La vita non è casuale, avvicinatevi all'amorevole abbraccio di Cristo
Migliaia di persone si sono riunite nella baia di Sydney per porgere il benvenuto
al Papa. Ad aprire i festeggiamenti sono stati i capi anziani della comunità aborigena
dell’Australia, a cui ha fatto seguito lo sbandieramento di colori delle bandiere
di tutto il mondo. Sul molo di Barangaroo a Sidney si è poi svolta la festa di
accoglienza dei giovani, a cui Benedetto XVI ha rivolto il suo saluto e un discorso,
del quale proponiamo i brani principali:
Cari giovani, (…) Qualunque
sia il Paese da cui proveniamo, finalmente siamo qui, a Sydney! E siamo radunati insieme
in questo nostro mondo quale famiglia di Dio, quali discepoli di Cristo, confermati
dal suo Spirito per essere testimoni del suo amore e della sua verità davanti a tutti.
Desidero
anzitutto ringraziare gli Anziani degli Aborigeni che mi hanno dato il benvenuto prima
che io salissi sul battello nella Rose Bay. Sono profondamente commosso di trovarmi
nella vostra terra, sapendo delle sofferenze e delle ingiustizie che essa ha sopportato,
ma cosciente anche del risanamento e della speranza ora in atto, con legittimo orgoglio
di tutti i cittadini australiani. Ai giovani indigeni – aborigeni e abitanti delle
Isole dello Stretto di Torres - e Tokelauani esprimo il mio grazie per il toccante
benvenuto. Attraverso di voi, invio cordiali saluti ai vostri popoli.
(…) Di
fronte a me vedo un’immagine vibrante della Chiesa universale. La varietà di Nazioni
e di culture dalle quali provengono i vostri saluti dimostra che davvero la Buona
Novella di Cristo è per tutti e per ciascuno; essa ha raggiunto i confini della terra.
E tuttavia so anche che un buon numero fra voi è tuttora alla ricerca di una patria
spirituale. Alcuni fra voi, assolutamente benvenuti tra noi, non sono cattolici o
cristiani. Altri tra voi, forse, si muovono ai confini della vita della parrocchia
e della Chiesa. A voi desidero offrire il mio incoraggiamento: avvicinatevi all’amorevole
abbraccio di Cristo; riconoscete la Chiesa come vostra casa. Nessuno è obbligato a
rimanere all’esterno, poiché dal giorno di Pentecoste la Chiesa è una e universale.
Questa
sera desidero includere anche quanti non sono presenti fra di noi. Penso specialmente
ai malati o ai disabili psichici, ai giovani in prigione, a quanti faticano ai margini
delle nostre società ed a coloro che per una qualche ragione si sentono alienati dalla
Chiesa. A loro dico: Gesù ti è vicino! Sperimenta il suo abbraccio che guarisce, la
sua compassione, la sua misericordia!
Quasi duemila anni orsono gli Apostoli,
radunati nella sala superiore della casa insieme con Maria e con alcune donne fedeli,
furono riempiti di Spirito Santo. In quello straordinario momento, che segnò la nascita
della Chiesa, la confusione e la paura che avevano bloccato i discepoli di Cristo
fin dall’Ascensione si trasformarono in una vigorosa convinzione e in consapevolezza
di uno scopo. Si sentirono spinti a parlare del loro incontro con Gesù risorto, che
oramai chiamavano affettuosamente il Signore.
(….) E in adempimento del comando
di Cristo stesso, partirono, testimoniando la storia più grande di tutti i tempi:
quella che Dio si è fatto uno di noi, che il divino è entrato nella storia umana per
poterla trasformare, e che siamo chiamati ad immergerci nell’amore salvifico di Cristo
che trionfa sul male e sulla morte. Nel suo famoso discorso all’areopago, san Paolo
introdusse il messaggio così: “Dio dona ogni cosa, compresa la vita e il respiro,
a ciascuno, così che tutte le Nazioni possano ricercare Dio, e seguendo le proprie
vie verso di lui, ottenere il risultato di trovarlo. Infatti egli non è lontano da
ciascuno di noi, poiché in lui viviamo, ci muoviamo ed esistiamo” (cfr At 17, 23-34).
