2008-07-18 14:11:24

Il rito della Via Crucis e gli incontri con i leader di altre Chiese e di altre religioni hanno scandito la seconda giornata pubblica di Benedetto XVI a Sydney. Il Papa a pranzo con 12 giovani di tutto il mondo. La testimonianza di un ragazzo congolese


Un “ambasciatore di pace” giunto in un Paese che “riconosce la libertà religiosa” e la “tiene in grande considerazione”. L’esordio della seconda giornata di impegni pubblici a Sydney ha visto Benedetto XVI dare spazio alla dimensione ecumenica e interreligiosa del suo nono viaggio apostolico. In due incontri ravvicinati nella St. Mary’s Cathedral, il Papa si è intrattenuto dapprima con i rappresentanti di altre Chiese e confessioni cristiane dell’Australia e, poco dopo, con una quarantina di leader di altre religioni. Ma ciò che ha “acceso” il pomeriggio e la serata di Sydney è stata la spettacolare Via Crucis lungo i moli e le strade della città che ha coinvolto, alla presenza di Benedetto XVI, oltre 200 mila giovani presenti alla 23.ma Giornata mondiale della gioventù. Il racconto dell’evento, e della giornata trascorsa dal Pontefice, è nelle parole del nostro inviato a Sydney, Roberto Piermarini:RealAudioMP3

(Musica Via Crucis)

 
Sydney in versione “Gerusalemme del Terzo Millennio” ha fatto da sfondo alla Via Crucis della GMG: 14 stazioni dalla cattedrale di St. Mary fino al molo di Barangaroo che si affaccia sulla baia. Scenari naturali mozzafiato, un giovane italo-australiano di 26 anni nel ruolo di Gesù che ha commosso i presenti per la sua interpretazione, una Madonna dal volto della Vergine di Zeffirelli, cento attori in costume, un aborigeno nei panni del cireneo che ha portato la croce, i testi delle meditazioni preparate dal gesuita Peter Steele, ma anche musiche - dal gospel al rock fino al gregoriano - danze, giochi di luce. Il regista don Franco Cavanna, sacerdote di origini italiane, vocazione adulta, con un passato da regista lirico è riuscito nel difficile compito di calare il cammino “doloroso” della croce, dai grattacieli della City alle sponde della baia, tra due ali di giovani in raccoglimento e preghiera. Di forte impatto emotivo la crocifissione e la deposizione in una Sydney avvolta dal buio della notte, rischiarata solo dalla luce della Croce.

 
(Inserto canto)

 
Benedetto XVI, che a St.Mary ha letto una preghiera dopo la prima stazione, ha seguito l’itinerario, raccolto in preghiera davanti ad uno schermo nella cripta della cattedrale. Quella del Papa è stata una giornata intensa iniziata questa mattina con le visite del governatore e del premier del Nuovo Galles del Sud e del sindaco di Sydney. Al termine si è trasferito nella cripta della cattedrale dove lo attendevano i rappresentanti delle Chiese cristiane presenti in Australia. Il Papa - che ha ricordato l’Accordo siglato nel 2004 dal Consiglio nazionale delle Chiese il quale ha raggiunto punti di convergenza rispettando le differenze – ha detto che “il cammino dell’ecumenismo parte dal Battesimo ma mira ad una comune celebrazione dell’Eucarestia, sacramento per eccellenza dell’unità della Chiesa”:

 
For this reason, a candid dialogue concerning the place of the…”

 
"Per questa ragione un sincero dialogo concernente l’Eucaristia, gioverà a far avanzare il movimento ecumenico e ad unificare la nostra testimonianza davanti al mondo". Il Papa non ha nascosto che l’ecumenismo è giunto ad un punto critico. Solo la prassi infatti non basta per l’unità dei cristiani ma “dobbiamo stare in guardia contro ogni tentazione di considerare la dottrina come fonte di divisione” ed avere il coraggio di affrontarla in quello che ci divide. Successivamente, in una sala della cattedrale, l’incontro con gli esponenti di tutte le religioni. Negli indirizzi di saluto il rabbino Lawrence ha citato i passi avanti fatti in questi anni nel dialogo ebraico-cristiano mentre lo Sheik Saleem ha affermato che “il vero fondamentalismo è quello dell’amore”. Per il Papa è stata un’occasione per riaffermare che la correlazione tra religione e vita pubblica è importante in questa nostra epoca che ritiene la religione causa di divisione più che forza di unità. La religione – ha affermato – si pone al servizio dell’umanità se mostra la sua innata aspirazione a vivere in comunione e in armonia con gli altri. Se coltiva l’abnegazione, la temperanza e l’uso moderato dei beni naturali, può educare i giovani i quali, quando si vedono presentare ideali elevati, sono attratti all’ascetismo e alla pratica della virtù morale attraverso il rispetto di sé e l’attenzione verso gli altri.

