2008-07-22 15:17:57

Paura a Gerusalemme. Ucciso un palestinese a bordo di un bulldozer che ha provocato il caos in città


Torna la paura in Medio Oriente. A Gerusalemme, l’autista di un bulldozer, un palestinese, è stato ucciso dopo essersi scontrato con un autobus e con due auto. Incerto il bilancio: secondo alcune fonti, ci sarebbero tra i 5 e gli 11 feriti tutti non gravi. Solo venti giorni fa, un attentato simile con un uomo a bordo di un cingolato provocò quattro vittime. Un clima di violenza che contrasta con la storica visita, sempre a Gerusalemme, da parte del presidente palestinese, Abu Mazen, al suo omologo israeliano Shimon Peres. Sul tavolo di discussione, la situazione geopolitica nella regione e lo sviluppo di un progetto economico congiunto. Intanto a Nablus, in Cisgiordania, otto miliziani delle brigate dei martiri di al-Aqsa hanno tentato un suicidio collettivo, tre sono in gravi condizioni. Secondo alcune fonti, il gesto è motivato dai ritardi di un atteso perdono israeliano nel quadro delle intese di sicurezza dell’Autorità nazionale palestinese.

Obama in Medio Oriente
Dopo la tappa in Iraq, il candidato democratico alla Casa Bianca, Barack Obama, è atteso stasera a Gerusalemme per una breve visita in Israele e nei Territori palestinesi. Sono previsti gli incontri con il premier israeliano, Olmert, e il presidente palestinese, Abu Mazen. Ieri, i colloqui con il premier iracheno, Al Maliki, sono stati definiti “costruttivi”. Baghdad, in una nota, ha espresso l’auspicio di un ritiro delle truppe americane entro il 2010: una scadenza che coincide con quella indicata da Obama se dovesse diventare il nuovo presidente degli Stati Uniti.

USA-Guantanamo
Gli USA hanno dato il via ieri a Guantanamo a un processo di fronte a uno speciale tribunale di guerra, istituito dal presidente Bush dopo l’11 settembre 2001. Alla sbarra, uno yemenita che in passato lavorava per Osama bin Laden. L’uomo si è dichiarato subito innocente, mentre il giudice ha bloccato per il momento il procedimento. Salvatore Sabatino:RealAudioMP3
 
Non sono ammissibili le prove a carico dell’ex autista di Bin Laden, acquisite in condizioni ''altamente coercitive'' nei suoi confronti. Così il giudice, il capitano di Marina Keith Allred, nel primo processo avvenuto a Guantanamo, a quasi sette anni di distanza dall’11 settembre 2001. Alla sbarra Salim Hadan, proclamatosi sempre innocente, anche ieri, all’inizio dell’udienza. Arrestato nel 2001, lo yemenita, prima di essere trasferito nella base statunitense in territorio cubano, era stato sottoposto ad interrogatori nelle basi di Bagram e Panshit, in Afghanistan, da cui erano scaturite le accuse nei suoi confronti. Interrogatori, però, sempre definiti “violenti”. Di qui, la decisione del giudice di rigettare come inammissibili le prove a suo carico. Hamdan è una figura secondaria tra i presunti terroristi detenuti a Guantanamo e non rientra nel gruppo dei prigionieri che gli Stati Uniti definiscono ''di alto livello''. Ma il suo caso, dopo aver raggiunto anche la Corte Suprema di Washington, è diventato il primo test per i controversi tribunali speciali militari americani.

Francia-costituzione
Si accende, in Francia, la polemica politica per la riforma costituzionale proposta da Sarkozy e varata con un solo voto oltre la maggioranza qualificata richiesta. Quarantasette gli articoli costituzionali modificati, che riguardano tra l’altro la possibilità per il presidente di esprimersi di fronte ai parlamentari riuniti a Congresso a Versailles, limitano a due i mandati consecutivi del capo dello Stato, consentono al parlamento di porre il veto ad alcune nomine presidenziali. Per la prima volta, viene introdotta la possibilità di referendum di iniziativa popolare. “E’ la democrazia che ha vinto”, ha detto Sarkozy, ringraziando anche la sinistra radicale che ha appoggiato il progetto di riforma bocciata, invece, dai socialisti che la considerano un viatico per la “monocrazia”.

Afghanistan-Francia
Timori in Francia dopo il rapimento di due cooperanti avvenuto la scorsa settimana in Afghanistan. A rivendicare il sequestro, avvenuto venerdì scorso nella provincia centrale di Dai Kundi, una milizia sciita in contrasto con le autorità locali. Intanto, è violenza anche a Kabul, in un attentato kamikaze tre civili sono rimasti feriti, precedentemente si era parlato di tre vittime.

Spagna-ETA
Smantellata una cellula dell’ETA in Spagna. Sono sette gli arresti effettuati nell’ambito di un’operazione scattata dopo l’esplosione di 5 ordigni, avvenuta domenica in alcune località turistiche sulla costa della Cantabria. Le deflagrazioni avevano provocato un ferito lieve.

Zimbabwe-politica
Prendono il via oggi, in Sudafrica, i negoziati tra governo e opposizione per uscire dalla crisi politica nel quale il Paese è piombato dopo il ballottaggio presidenziale che ha visto riconfermato il capo dello Stato, Mugabe. Ieri, ad Harare, la firma di un protocollo d’intesa per aprire una nuova trattativa tra le parti. Intanto, però l’Unione Europea ha deciso oggi di applicare ulteriori sanzioni nei confronti del Paese africano.
 
Venezuela-Russia
E’ l’acquisto di armamenti russi lo scopo della visita di due giorni del presidente venezuelano Chavez a Mosca. Nel corso del loro incontro, il suo omologo Medvedev ha definito i rapporti con il Venezuela “uno dei fattori principali per garantire la sicurezza nella regione latinoamericana”. Da parte sua Chavez si è detto convinto che la cooperazione tra i due Paesi continuerà. Dopo la Russia, Chavez si sposterà in Bielorussia, Portogallo e Spagna.

Nepal-politica
Alla vigilia del giuramento del nuovo presidente del Nepal, il centrista Ram Baran Yadav, i maoisti hanno annunciato che non formeranno alcun governo. La decisione, che rischia di far cadere il Paese nell’incertezza, è seguita alla sconfitta del loro candidato alla presidenza del Paese, arrivata dopo l’alleanza trasversale tra diversi partiti. Gli ex ribelli, nelle elezioni dello scorso aprile, avevano ottenuto una netta maggioranza ma non quella assoluta.
 
Cambogia-Thailandia
E’ stato chiesto l’intervento delle Nazioni Unite per cercare una soluzione al conflitto territoriale tra la Thailandia e la Cambogia intorno alle rovine dell'antico tempio indù di Preah Vihear che, secondo quanto stabilito dalla Corte internazionale di giustizia dell'Aja nel 1962, appartengono a Phnom Penh. I colloqui avuti negli ultimi tempi non hanno prodotto alcun risultato. Al confine, intanto, sono schierati più di 400 soldati thailandesi e 800 cambogiani dopo che, una settimana fa, le autorità di Phnom Penh hanno accusato tre thailandesi di aver oltrepassato la frontiera. (Panoramica internazionale a cura di Benedetta Capelli)
  
Bollettino del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LII no. 204

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