Da
quel momento, uomini e donne sono usciti fuori per raccontare la stessa vicenda, testimoniando
l’amore e la verità di Cristo, e contribuendo alla missione della Chiesa. (…) Divennero
umili ma tenaci costruttori di così gran parte dell’eredità sociale e spirituale che
ancora oggi reca bontà, compassione e scopo a queste Nazioni. E furono capaci di ispirare
un’altra generazione. Viene alla mente immediatamente la fede che sostenne la beata
Mary McKillop nella sua forte determinazione di educare specialmente i poveri, e il
beato Peter To Rot nella sua ferma convinzione che la guida di una comunità deve sempre
rifarsi al Vangelo. Pensate anche ai vostri nonni e ai vostri genitori, i vostri primi
maestri nella fede. Anch’essi hanno fatto innumerevoli sacrifici di tempo e di energia,
mossi dall’amore per voi. (…)
Oggi è il mio turno. (…) La vista del nostro
pianeta dall’alto è stata davvero magnifica. Il luccichio del Mediterraneo, l’immensità
del deserto nordafricano, la lussureggiante foresta dell’Asia, la vastità dell’Oceano
Pacifico, l’orizzonte sul quale il sole sorge e cala, il maestoso splendore della
bellezza naturale dell’Australia, di cui ho potuto godere nei trascorsi due giorni;
tutto ciò suscita un profondo senso di reverente timore. (…) Ma vi è di più, qualcosa
di difficile percezione dall’alto dei cieli: uomini e donne creati niente di meno
che ad immagine e somiglianza di Dio (cfr Gn 1,26). Al cuore della meraviglia della
creazione ci siamo voi ed io, la famiglia umana “coronata di gloria e di onore”.(…)
Introdotti nel silenzio, in uno spirito di gratitudine, nella potenza della
santità, noi riflettiamo. Che cosa scopriamo? Forse con riluttanza giungiamo ad
ammettere che vi sono anche delle ferite che segnano la superficie della terra: l’erosione,
la deforestazione, lo sperpero delle risorse minerali e marine per alimentare un insaziabile
consumismo. Alcuni di voi giungono da isole-Stato, la cui esistenza stessa è minacciata
dall’aumento dei livelli delle acque; altri da Nazioni che soffrono gli effetti di
siccità devastanti. (…) E c’è di più. Che dire dell’uomo, del vertice della creazione
di Dio? Ogni giorno incontriamo il genio delle conquiste umane. Dai progressi nelle
scienze mediche e dalla sapiente applicazione della tecnologia fino alla creatività
riflessa nelle arti, in molti modi cresce costantemente la qualità e la soddisfazione
della vita della gente. Anche tra voi vi è una pronta disponibilità ad accogliere
le abbondanti opportunità che vi vengono offerte. (…) Scopriamo che non soltanto
l’ambiente naturale, ma anche quello sociale - l’habitat che ci creiamo noi stessi
- ha le sue cicatrici; ferite che stanno ad indicare che qualcosa non è a posto. Anche
qui nelle nostre vite personali e nelle nostre comunità possiamo incontrare ostilità
a volte pericolose; un veleno che minaccia di corrodere ciò che è buono, riplasmare
ciò che siamo e distorcere lo scopo per il quale siamo stati creati. Gli esempi abbondano,
come voi ben sapete. Fra i più in evidenza vi sono l’alcool e l’abuso di droghe, l’esaltazione
della violenza e il degrado sessuale, presentati spesso dalla televisione e da internet
come divertimento. Mi domando come potrebbe uno che fosse posto faccia a faccia con
persone che soffrono al presente violenza e sfruttamento sessuale spiegare che queste
tragedie, riprodotte in forma virtuale, sono da considerare semplicemente come “divertimento”. Vi
è dunque qualcosa di sinistro che sgorga dal fatto che libertà e tolleranza sono così
spesso separate dalla verità. Questo è alimentato dall’idea, oggi ampiamente diffusa,
che non vi sia una verità assoluta a guidare le nostre vite. Il relativismo, dando
valore in pratica indiscriminatamente a tutto, ha reso l’“esperienza” importante più
di tutto. In realtà, le esperienze, staccate da ogni considerazione di ciò che è buono
o vero, possono condurre non ad una genuina libertà, bensì ad una confusione morale
o intellettuale, ad un abbassamento dei livelli morali, alla perdita dell’autostima
e persino alla disperazione.
