In questi giovani "c'è la gioia di essere cristiani": il commento di uno dei vescovi
italiani a Sydney, mons. Michele Pennisi
Domattina, quando in Italia sarà l’1.30 di notte, Benedetto XVI inizierà la sua seconda
giornata di impegni pubblici di questo suo nono viaggio apostolico. Dopo un saluto
con le autorità civili, il Papa avrà un incontro ecumenico e uno interreligioso nella
Cattedrale di Sydney e successivamente si tratterrà a pranzo con alcuni giovani. Poi,
alle 15 ora locale, il momento tradizionale e spiritualmente denso delle Giornate
mondiali della gioventù: la Via Crucis per le strade di Sydney, con Benedetto XVI
che guiderà la preghiera della prima e dell’ultima stazione. Atteso, infine, anche
l’incontro che chiuderà la giornata, quando il Papa vedrà un gruppo di giovani disadattati
e rivolgerà loro un discorso. Giornata intensa, dunque, come quella appena trascorsa,
sulla quale si sofferma il vescovo di Piazza Armerina, Michele Pennisi, raggiunto
telefonicamente a Sydney da Fabio Colagrande:
R. – E’ stata
un’accoglienza festosa, multicolore. Mi è sembrato di essere proprio in un grande
cenacolo all’aperto, perché c’erano giovani di ogni razza, di ogni lingua, che con
il solo sorriso già testimoniavano la loro fede. Mi ha colpito molto, quando il Santo
Padre ha detto che non possiamo lasciare Cristo in panchina, ma dobbiamo metterlo
al centro della vita. Veramente ho visto in questi giovani la gioia di essere cristiani,
la gioia di essere testimoni di Cristo con la forza dello Spirito Santo.
D.
– Il Papa ha sottolineato il fatto che, purtroppo, libertà e tolleranza sono spesso
separate dalla verità...
R. – Certamente, non si
può separare la libertà dalla verità e dalla carità. Lo Spirito Santo è Spirito di
libertà, ma proprio perché lo Spirito è lo Spirito di Cristo, ci tiene uniti a Cristo,
che è la verità. E lo Spirito Santo mi pare importante venga riscoperto dai giovani,
come una forza dinamica, capace di rinnovare la vita, di rinnovare il mondo, ma anche
di mandare i giovani in missione nella vita ordinaria ed essere testimoni di Cristo
in mezzo ad altri giovani.
D. – Lei viene da una
terra, la Sicilia, che ha una natura bellissima, però che soffre molto. Il Papa ha
ricordato la necessità di curare l’ambiente, anche parlando ai giovani oggi...
R.
– Certamente, è importante rispettare l’opera della creazione e poi qui in Australia,
dove c’è un ambiente naturale molto vario e bello, è importante vedere nella creazione
il segno di Dio, il segno della presenza di Dio e, quindi, di rispettarlo, perché
il rapporto con Dio ci riconcilia con noi stessi, ma ci riconcilia anche con la natura.