2008-07-16 15:23:04

Sempre più numerosi gli appelli per evitare che una sentenza spenga la vita di Eluana Englaro


Si moltiplicano, in Italia, le adesioni all'appello dell’associazione Scienza & Vita per evitare che una sentenza decreti la morte di Eluana Englaro, la giovane in stato vegetativo da 16 anni in seguito ad un incidente. La Corte d’Appello di Milano ha autorizzato il padre di Eluana a sospendere il trattamento di alimentazione e idratazione della figlia. Oltre a tante associazioni e movimenti ecclesiali e a personalità del mondo laico si aggiunge oggi l'appello di 35 neurologi alle massime cariche dello Stato. Numerose, intanto, in tutto il Paese le veglie di preghiera per la giovane. Ascoltiamo, al microfono di Emanuela Campanile, la riflessione della dottoressa Maria Luisa Di Pietro, presidente di Scienza & Vita:RealAudioMP3

R. – La situazione di Eluana Englaro è quella di una paziente in stato vegetativo e quindi non è né un malato terminale né un paziente in coma e tanto meno non è una persona già morta. Si tratta di una situazione di grave disabilità, in cui l’abilità che manca è la capacità di relazione: è da vedere qui se è la paziente che non riesce a relazionarsi con noi o piuttosto noi che non abbiamo gli strumenti per relazionarci con la paziente. Si tratta, quindi, di una situazione in cui la persona ha soltanto bisogno di essere alimentata, idratata, di cure igieniche e di riabilitazione. Non è attaccata ad un respiratore e, quindi, non si tratta assolutamente di staccare una spina. Quello che è stato anzi deciso per sentenza dai giudici è di sospendere l’alimentazione e l’idratazione, condannando così Eluana, che – a detta del suo medico curante – è una persona perfettamente sana fisicamente, ad una morte atroce per fame e per sete. Una morte per la quale saranno necessari almeno 14 giorni, nei quali si spegnerà lentamente e lentamente si allontanerà dalla vita. Ciò che viene fatto, tra l’altro su una persona che si dice non proverà sofferenza, anche se questo è tutto da provare, è veramente la legittimazione di un vero e proprio omicidio, perchè se come si sostiene non c’è neanche sofferenza – il che non è sicuro – allora non c’è neanche l’ipocrita scusante dell’eutanasia. Sappiamo, infatti, che l’eutanasia – in maniera ipocrita – viene considerato un modo per eliminare la sofferenza, eliminando il sofferente. Qui si sta legittimando veramente un omicidio! Allora la domanda di fondo è: a chi dà fastidio Eluana Englaro? A chi fa paura? Da qui l’appello di Scienza e Vita. Scienza e Vita vuole mobilitare tutte le coscienze affinché questa sentenza che appare una sentenza di morte diventi un appello per la vita. Un appello di risposta e soprattutto il grido di una volontà da parte di coloro che vogliono prendersi cura dei più fragili, dei più innocenti esseri umani, che in questo caso hanno una sola colpa: non possono chiedere agli altri aiuto, non possono chiedere agli altri di essere accompagnati e di essere accuditi.







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