I have come to Australia as an ambassador of peace …”

 
“Sono venuto in Australia come ambasciatore di pace per condividere questo anelito ed insieme il desiderio di aiutare il mondo a conseguire la pace. La religione offre la pace – ha concluso – suscita nello spirito umano la sete della verità e la fame della virtù”. Sul clima di questi due incontri il commento del nostro direttore al seguito papale padre Federico Lombardi:

 
"Il clima dell’incontro, sia ecumenico, sia interreligioso, è stato veramente molto positivo e molto sereno. I discorsi che sono stati fatti dai rappresentanti, dal vescovo anglicano ausiliare di Sydney e, poi nell’incontro interreligioso, dal rabbino e dallo sheik musulmano, sono stati veramente degli ottimi, bellissimi discorsi, che, tra l’altro, hanno messo in rilievo la positività dell’esperienza della Giornata mondiale della gioventù. Si vede che questo fatto di una gioventù entusiasta, che si vuole impegnare nel mondo di oggi, avendo una profonda dimensione spirituale, è qualcosa che anche le altre confessioni cristiane e le altre religioni apprezzano moltissimo e se ne sentono incoraggiate. E’ proprio una testimonianza della vitalità dello spirito, delle dimensioni spirituali essenziali, soprattutto in una società secolarizzata, in cui tutti gli uomini religiosi si sentono sfidati dall’evoluzione secolaristica o materialistica che c’è in atto in tante società. Quindi, un evento come questo è visto positivamente molto sinceramente da tutti".

 
Benedetto XVI ha poi pranzato con 12 giovani di diverse nazionalità che hanno raccontato le loro problematiche e le loro aspirazioni.

E dunque, il pranzo del Papa con la dozzina di giovani provenienti da vari Paesi del mondo ha fatto da preludio all'affollata Via Crucis del pomeriggio. L’inviata a Sydney della nostra redazione francese, Mathilde Auvillain, ha avvicinato uno di loro: il 29.enne Jean-Fabien Baloza, proveniente dalla Repubblica Democratica del Congo:RealAudioMP3

R. - C’est une expérience de foi avec le Saint Père…
E’ davvero un’esperienza di fede quella che abbiamo vissuto insieme al Santo Padre. Siamo molto contenti! E’ stato formidabile, formidabile! La nostra conversazione è stata come quella che si ha con un padre di famiglia. Ci ha ascoltato e ci ha benedetto.

 
D. – Che cosa vi ha raccontato durante il pranzo?

 
R. – Nous a encouragé…
Ci ha incoraggiato e attraverso di noi ha incoraggiato tutti i giovani. Ci ha detto che la Chiesa di domani confida su di noi. Noi siamo la base della Chiesa ed è per questo che ha voluto incontrarci in modo così particolare. Vuole sostenerci!

 
D. – Cosa avete confidato al Papa?

 
R. – Certain expérience de tous ….
Ciascuno di noi ha raccontato le esperienze del proprio Paese. Gli abbiamo poi raccontato le esperienze di ciascuno di noi, anche le difficoltà dei giovani. Lo Spirito Santo ci deve aiutare anche a risolvere alcune difficoltà che vive la Chiesa. Il Papa ci ha incoraggiato! Ci ha assicurato che è con noi e ci sostiene.

 
D. – Avevi già visto il Papa o questa è stata la prima volta?

 
R. – C’est la première fois.
E’ stata la prima volta, con questo Papa è stato il mio primo incontro.

 
D.- Ed è anche la prima volta che partecipi alla GMG?

 
R. – Oui, c’est la première fois a la GMG aussi.
Sì, è anche la mia prima volta ad una GMG.

 
D. – Qual è dunque la tua esperienza a questa Giornata mondiale della Gioventù?

 
R. – J’ai eu le temps de prendre conscience d’abord…
Ho preso coscienza che la Chiesa esiste e che lo Spirito Santo è con noi, ci spinge ad andare avanti e ci avvicina all’amore di Dio. Oggi mi sono reso conto che è possibile creare un mondo senza frontiere! Tutte le nazioni, le tribù e i popoli che si sono riuniti a Sydney si sono salutati usando lingue diverse, ma tutti sono riusciti a comprendere ciò che diceva l’altro. Io dico che questa è un’opera dello Spirito Santo e che oggi tutti noi possiamo veramente dire che la Chiesa è una Chiesa universale.

Il silenzio carico d’ascolto è stata forse la caratteristica che più ha impressionato - se rapportata al numero dei presenti - del rito della Via Crucis, che ha chiuso il secondo momento di Benedetto XVI con i giovani in Australia. Marina Tomarro, presente all’evento, ha raccolto alcune impressioni:RealAudioMP3

“Secondo me, vivere la Passione di Cristo significa anzitutto interpretare quella che è effettivamente la metafora della nostra vita, perchè alla fine Cristo con questo suo percorso, con la via della croce, ci ha indicato la via. Vivere qui a Sydney a me sta facendo pensare a questa cosa: a quando Gesù è stato interrogato e c’era una folla, una moltitudine contro di lui. Oggi, invece, vogliamo sovvertire questa immagine, perchè c’è una moltitudine che invece è per Lui”.







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