essere
anche uno stimolo di fede, di spiritualità.