Cari amici, la vita non è governata dalla sorte,
non è casuale. La vostra personale esistenza è stata voluta da Dio, benedetta da lui
e ad essa è stato dato uno scopo! La vita non è un semplice succedersi di fatti e
di esperienze, per quanto utili molti di tali eventi possano essere. È una ricerca
del vero, del bene e del bello. Proprio per tale fine compiamo le nostre scelte, esercitiamo
la nostra libertà e in questo, cioè nella verità, nel bene e nel bello, troviamo felicità
e gioia. (…). Cristo offre di più! Anzi, offre tutto! Solo lui, che è la Verità,
può essere la Via e pertanto anche la Vita. (…) Cari amici, a casa, a scuola, all’università,
nei luoghi di lavoro e di svago, ricordatevi che siete creature nuove. Non state soltanto
di fronte al Creatore pieni di stupore, rallegrandovi per le sue opere, ma tenete
presente che il fondamento sicuro dell’umana solidarietà sta nell’origine comune di
ogni persona, il vertice del disegno creativo di Dio per il mondo. Come cristiani,
voi siete in questo mondo sapendo che Dio ha un volto umano – Gesù Cristo – la “via”
che soddisfa ogni anelito umano, e la “vita” della quale siamo chiamati a dare testimonianza,
camminando sempre nella sua luce.
Il compito di testimone non è facile. Vi
sono molti, oggi, i quali pretendono che Dio debba essere lasciato “in panchina” e
che la religione e la fede, per quanto accettabili sul piano individuale, debbano
essere o escluse dalla vita pubblica o utilizzate solo per perseguire limitati scopi
pragmatici. Questa visione secolarizzata tenta di spiegare la vita umana e di plasmare
la società con pochi riferimenti o con nessun riferimento al Creatore. Si presenta
come una forza neutrale, imparziale e rispettosa di ciascuno. In realtà, come ogni
ideologia, il secolarismo impone una visione globale. Se Dio è irrilevante nella vita
pubblica, allora la società potrà essere plasmata secondo un’immagine priva di Dio,
e il dibattito e la politica riguardanti il bene comune saranno condotti più alla
luce delle conseguenze che dei principi radicati nella verità.
Tuttavia l’esperienza
mostra che il discostarsi dal disegno di Dio creatore provoca un disordine che ha
inevitabili ripercussioni sul resto del creato. (…) E che dire del nostro ambiente
sociale? Siamo ugualmente vigili quanto ai segni del nostro volgere le spalle alla
struttura morale di cui Dio ha dotato l’umanità? (…) E così siamo condotti a riflettere
su quale posto hanno nelle nostre società i poveri, i vecchi, gli immigranti, i privi
di voce. Come può essere che la violenza domestica tormenti tante madri e bambini?
Come può essere che lo spazio umano più bello e sacro, il grembo materno, sia diventato
luogo di violenza indicibile?
(…) Il nostro mondo si è stancato dell’avidità,
dello sfruttamento e della divisione, del tedio di falsi idoli e di risposte ipocrite,
e della pena di false promesse. Il nostro cuore e la nostra mente anelano ad una visione
della vita dove regni l’amore, dove i doni siano condivisi, dove si edifichi l’unità,
dove la libertà trovi il proprio significato nella verità, e dove l’identità sia fondata
in una comunione rispettosa. Questa è opera dello Spirito Santo! Questa è la speranza
offerta dal Vangelo di Gesù Cristo! È per rendere testimonianza a questa realtà che
siete stati ricreati nel Battesimo e rafforzati mediante i doni dello Spirito nella
Cresima. Sia questo il messaggio che voi portate da Sydney al mondo!
(…)Mi
rivolgo ora con affetto ai giovani di lingua italiana. Cari amici, anche questa volta
avete risposto numerosi al mio invito, nonostante le difficoltà dovute alla distanza.
Vi ringrazio, e voglio salutare anche i vostri coetanei che dall’Italia sono spiritualmente
uniti a noi. Vi invito a vivere con grande impegno interiore queste giornate: aprite
il cuore al dono dello Spirito Santo, per essere rafforzati nella fede e nella capacità
di rendere testimonianza al Signore risorto. Arrivederci!
La versione
integrale del discorso del Santo Padre verrà pubblicata sul sito Internet della Santa
Sede www.vatican.va e sull'Osservatore Romano.