"Credete nella potenza dello Spirito Santo per trasformare il mondo!". Così il Papa
ai giovani durante la Veglia della GMG
“Riconoscete e credete nella potenza dello Spirito Santo nella vostra vita” per trasformare
il mondo! Questo l’invito del Papa ai tantissimi giovani radunati all'ippodromo di
Randwick a Sydney per la Veglia della 23.ma Giornata mondiale della gioventù. Benedetto
XVI ha svolto una intensa catechesi sullo Spirito Santo, che – ha detto – è "la Persona
dimenticata della Santissima Trinità". Tuttavia, "benché silenzioso e invisibile"
e difficile da conoscere, è proprio lo Spirito ad essere "l’artefice delle opere di
Dio". Il Papa ha anche ricordato che lo Spirito realizza l’unità nell’amore contro
ogni tentazione di divisione e contro quelle utopie spirituali che vogliono costruire
comunità perfette scavalcando le debolezze e i fallimenti umani. Ma ascoltiamo sulla
Veglia il servizio del nostro inviato a Sydney Roberto Piermarini.
(Canti e
applausi)
L’immenso ippodromo di Randwick come un nuovo Cenacolo. Lo
spirito della Pentecoste ha aleggiato questa sera sui 200 mila giovani giunti a Sydney
da ogni parte del mondo per la Giornata mondiale della gioventù. Applausi scroscianti,
cori ritmati e un agitarsi frenetico di bandiere di ogni colore hanno salutato l’arrivo
del Papa, accompagnato da 12 pellegrini, sul gigantesco palco rosso sormontato da
una croce luminosa e il “Marjorie’s bird”, l’immagine dello Spirito Santo dipinta
da un’artista aborigena. (Inno della GMG) Con
l’inno di questa GMG cantato da un coro di 300 elementi in tutte le lingue, il suo
ingresso è stato preceduto dai segni della Giornata – la croce e l’icona della Vergine.
Quando una ragazza aborigena ha acceso una candela, dal fuoco del cero pasquale, simbolo
di Cristo e dello Spirito Santo, 12 giovani lo hanno offerto a tutti i presenti. Improvvisamente
la grande spianata si è trasformata in un cielo stellato. Quindi 7 giovani hanno invocato
lo Spirito Santo per l’intercessione dei Patroni della GMG. “In
accepting the power of the Holy Spirit you too can transform… Accogliendo
la potenza dello Spirito Santo potete trasformare le vostre famiglie, le comunità,
le nazioni. Fate sì che i doni di sapienza, intelletto, fortezza, scienza e pietà
siano i segni della vostra grandezza!”. Questa la consegna del Papa
ai giovani raccolti a Randwick. Il suo discorso è stato un inno allo Spirito Santo,
che dobbiamo conoscere – ha detto – se vogliamo diventare suoi testimoni . Benedetto
XVI ha riaffermato che davanti ad un mondo frammentato che ha bisogno di pace e di
armonia, non possiamo raggiungere l’unità e la riconciliazione mediante i nostri sforzi
ma soltanto in Dio e nella Chiesa. Chi vi farà aiutare i vostri amici che non hanno
un senso alla vita? ha chiesto il Papa. “Dal bimbo derelitto in un campo nel Darfur
ad un adolescente turbato, ad un genitore in ansia in una qualsiasi periferia, emerge
un grido che anela all’unità. Chi ci guiderà alla verità per dare testimonianza?
Lo Spirito Santo che porta a compimento l’opera di Cristo. Chi è tentato di ricercare
un certo appagamento fuori di Dio – ha proseguito il Papa – sta fuggendo da se stesso.
“Dio è in noi nella realtà della vita e non nella fantasia. La realtà va affrontata
non sfuggita. Ed è sempre lo Spirito Santo che ci attira in ciò che è vero e reale
e ci riporta alla comunione con la Santissima Trinità, che è il centro della vita
cristiana. Una realtà difficile da comprendere. E il Papa ha ripreso Sant’Agostino
per parlare dello Spirito Santo come vincolo di unità all’interno della Santissima
Trinità: unità come comunione dove il Padre e il Figlio si donano l’uno all’altro;
unità come amore durevole, dove lo Spirito fa dimorare Dio in noi che è amore; ed
unità come dono dove lo Spirito Santo è Dio che eternamente si dona. “It
is the Holy Spirit who brings about the wonderful communion… E’ lo
Spirito Santo a realizzare la meravigliosa comunione dei credenti in Cristo Gesù.
Fedele alla sua natura di datore e insieme di dono, egli è ora all’opera mediante
voi giovani. Ispirati da Sant’Agostino fate sì che l’amore unificante sia la vostra
misura; l’amore durevole sia la vostra sfida e l’amore che si dona la vostra missione”.
La Chiesa – ha detto – deve crescere nell’unità, deve rafforzarsi
nella santità, ringiovanirsi e costantemente rinnovarsi, grazie allo Spirito Santo.
Dopo il discorso del Papa momenti di forte raccoglimento e preghiera con l’esposizione
del Santissimo Sacramento. Quindi rivolgendosi ai gruppi presenti,
ha salutato anche i giovani italiani: “Custodite la fiamma che lo Spirito
Santo ha acceso nei vostri cuori, perché non abbia a spegnersi, ma anzi arda sempre
più e diffonda luce e calore a chi incontrerete sulla vostra strada, specialmente
a quanti hanno smarrito la fede e la speranza. La Vergine Maria vegli su di voi in
questa notte ed ogni giorno della vostra vita”.
