Si è spento in Cina il vescovo Giuseppe Jiang Mingyuan
E’ scomparso, domenica scorsa a Biancun, in Cina, mons. Giuseppe Jiang Mingyuan, vescovo
di Chaohsien e amministratore di Xingtai, nella provincia di Hebei. Aveva 77 anni.
Recluso per diversi anni e condannato ai lavori forzati, a lui si deve, dopo il rilascio,
la costruzione della Cattedrale a Jiazhuang e l’edificazione di diverse case per l’assistenza
sanitaria. I funerali si svolgeranno domani nella chiesa di Biancun. Il servizio di
Tiziana Campisi :
La
sua è stata una testimonianza fedele e sincera al Signore e alla sua Chiesa in tempi
difficili e burrascosi. Uomo che è vissuto sempre con pietà e perseveranza, in povertà
di spirito, così lo ricordano clero, religiose e fedeli di Zhaoxian, in Cina: pastore
santo, gioioso, umile e paziente, che ha saputo soffrire ed offrire incondizionatamente
la sua esistenza per la gloria di Dio e per la salvezza delle anime. Nato il 21 febbraio
1931 in una famiglia cattolica da generazioni, mons. Jiang ha iniziato la sua vita
in seminario nel 1944, nel ‘58, in seguito alla nuova situazione politica del Paese
ha lavorato come operaio in una fonderia, poi in una fabbrica di vetro ed, infine,
in una scuola d'arte. Arrestato a Pechino il 18 settembre 1961, è stato recluso nel
Centro di Detenzione N. 1 della capitale e condannato ai lavori forzati e alla “rieducazione”.
Trasferito poi nel Datong, ha espiato la pena fino al 1969; tornato a casa è rimasto
sempre sotto lo stretto controllo degli organi di sicurezza.
Ordinato
sacerdote l’8 dicembre 1981, è entrato nella Congregazione religiosa dei Discepoli
del Signore ed ha svolto il suo lavoro pastorale in diverse città. Sua l’iniziativa
della edificazione della Cattedrale di Jiazhuang, di una casa di riabilitazione a
Longyao e di diverse case e una residenza per l’assistenza sanitaria a Taixinshan.
Consacrato vescovo l’8 agosto del 2000 è stato arrestato per un periodo di 10 giorni
e poi ancora per 5 mesi insieme a mons. Raimondo Wang Chonglin, vescovo di Zhaoxian,
e costretto ancora a sessioni di “rieducazione”. Colpito da ictus cerebrale nel dicembre
2001 era riuscito a riprendersi. Lo scorso anno un nuovo colpo apoplettico lo aveva
costretto ad abbandonare la pastorale attiva, a marzo di quest’anno due infarti lo
hanno portato al ricovero in ospedale prima e il 7 luglio alla Casa per il clero anziano
della diocesi di Biancun. Il decesso domenica scorsa. Le esequie di Mons. Jiang si
svolgeranno domani nella chiesa di Biancun, nella contea di Ningjin. La diocesi di
Zhaoxian, di cui il presule era vescovo, oggi strettamente legata con quella di Xingtai,
conta più di 60 mila cattolici: ha una quarantina di sacerdoti, quasi tutti giovani,
e 120 chiese, inclusi i luoghi d'attività culturale.
Il
Seminario Maggiore ospita una trentina di giovani, e quello minore 84 alunni. Le religiose
della Congregazione di Santa Teresa sono un centinaio. La Diocesi ha varie associazioni
di laici e diverse opere sociali, fra cui il brefotrofio “Casa Alba” con 80 bambini
handicappati, il giornale “Seme di senape”, una stamperia per attività religiose e
culturali, un centro audiovisivo, ecc. Di fronte alla morte di mons. Jiang non si
può fare a meno di ricordare le parole con le quali Benedetto XVI, nella Lettera dello
scorso anno alla Chiesa in Cina, saluta i cattolici cinesi: “Intensa è la gioia per
la vostra fedeltà a Cristo Signore e alla Chiesa [...] poiché «per Cristo vi è stato
dato il dono non solo di credere in lui, ma anche di patire per lui»”.