Segnali di distensione si registrano nei turbolenti rapporti Stati Uniti e Iran. Il
ministro degli Esteri iraniano, Manushehr Mottaki, ha dichiarato oggi a Ankara che
sono possibili discussioni con gli Stati Uniti sulla creazione di una sezione di interessi
americana in Iran e anche su un collegamento aereo tra i due Paesi. Di un apertura
di una sezione di interessi USA nella Repubblica islamica ha parlato ieri anche il
quotidiano britannico Guardian, mentre la scorsa settimana il sottosegretario di Stato,
William Burns, aveva detto in una deposizione al Congresso che una simile ipotesi
è allo studio ma aveva precisato che nessuna decisione è stata ancora presa. Lo stesso
Burns nel fine settimana parteciperà a colloqui sul problema del controverso programma
nucleare di Teheran.
Scontri in Libano A una settimana di distanza
dalla formazione in Libano del nuovo governo di unità nazionale, sono riprese le violenze
tra miliziani e forze di sicurezza a Tripoli, nel nord del Paese: il bilancio è di
un morto e sei feriti. Gli scontri sono scoppiati ieri sera quando i soldati hanno
aperto il fuoco contro un veicolo che ha rifiutato di fermarsi a un posto di blocco
dell'esercito, nel quartiere popolare di Bab al Tebbaneh. Esplosioni e scontri sono
frequenti a Tripoli fra i quartieri confinanti di Bab al Tebbaneh, a maggioranza sunnita
antisiriana, e di Jabal Mohsen, roccaforte degli sciiti vicini al movimento Hezbollah.
Dallo scorso giugno, 14 persone sono rimaste uccise oltre 100 ferite in scontri fra
i due quartieri.
Medio Oriente I mediatori israeliani e palestinesi
si incontreranno il prossimo 30 luglio a Washington, ospiti del segretario di Stato,
Condoleezza Rice, per un ulteriore round di colloqui volto a rilanciare il
processo di pace. Lo ha annunciato un consigliere del presidente Abu Mazen. Per la
prossima settimana, sarebbe inoltre in programma un vertice tra il premier israeliano
Olmert e il presidente palestinese Abu Mazen. Intanto, la polizia e servizi segreti
israeliani hanno arrestato 6 giovani arabo-israeliani, sospettati di voler creare
una cellula di Al Qaeda a Gerusalemme. Due dei fermati sono studenti di fisica e chimica
dell'Università ebraica, e uno di questi, secondo l’accusa, avrebbe voluto abbattere
l'elicottero del presidente americano Bush durante la visita a Gerusalemme di gennaio.
Afghanistan Non
c’è limite all’orrore in Afghanistan, dove una donna e un bambino di 13 anni, entrambi
con corpetti imbottiti di esplosivo, sono stati arrestati mentre tentavano d'introdursi
nella residenza del governatore della provincia di Ghazni per compiervi un attentato
suicida. E i livelli di sicurezza in Afghanistan sono peggiorati al punto tale che
il Giappone ha accantonato il proposito di inviare nuove truppe. Secondo quanto riferiscono
i media giapponesi, il peggioramento dello scenario ha creato divisioni nella coalizione
del primo ministro, Yasuo Fukuda, visto che molti esponenti sia del suo partito, il
Liberaldemocratico, sia degli alleati del New Komeito, hanno espresso perplessità
sull'eventuale approvazione del disegno di legge da parte del parlamento, necessario
per il via libera all'iniziativa.
Iraq Ancora violenze in Iraq. Due
civili sono morti e altri tre sono rimasti feriti stamani a seguito di due distinte
esplosioni nei pressi della città di Baquba, nel nord del Paese. Intanto, a Baghdad
si registra un massiccio dispiegamento di truppe irachene nel corso della preghiera
del venerdì nel turbolento quartiere sciita di Sadr City, teatro nei mesi scorsi di
cruenti scontri tra i miliziani di Moqtada al-Sadr e le forze statunitensi. Al momento
non si segnalano violenze.
Gran Bretagna La Gran Bretagna è sotto
shock per l’ennesima vittima della violenza urbana. Un giovane di 18 anni è stato
pugnalato a morte ieri sera in sobborgo a sud di Londra da un sedicenne tratto in
arresto questa mattina. Si tratta del 21.mo ragazzo ucciso nella capitale dall’inizio
dell’ anno. Quella degli omicidi all’arma bianca è ormai una vera e propria piaga
della capitale britannica, che sta suscitando un crescente allarme sociale. Poche
ore prima di questo nuovo episodio di violenza, il Ministero dell'interno aveva delineato
le proporzioni del fenomeno pubblicando le prime statistiche fornite dalla polizia
d'Inghilterra e del Galles, che ha registrato 22.151 denunce di aggressioni con coltelli
nel 2007. Oltre 7 mila nella sola Londra. La gravità della situazione appare ancora
più evidente se si considera che, nello stesso lasso di tempo, gli episodi criminosi
sono diminuiti nel complesso del 9 per cento. Al momento, il dicastero sta vagliando
diverse possibili contromisure, compresa l'introduzione del coprifuoco notturno nelle
aree più a rischio.
Trattato Lisbona La Gran Bretagna ha completato
il processo per la ratifica del Trattato europeo di Lisbona. Dopo l’approvazione da
parte dei Comuni e della Camera dei Lord, ieri è stato ottenuto “l’assenso reale”
di Elisabetta II. I documenti di ratifica sono così stati depositati a Roma, dal momento
che il trattato di Lisbona, formalmente, è un emendamento del Trattato di Roma del
1957.
Francia Una fuga di materiale radioattivo si è verificata in
un impianto a Romans-sur-Isère, nel sud della Francia. L'autorità locale per la Sicurezza
nucleare afferma tuttavia che "non c'è stato alcun impatto sull'ambiente". Si tratta
del secondo incidente in un sito nucleare francese in meno di due settimane. Secondo
la ricostruzione delle autorità di sicurezza, l’incidente è stato causato dalla rottura
di una condotta di un impianto che si occupa della produzione di combustibile nucleare
per le centrali elettriche e per reattori destinati alla ricerca.
Spagna Il
referendum sull'autodeterminazione dei baschi, indetto dal presidente della Regione
autonoma, Ibarretxe, non si terrà come previsto il 25 ottobre. La Corte costituzionale
spagnola ha infatti sospeso per un periodo di 5 mesi rinnovabile la legge che istituiva
la consultazione, recependo i ricorsi presentati dal governo di Madrid e dall’opposizione
del Partito popolare. I giudici dovranno ora pronunciarsi sulla costituzionalità
del referendum.
Belgio Il re del Belgio, Alberto II, ha respinto
nella notte le dimissioni del primo ministro, Yves Leterme, presentate lunedì scorso
dopo aver fallito la mediazione tra francofoni e fiamminghi per un accordo sulle riforme
dello Stato. In un comunicato, inoltre, si rende noto che il re ha designato tre personalità,
che dovranno “esaminare quali garanzie possono essere offerte per avviare in modo
credibile un dialogo istituzionale”. (Panoramica internazionale a cura di Marco
Guerra)
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