A Sydney, il festoso incontro di Benedetto XVI con i 500 mila giovani della GMG. Il
Papa: non mettete Dio "in panchina", ma difendete la vita e il Creato
Se si vuole vivere oggi da cristiani nelle società secolarizzate, non è possibile
lasciare Dio “in panchina”. E un cristiano coerente è colui che difende “le meraviglie
della Creazione”, senza però dimenticare che è più importante difendere la “dignità”
della persona umana, specie se appartenente a una minoranza etnica, come quella degli
aborigeni. I primi due discorsi ufficiali pronunciati oggi da Benedetto XVI hanno
già lasciato il segno tra le autorità civili ed ecclesiali dell’Australia. Ma lo hanno
lasciato soprattutto tra i circa 500 mila giovani che hanno trasformato il molo di
Barangaroo, sulla baia di Sydney, e le piazze della città in uno spettacolo a cielo
aperto fatto di entusiasmo e di affetto nei confronti del Papa, finalmente, e fisicamente,
in mezzo a loro per vivere i giorni “caldi” della GMG. Ripercorriamo, dunque, i momenti
salienti di questa intensa giornata nella cronaca del nostro inviato a Sydney, Roberto
Piermarini:
(Canti) In
un tripudio di applausi e di canti, 150 mila giovani hanno accolto il Papa che in
un grande battello bianco è giunto al molo di Barangaroo dopo una navigazione tra
le insenature della splendida baia di Sydney con 12 imbarcazioni che gli hanno fatto
da corona, cariche di giovani. Passando davanti alle vele bianche dell’Opera House,
l’edificio simbolo dell’Australia incastonato come una perla nel cuore della baia
di Sydney, il Papa è stato attorniato da 16 giovani: 12 dei quattro continenti e 4
australiani. (Inserto suoni aborigeni) A
Barangaroo Benedetto XVI è stato accolto ancora da una danza aborigena e da un canto
nella tipica lingua galidal. A dargli il benvenuto: l’arcivescovo di Sydney, il cardinale
Pell, il quale ha accolto Benedetto XVI come successore di Pietro ed ha ricordato
“Giovanni Paolo il Grande” che ha indetto queste Giornate mondiali della gioventù
e che per ben due volte ha visitato l’Australia. Suggestiva la processione dell’Evangelario
portato sul modellino di una canoa perché i popoli dell’Oceania considerano Dio come
“il grande pescatore”. Nel discorso ai giovani il Papa ha ripreso
i temi che stanno caratterizzando questa visita. Ha ricordato le sofferenze e le ingiustizie
sopportate dagli aborigeni e la salvaguardia dell’ambiente. E lo ha fatto confessando
la sua “apprensione per il lungo volo da Roma”, nel quale però, ha potuto ammirare
le meraviglie del creato. Ma dobbiamo ammettere - ha osservato Benedetto XVI - “le
ferite che segnano la superficie della terra: l’erosione, la deforestazione, lo sperpero
delle risorse minerali e marine per alimentare un insaziabile consumismo mentre altri
Paesi sono minacciati dall’aumento dei livelli delle acque, dalla siccità”. Ma non
si è soffermato solo sulle “ferite ambientali” ma anche su quelle sociali, che sono
capaci di distorcere lo scopo per cui siamo stati creati, come l’abuso di alcool e
le droghe, la violenza, il degrado sessuale. Questo perché – ha sottolineato il Papa
– libertà e tolleranza sono spesso separate dalla verità. Per il mondo non c’è una
verità assoluta a guidare le nostre vite. Il relativismo privilegia “l’esperienza”
che così è staccata da ciò che è buono e che porta ad “una falsa libertà, ad una confusione
morale o intellettuale, alla perdita dell’autostima e persino alla disperazione. “Christ
offers more! Indeed he offers everything!...” "Cristo offre
di più! Anzi, offre tutto! Solo Lui, che è la Verità, può essere la Via e pertanto
anche la Vita" che ci viene data attraverso il battesimo. E’ nel battesimo che Dio
ci introduce nella santità, ci adotta come figli e possiamo diventare una nuova creatura.
Dio non può essere lasciato “in panchina”, la fede non può essere confinata nella
sfera individuale, la religione e la fede non possono essere esclusi dalla vita pubblica.
