I vescovi del Venezuela invitano i cattolici a rinnovare la propria vita seguendo
il Vangelo
“Invitiamo tutta la nostra Chiesa a lasciarsi guidare dallo Spirito Santo in una
nuova Pentecoste, infiammati dal nuovo ardore apostolico e missionario che ci chiedeva
il Papa Giovanni Paolo II, per il rinnovamento spirituale e la trasformazione della
nostra Patria”. È questa l’esortazione che i vescovi del Venezuela rivolgono a tutto
il popolo cattolico, invitandolo ad un vero rinnovamento spirituale, in un documento
pubblicato al termine della loro Assemblea plenaria ed intitolato “Rinnoviamo la mente
ed il cuore”. Il testo è ispirato ai lineamenti pastorali del Concilio plenario del
Venezuela, celebrato lo scorso anno, e al Documento finale di Aparecida. In primo
luogo, i vescovi sottolineano alcuni recenti frutti di conversione, solidarietà e
riconciliazione, e la migliore conoscenza della Parola di Dio. I presuli rimarcano
anche il rinvigorimento dell’unità nella Chiesa e la maggiore adesione delle espressioni
di religiosità popolare verso la pietà eucaristica e mariana. Tuttavia, ricordano
che esistono anche gravi difetti morali nel campo sociale, familiare ed economico.
Criticità che si riflettono su diverse di queste forme e colpiscono i figli della
Chiesa: relativismo etico, tendenza secolarizzante, diminuzione della pratica religiosa
e della celebrazione dei sacramenti, aumento delle sette, di ideologie e nuove correnti
spiritualistiche. Per questo, i vescovi propongono di vivere un’autentica spiritualità
cristiana che nasca dall’incontro personale con Gesù Cristo in una comunione con Dio
e con i fratelli. I vescovi avanzano poi alcune proposte, tra cui l’invito a tutti
gli operatori pastorali “a formarsi nella spiritualità di comunione con Dio e con
i fratelli, coltivando nelle famiglie, nelle comunità e nelle parrocchie, la vita
di preghiera, il dialogo fraterno e la partecipazione alla vita comunitaria”. Chiedono
in particolare ai sacerdoti di proporre ai fedeli la Parola di Dio “come dono del
Padre per l’incontro con Gesù Cristo vivo”. Alle comunità raccomandano che siano “autentiche
scuole di preghiera”. Per fare ciò devono “intensificare il culto eucaristico e la
preghiera della Liturgia delle ore”. Chiedono anche ai sacerdoti e agli operatori
pastorali di incoraggiare il popolo di Dio affinché la domenica sia vissuta come il
“giorno speciale della fede, festa cristiana e commemorazione settimanale della Pasqua”,
incentivando la partecipazione dei fedeli. Sempre ai sacerdoti, come ministri del
Sacramento della riconciliazione, è chiesto “di offrire con generosità ai fedeli la
pratica di questo Sacramento, fonte unica del perdono e della grazia”. Oltre alla
Confessione, si deve favorire anche la dimensione spirituale, che “è un mezzo efficace
per la crescita e la maturazione del credente”. Un altro punto raccomandato dai vescovi
è la pratica penitenziale che “orientata alla sequela di Cristo, esige rinuncia e
sforzo costante”. A questo proposito invitano i fedeli “a vivere lo spirito penitenziale,
specialmente nei tempi e nei giorni di penitenza indicati dalla Chiesa durante l’anno
liturgico, e le pratiche del digiuno e dell’astinenza, condividendo il pane con i
poveri”. I vescovi si impegnano infine a promuovere le comunità ecclesiali di base,
i gruppi di dialogo e “tutto quello che favorisca la crescita spirituale e la pietà
del Paese di Dio”. Raccomandano alle famiglie di pregare unite il Rosario, di recitare
la preghiera di benedizione prima dei pasti, di invocare la presenza del Signore nei
momenti solenni della vita dei suoi membri, di santificare il lavoro e l’offerta quotidiana.
(L.B.)