Il cardinale Scola: la famiglia, risorsa decisiva per l’intera società
"La famiglia è in se stessa la prima forma di società”. Così ieri il cardinale Angelo
Scola, Patriarca di Venezia, nel corso dell’omelia in occasione della Festa del Santissimo
Redentore. Il Patriarca, rivolgendosi ai fedeli, ha tenuto una lunga riflessione sulle
difficoltà della famiglia italiana di oggi definita però una “risorsa decisiva per
il progresso dell’intera società”. Il porporato ha evidenziato come in Italia è esiguo
il numero delle coppie che scelgono di formare una famiglia al di fuori del vincolo
del matrimonio, e come il tasso di divorzio è tra i più bassi d’Europa. Sottolineando
poi il valore della famiglia come “luogo educativo” e “la via privilegiata per cogliere
e sviluppare la propria identità personale, il cardinale Scola ha evidenziato come
“fino ad oggi la forza della famiglia ha compensato la spinta destabilizzante di scelte
compiute a livello politico sociale in un’ottica prettamente individualistica”. Proprio
su questo punto, il porporato ha ribadito la necessità di favorire il nucleo famigliare
nel suo “ruolo sociale”. “Essa – ha detto il Patriarca di Venezia - è il luogo normale
della soddisfazione dei bisogni elementari dei suoi membri, anche attraverso il godimento
dei beni e dei servizi che vi vengono autoprodotti”. Il cardinale ha evidenziato l’importanza
del lavoro femminile e della famiglia come “luogo di cura dei piccoli, degli anziani”,
pertanto “il suo ruolo economico” deve essere compreso e valorizzato. “E’ urgente
– ha detto il porporato - che lo Stato e le istituzioni pubbliche comprendano quali
sono le strategie più opportune per tutelare e promuovere la famiglia”. “Un’autentica
politica familiare – ha continuato - non va confusa con una generica politica di lotta
alla povertà. Deve essere un insieme interconnesso d’interventi, in cui la coerenza
è garantita dal fatto che l’obiettivo finale è il potenziamento delle relazioni familiari
tra i sessi e le generazioni”. Sono due i campi di intervento indicati dal porporato:
l’equità fiscale e la conciliazione tra famiglia e lavoro. Sottolineando l’importanza
di un “fisco a misura di famiglia”, il cardinale ha affermato che una buona politica
famigliare costituisce “una misura estremamente efficace nella prevenzione della povertà,
facendo contribuire ciascuno secondo le reali disponibilità economiche, ma lasciando
alle persone e alle famiglie risorse sufficienti per rispondere in modo libero e responsabile
ai propri bisogni”. Urgente poi “un ampio ripensamento culturale a partire dal riconoscimento
delle reciproche implicazioni delle due sfere di vita: famiglia e lavoro”. L’ultima
parte della riflessione del Patriarca di Venezia è stata poi dedicata ad un importante
interrogativo: a quale famiglia si fa riferimento? “L’aggettivo ‘famigliare’- ha aggiunto
il cardinal Scola - deve essere sempre riferito ad un nucleo di coniugi, anche separati,
con i propri figli. Solo così - ha continuato - appare chiaro il duplice intreccio
tra sessi e generazioni che costituisce l’autentica famiglia. Quindi una valorizzazione
dell’istituto matrimoniale è imprescindibile se si vuol perseguire il bene della famiglia
quale cellula costitutiva della società”. Certo è che la stessa famiglia “non può
pretendere di essere la risposta esauriente e definitiva alla domanda di salvezza
che abita il cuore degli uomini”. Promuovendo la famiglia fondata sul matrimonio indissolubile
tra l’uomo e la donna e aperta alla vita, ha aggiunto il cardinale Scola, umilmente
la Chiesa continua a perseguire il mandato del Suo fondatore. “Il Vangelo della famiglia
e della vita - ha concluso - è infatti il cuore del Vangelo del Dio incarnato”.(B.C.)