E’ una visione secolarizzata – ha osservato Benedetto XVI – che vuole plasmare la
società senza un’immagine di Dio, ma questo discostarsi dal Suo disegno, provoca un
disordine che ha inevitabili ripercussioni sul resto del creato. Così a livello sociale
- si è chiesto il Papa - che posto hanno gli anziani, i poveri, gli immigrati, i senza
voce? Come frenare la violenza domestica che tormenta madri e bambini? Come salvaguardare
il grembo materno? Non-violenza, sviluppo sostenibile, giustizia, pace, cura dell’ambiente
come possono essere rispettati se si vìola la dignità della vita umana dal concepimento
fino alla morte naturale che sono conferiti da Dio stesso e sono inviolabili? “Our
heart and minds are yearning for a vision of life…” "Il
nostro cuore e la nostra mente anelano ad una visione della vita dove regni l’amore,
dove i doni siano condivisi, dove si edifichi l’unità, dove la libertà trovi il proprio
significato nella verità e dove l’identità sia trovata in una comunione rispettosa.
Questa è opera dello Spirito Santo! Questa è la speranza offerta dal Vangelo di Gesù
Cristo" che ci dona il suo spirito attraverso il battesimo e la confermazione. Tra
i saluti in varie lingue, anche quello per i giovani italiani: “Vi
invito a vivere con grande impegno interiore queste giornate: aprite il cuore al dono
dello Spirito Santo, per essere rafforzati nella fede e nella capacità di rendere
testimonianza al Signore Risorto”. Benedetto XVI è rientrato
nella residenza della cattedrale tra due ali di folla festante. E’ stato confermato
così quello che i media definivano il “Super Thursday”, il “Super giovedì”, con la
visita pubblica del Papa il quale, come primo atto, questa mattina si è recato nella
residenza del primo ministro australiano Rudd per la cerimonia di benvenuto. Nel suo
discorso il premier ha definito Benedetto XVI “voce di speranza e apostolo di pace”
e – su loro richiesta - lo ha salutato anche a nome degli aborigeni. In proposito
nel suo discorso Benedetto XVI non ha mancato di ringraziare il governo australiano
che nei mesi scorsi ha riconosciuto le ingiustizie commesse nel passato nei confronti
degli aborigeni, invocando però una loro maggiore integrazione nel campo educativo
ed economico. Ha ripreso il tema della salvaguardia dell’ambiente ed ha ricordato
il contributo dell’Australia per il mantenimento della pace nel sud-est asiatico.
Poi il pensiero alla GMG, scopo del suo viaggio: “World Youth
Day fills me with confidence for the future…” “La Giornata
mondiale della gioventù mi riempie di fiducia per il futuro della Chiesa e per il
futuro del nostro mondo”, ha detto il Papa, perché i giovani – che hanno intrapreso
un viaggio lungo e faticoso – vogliono ritrovarsi insieme per approfondire la propria
fede e condividere un’esperienza gioiosa di comunione nella sua Chiesa. Infine l’invito
a tutti i giovani riuniti a Sydney, ad avere il coraggio di diventare santi perché
questo è ciò di cui il mondo ha oggi bisogno. Benedetto XVI si è quindi recato a pregare
nella cappella della Beata Mary McKillop prima del colloquio privato con il governatore
Jeffery ed il premier Rudd. Momenti che ci racconta il nostro direttore al seguito
papale padre Federico Lombardi: R. – La
Beata Mary McKillop è una famosa fondatrice di un ordine religioso di suore, le Sister
of St. Joseph ed è la prima beata australiana, che fu beatificata da Giovanni Paolo
II proprio durante l’ultimo precedente viaggio qui in Australia. C’è una grande devozione
nei suoi confronti. E’ una bella figura, anche molto attiva, della carità, dell’impegno
sociale della Chiesa per i poveri, gli emarginati. Il Papa si è, poi, recato per la
visita di cortesia alle stesse autorità, che gli avevano dato prima il benvenuto,
in un’altra casa importante, l’Admiral Tee House, dove ha avuto dei colloqui privati
– ma anche con alcuni dei suoi collaboratori – con il governatore generale e con il
primo ministro. Con il governatore generale il tema principale è stato quello della
responsabilità ambientale, così come quello dell’educazione ai valori delle giovani
generazione; mentre con il primo ministro il tema principale è stato quello del dialogo
interreligioso, proprio perché ci troviamo in un’area multietnica e multireligiosa
in cui si costruisce la pace e la convivenza fra i popoli grazie proprio all’impegno
interreligioso. Questi sono stati i temi principali. L’accoglienza della città è molto
positiva: c’è molta gente lungo le strade, gente festante e, quindi, diciamo che il
viaggio sembra essere cominciato nel modo migliore.