2008-07-18 16:53:09

Si è spento in Cina il vescovo Giuseppe Jiang Mingyuan


E’ scomparso, domenica scorsa a Biancun, in Cina, mons. Giuseppe Jiang Mingyuan, vescovo di Chaohsien e amministratore di Xingtai, nella provincia di Hebei. Aveva 77 anni. Recluso per diversi anni e condannato ai lavori forzati, a lui si deve, dopo il rilascio, la costruzione della Cattedrale a Jiazhuang e l’edificazione di diverse case per l’assistenza sanitaria. I funerali si svolgeranno domani nella chiesa di Biancun. Il servizio di Tiziana Campisi RealAudioMP3 :

La sua è stata una testimonianza fedele e sincera al Signore e alla sua Chiesa in tempi difficili e burrascosi. Uomo che è vissuto sempre con pietà e perseveranza, in povertà di spirito, così lo ricordano clero, religiose e fedeli di Zhaoxian, in Cina: pastore santo, gioioso, umile e paziente, che ha saputo soffrire ed offrire incondizionatamente la sua esistenza per la gloria di Dio e per la salvezza delle anime. Nato il 21 febbraio 1931 in una famiglia cattolica da generazioni, mons. Jiang ha iniziato la sua vita in seminario nel 1944, nel ‘58, in seguito alla nuova situazione politica del Paese ha lavorato come operaio in una fonderia, poi in una fabbrica di vetro ed, infine, in una scuola d'arte. Arrestato a Pechino il 18 settembre 1961, è stato recluso nel Centro di Detenzione N. 1 della capitale e condannato ai lavori forzati e alla “rieducazione”. Trasferito poi nel Datong, ha espiato la pena fino al 1969; tornato a casa è rimasto sempre sotto lo stretto controllo degli organi di sicurezza.

 
Ordinato sacerdote l’8 dicembre 1981, è entrato nella Congregazione religiosa dei Discepoli del Signore ed ha svolto il suo lavoro pastorale in diverse città. Sua l’iniziativa della edificazione della Cattedrale di Jiazhuang, di una casa di riabilitazione a Longyao e di diverse case e una residenza per l’assistenza sanitaria a Taixinshan. Consacrato vescovo l’8 agosto del 2000 è stato arrestato per un periodo di 10 giorni e poi ancora per 5 mesi insieme a mons. Raimondo Wang Chonglin, vescovo di Zhaoxian, e costretto ancora a sessioni di “rieducazione”. Colpito da ictus cerebrale nel dicembre 2001 era riuscito a riprendersi. Lo scorso anno un nuovo colpo apoplettico lo aveva costretto ad abbandonare la pastorale attiva, a marzo di quest’anno due infarti lo hanno portato al ricovero in ospedale prima e il 7 luglio alla Casa per il clero anziano della diocesi di Biancun. Il decesso domenica scorsa. Le esequie di Mons. Jiang si svolgeranno domani nella chiesa di Biancun, nella contea di Ningjin. La diocesi di Zhaoxian, di cui il presule era vescovo, oggi strettamente legata con quella di Xingtai, conta più di 60 mila cattolici: ha una quarantina di sacerdoti, quasi tutti giovani, e 120 chiese, inclusi i luoghi d'attività culturale.

 
Il Seminario Maggiore ospita una trentina di giovani, e quello minore 84 alunni. Le religiose della Congregazione di Santa Teresa sono un centinaio. La Diocesi ha varie associazioni di laici e diverse opere sociali, fra cui il brefotrofio “Casa Alba” con 80 bambini handicappati, il giornale “Seme di senape”, una stamperia per attività religiose e culturali, un centro audiovisivo, ecc. Di fronte alla morte di mons. Jiang non si può fare a meno di ricordare le parole con le quali Benedetto XVI, nella Lettera dello scorso anno alla Chiesa in Cina, saluta i cattolici cinesi: “Intensa è la gioia per la vostra fedeltà a Cristo Signore e alla Chiesa [...] poiché «per Cristo vi è stato dato il dono non solo di credere in lui, ma anche di patire per lui»”.







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