La preghiera di Benedetto XVI sulla tomba di suor Mary MacKillop, la prima Beata dell'Australia:
un modello nella difesa dei diritti dei deboli
La Chiesa australiana ha un modello di vita cristiana cui ispirarsi e Benedetto XVI
lo ha significativamente indicato all’inizio della sua prima uscita pubblica di oggi,
fermandosi in preghiera sulla tomba di Suor Mary MacKillop, la prima Beata del Paese.
“I suoi interventi a difesa di quanti erano trattati ingiustamente e l’esempio pratico
di santità sono divenuti - ha detto più tardi di lei il Papa - sorgente di ispirazione
per tutti gli australiani”. Ma chi era Mary MacKillop? Lo racconta in questo servizio
Alessandro De Carolis:
(musica)
Mary
MacKillop è anzitutto una donna coraggiosa. Una donna energica, moderna nel suo affrontare
le difficoltà la vita, nonostante la sua parabola esistenziale si consumi nella seconda
metà dell’Ottocento. Primogenita di scozzesi trapiantati nell’entroterra di Melbourne,
conduce un’esistenza modesta e a 18 anni ottiene il suo primo incarico di maestra
nello Stato dell’Australia meridionale. Quel lavoro le spalanca un orizzonte che l’incontro
con un sacerdote, padre Giuliano Tenison Woods, le permette di trasformare in un’opera
straordinaria. Mary MacKillop diventa la prima di un gruppo di maestrine senza paga.
Lei, e le ragazze che presto la seguono, insegnano ai bambini poveri, gratuitamente.
Materie culturali e Vangelo. L’opera diventa un Istituto religioso, quello delle Suore
Giuseppine. Il vescovo le approva nel 1868, ma già Mary ha aperto una seconda scuola
ad Adelaide. E’ instancabile. Si sposta a cavallo da un posto all’altro sulle abissali
distanze australiane, una volta viaggia di notte per assistere una suora che sta morendo,
un’altra si getta in un fiume burrascoso che sta per travolgere un bambino, adotta
una bambina abbandonata.
Come spesso accade, il
suo zelo e la sua coerenza cristiana fanno emergere contrasti, gelosie di bassa lega.
Maria della Croce, questo il suo nome da religiosa, è osteggiata, anche con accuse
infamanti, che le costano la scomunica. Suor Mary obbedisce, docilmente, e la verità
viene a galla. Il vescovo ritira la scomunica, scusandosi con la religiosa. Che intanto
è proiettata verso Roma: nel 1873 è ricevuta da Pio IX, nel 1883 Leone XIII approva
la Regola. Suor Mary ha 46 anni e l’Istituto da lei fondato si trapianta anche in
Nuova Zelanda. Con l’età e il logorio di una vita spesa senza risparmio, la salute
di Suor Mary si deteriora. A cederle è quel cuore diventato una casa per tanti ragazzini
australiani senza casa e senza mezzi. Muore l’8 agosto 1909 e nel 1995, durante il
suo viaggio in Oceania, Giovanni Paolo II la proclama Beata. Oggi, Suor Mary rivive
nelle 900 suore che ne seguono le orme, il gruppo più numeroso di religiose presenti
in Australia, ma esteso fino al Perù.