Paura a Gerusalemme. Ucciso un palestinese a bordo di un bulldozer che ha provocato
il caos in città
Torna la paura in Medio Oriente. A Gerusalemme, l’autista di un bulldozer, un palestinese,
è stato ucciso dopo essersi scontrato con un autobus e con due auto. Incerto il bilancio:
secondo alcune fonti, ci sarebbero tra i 5 e gli 11 feriti tutti non gravi. Solo venti
giorni fa, un attentato simile con un uomo a bordo di un cingolato provocò quattro
vittime. Un clima di violenza che contrasta con la storica visita, sempre a Gerusalemme,
da parte del presidente palestinese, Abu Mazen, al suo omologo israeliano Shimon Peres.
Sul tavolo di discussione, la situazione geopolitica nella regione e lo sviluppo di
un progetto economico congiunto. Intanto a Nablus, in Cisgiordania, otto miliziani
delle brigate dei martiri di al-Aqsa hanno tentato un suicidio collettivo, tre sono
in gravi condizioni. Secondo alcune fonti, il gesto è motivato dai ritardi di un atteso
perdono israeliano nel quadro delle intese di sicurezza dell’Autorità nazionale palestinese.
Obama in Medio Oriente Dopo la tappa in Iraq, il candidato democratico
alla Casa Bianca, Barack Obama, è atteso stasera a Gerusalemme per una breve visita
in Israele e nei Territori palestinesi. Sono previsti gli incontri con il premier
israeliano, Olmert, e il presidente palestinese, Abu Mazen. Ieri, i colloqui con il
premier iracheno, Al Maliki, sono stati definiti “costruttivi”. Baghdad, in una nota,
ha espresso l’auspicio di un ritiro delle truppe americane entro il 2010: una scadenza
che coincide con quella indicata da Obama se dovesse diventare il nuovo presidente
degli Stati Uniti.
USA-Guantanamo Gli USA hanno dato il via ieri
a Guantanamo a un processo di fronte a uno speciale tribunale di guerra, istituito
dal presidente Bush dopo l’11 settembre 2001. Alla sbarra, uno yemenita che in passato
lavorava per Osama bin Laden. L’uomo si è dichiarato subito innocente, mentre il giudice
ha bloccato per il momento il procedimento. Salvatore Sabatino: Non
sono ammissibili le prove a carico dell’ex autista di Bin Laden, acquisite in condizioni
''altamente coercitive'' nei suoi confronti. Così il giudice, il capitano di Marina
Keith Allred, nel primo processo avvenuto a Guantanamo, a quasi sette anni di distanza
dall’11 settembre 2001. Alla sbarra Salim Hadan, proclamatosi sempre innocente, anche
ieri, all’inizio dell’udienza. Arrestato nel 2001, lo yemenita, prima di essere trasferito
nella base statunitense in territorio cubano, era stato sottoposto ad interrogatori
nelle basi di Bagram e Panshit, in Afghanistan, da cui erano scaturite le accuse nei
suoi confronti. Interrogatori, però, sempre definiti “violenti”. Di qui, la decisione
del giudice di rigettare come inammissibili le prove a suo carico. Hamdan è una figura
secondaria tra i presunti terroristi detenuti a Guantanamo e non rientra nel gruppo
dei prigionieri che gli Stati Uniti definiscono ''di alto livello''. Ma il suo caso,
dopo aver raggiunto anche la Corte Suprema di Washington, è diventato il primo test
per i controversi tribunali speciali militari americani.
Francia-costituzione Si
accende, in Francia, la polemica politica per la riforma costituzionale proposta da
Sarkozy e varata con un solo voto oltre la maggioranza qualificata richiesta. Quarantasette
gli articoli costituzionali modificati, che riguardano tra l’altro la possibilità
per il presidente di esprimersi di fronte ai parlamentari riuniti a Congresso a Versailles,
limitano a due i mandati consecutivi del capo dello Stato, consentono al parlamento
di porre il veto ad alcune nomine presidenziali. Per la prima volta, viene introdotta
la possibilità di referendum di iniziativa popolare. “E’ la democrazia che ha vinto”,
ha detto Sarkozy, ringraziando anche la sinistra radicale che ha appoggiato il progetto
di riforma bocciata, invece, dai socialisti che la considerano un viatico per la “monocrazia”.
Afghanistan-Francia Timori in Francia dopo il rapimento di due cooperanti
avvenuto la scorsa settimana in Afghanistan. A rivendicare il sequestro, avvenuto
venerdì scorso nella provincia centrale di Dai Kundi, una milizia sciita in contrasto
con le autorità locali. Intanto, è violenza anche a Kabul, in un attentato kamikaze
tre civili sono rimasti feriti, precedentemente si era parlato di tre vittime.
Spagna-ETA Smantellata
una cellula dell’ETA in Spagna.Sono sette gli arresti effettuati nell’ambito
di un’operazione scattata dopo l’esplosione di 5 ordigni, avvenuta domenica in alcune
località turistiche sulla costa della Cantabria. Le deflagrazioni avevano provocato
un ferito lieve.
Zimbabwe-politica Prendono il via oggi, in Sudafrica,
i negoziati tra governo e opposizione per uscire dalla crisi politica nel quale il
Paese è piombato dopo il ballottaggio presidenziale che ha visto riconfermato il capo
dello Stato, Mugabe. Ieri, ad Harare, la firma di un protocollo d’intesa per aprire
una nuova trattativa tra le parti. Intanto, però l’Unione Europea ha deciso oggi di
applicare ulteriori sanzioni nei confronti del Paese africano. Venezuela-Russia E’
l’acquisto di armamenti russi lo scopo della visita di due giorni del presidente venezuelano
Chavez a Mosca. Nel corso del loro incontro, il suo omologo Medvedev ha definito i
rapporti con il Venezuela “uno dei fattori principali per garantire la sicurezza nella
regione latinoamericana”. Da parte sua Chavez si è detto convinto che la cooperazione
tra i due Paesi continuerà. Dopo la Russia, Chavez si sposterà in Bielorussia, Portogallo
e Spagna.
Nepal-politica Alla vigilia del giuramento del nuovo presidente
del Nepal, il centrista Ram Baran Yadav, i maoisti hanno annunciato che non formeranno
alcun governo. La decisione, che rischia di far cadere il Paese nell’incertezza, è
seguita alla sconfitta del loro candidato alla presidenza del Paese, arrivata dopo
l’alleanza trasversale tra diversi partiti. Gli ex ribelli, nelle elezioni dello scorso
aprile, avevano ottenuto una netta maggioranza ma non quella assoluta. Cambogia-Thailandia E’
stato chiesto l’intervento delle Nazioni Unite per cercare una soluzione al conflitto
territoriale tra la Thailandia e la Cambogia intorno alle rovine dell'antico tempio
indù di Preah Vihear che, secondo quanto stabilito dalla Corte internazionale di giustizia
dell'Aja nel 1962, appartengono a Phnom Penh. I colloqui avuti negli ultimi tempi
non hanno prodotto alcun risultato. Al confine, intanto, sono schierati più di 400
soldati thailandesi e 800 cambogiani dopo che, una settimana fa, le autorità di Phnom
Penh hanno accusato tre thailandesi di aver oltrepassato la frontiera. (Panoramica
internazionale a cura di Benedetta Capelli) Bollettino del
Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LII no. 204
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Bollettino del Radiogiornale. La richiesta può essere effettuata sulla home page del
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