Benedetto XVI ha
concluso il suo discorso con una frase della beata australiana Mary McKillop:
“Believe in the whisperings of God to your heart!”... “Credi a ciò
che Dio sussurra al tuo cuore!” - ha esortato il Papa citando la Beata. E ha aggiunto:
"Credete in Lui! Credete alla potenza dello Spirito dell’amore”.
La
notte per i giovani trascorrerà con l’Adorazione eucaristica alternata a momenti di
silenzio e meditazione. Resteranno lì sotto le stelle, tra coperte e sacchi a pelo
ad attendere il Papa per la Messa di domani che concluderà la Giornata mondiale della
gioventù. Avranno modo di ammirare la costellazione della “Croce del sud”, visibile
solo dall’emisfero australe e che da oggi darà il nome a tutta l’area di Randwick,
teatro di questa nuova Pentecoste.
(Canti) I ragazzi
hanno dunque vissuto, in queste ore, l’esperienza di una nuova Pentecoste. Un avvenimento
che ci viene descritto con viva emozione da Giovanni Piccolo, giovane neocatecumenale
italo-australiano, raggiunto telefonicamente all’ippodromo di Randwick da Alessandro
Gisotti: R. – Vedere
tutta la folla dei giovani che cantavano, ballavano, che annunciavano la Parola del
Signore è stato commovente, è stato bellissimo! Non me lo sarei mai aspettato di vedere
una partecipazione del genere qui a Sydney, in Australia. Poi questa vicinanza col
Papa, questo amore che ha per i giovani mi commuove sempre e anche questa fratellanza
con i ragazzi, qui, è bellissima. Questa GMG è un segno dell’amore che Dio ha per
me nella mia vita, che mi dona sempre qualcosa di più bello, sempre più bello! D.
– Il tema della GMG è lo Spirito Santo: quale forza potrà dare lo Spirito Santo ai
giovani? R. – Io spero la forza che ci spinga a partecipare alla missione,
non solo a credere ma a vivere questa fede come una missione, non nel senso di convincere
l’altro ma di vivere la fede nella vita, essere un segno per il mondo, per le nuove
generazioni. D. – Che cosa porterai ai ragazzi che non sono
stati alla GMG e che magari sono lontani dalla Chiesa? R. –
Gli porterò una gioia inimmaginabile, una freschezza, una possibilità di un nuovo
cristianesimo dove veramente si può vivere questa vicinanza al Signore nella vita
quotidiana di tutti i giorni! E questo entusiasmo, questa gioia radicata nella
fede ha pervaso anche i vescovi che hanno accompagnato i giovani a Sydney. Ecco la
testimonianza di mons. Carlo Mazza, vescovo di Fidenza, raccolta da Alessandro
Gisotti: R. – Stamattina
ho fatto con loro un pezzo di pellegrinaggio che li portava dalle loro postazioni
fino a Randwick. E’ stata un’emozione straordinaria, di immersione proprio nel cuore,
nella vita di questi ragazzi, che cantavano, pregavano con una forza interiore, perché
non si cammina per chilometri e chilometri in quel modo senza una motivazione forte.
E’ stata un’esperienza straordinaria che in qualche modo mi ha investito e ha fatto
diventare giovane anche me che sono abbastanza vecchio! D .–
Mons. Mazza, la gioia, l’entusiasmo, lo vediamo anche attraverso le immagini, ma che
spazi hanno la meditazione, la preghiera, la riflessione in questi giorni a Sydney? R.
– Ho visto i ragazzi estremamente attenti, certamente non tutti, perché non bisogna
mai esagerare, ma la grande maggioranza ascolta le catechesi; le domande che facevano
rispondevano a quanto si era detto, quindi, c’era una coerenza tra l’ascolto e la
parola. Vuol dire che avevano ascoltato bene e questo mi pare un evento di grande
rilevanza spirituale che potrebbe durare nel tempo. Sono stato insieme con loro, gli
ho rivolto delle domande, ho cercato di capire. La percezione era proprio di sentirsi
in qualche modo colti nel profondo del proprio io. D. – Cosa
secondo lei i giovani e i loro pastori, come lei, si porteranno a casa di questa esperienza
di Sydney? R. – Credo che l’incontro con il Santo Padre rimanga
fondamentale. Come abbiamo visto l’altro giorno, quando è stato accolto a Barangaroo,
i ragazzi si sentono attirati da questa figura che sembra così lontana eppure così
vicina a loro. Quindi, l’incontro con il Santo Padre - certamente un incontro più
simbolico che reale, effettivo, fisico - in qualche modo li pervade e le parole che
dice, anche se apparentemente sembrano volare un po’ alto, di fatto colgono l’anima
dei ragazzi, ciò di cui i ragazzi hanno bisogno. D. – Il Papa
fin dall’inizio del Pontificato, lo dimostra anche in questa GMG, non sottovaluta
i giovani… R. – Assolutamente no. Lui è molto pensoso, proprio
per il suo carisma porta non a una facile euforia delle cose, anche se non è assente
dal Papa la gioia. Manifesta sempre un volto molto sorridente, ma è un volto che porta
alla riflessione, porta alla pacatezza, all’interno della persona, all’interiorità.