La giornata dei giovani della GMG trascorsa tra catechesi e feste per gruppi linguistici,
in attesa del grande incontro col Papa
Il conto alla rovescia che separa i giovani dall’incontro con Benedetto XVI è stato
scandito oggi dalle catechesi preparatorie, organizzate in vari punti di Sydney e
suddivise per gruppi linguistici. Al vescovo di Palestrina, Domenico Sigalini,
è spettato il compito di parlare ai ragazzi italiani. Marina Tomarro, presente
alla catechesi, ha chiesto al presule quale sia la molla che ha spinto moltissimi
giovani italiani ad affrontare questa lunga trasferta in Australia:
R. – Secondo
me il ragazzo cerca sempre un po’ di avventura e un po’ di novità. Dentro questa avventura,
che vuol dire aspettarsi qualcosa di nuovo dalla vita, c’è una prospettiva ed una
meta, che è quella di un pellegrinaggio, che è quella di un cammino di convergenza
verso un obiettivo, che è quella di una amicizia nel nome di Gesù. Allora così si
compone molto bene e si irrobustisce la vita cristiana. Noi pensiamo che la vita cristiana
sia fatta da incontri di gruppo la sera e da celebrazioni eucaristiche, mentre la
vita cristiana è fatta da tutta quella potenza che il Signore ha messo nella nostra
esistenza e che viene dispiegata davanti al suo Spirito. Noi stiamo facendo proprio
questo spiegamento della nostra vita davanti a Lui, cercando di cogliere gli elementi
di conoscenza di un nuovo popolo - che non è poco! - confrontandoci con altre situazioni
e altre esperienze, ma facendo risuonare dentro – allo stesso tempo – la nostra esperienza
di fede.
D. – Lei ha aperto le catechesi oggi, cosa
ha cercato di comunicare ai ragazzi?
R. – Stamattina
stavo cercando di far capire soprattutto che lo Spirito Santo non è un’astrazione,
non è un concetto, ma è un Persona viva, è la Persona viva di Gesù, oggi come me.
Questo è un po’ difficile, perchè ci manca l’utilizzazione della fantasia, dei simboli:
il simbolo della colomba o del fuoco rendono, ma noi abbiamo bisogno di qualcosa di
umano e profondo. Io lo immagino lo scultore di Gesù nella nostra vita: volevo comunicare
questo!
D. – Lei ha invitato i ragazzi a mettere
una firma, una firma di Gesù sotto i loro sogni. Cosa vuol dire?
R.
– I ragazzi hanno un sacco di sogni e purtroppo, tante volte, ci mettono una cancellatura,
ci mettono una croce, perchè "questo non è bello, questo non va bene". Invece Dio
ci dice: “Io ti firmo, ti garantisco, firmo io l’alleanza per te e sono sicuro che
se vai avanti con questo sogno, riuscirai a trovare anche Me!”. E quindi a trovare
anche un’umanità da amare ed un ruolo da vivere in questa umanità.
Un incontro
di “altissimo significato spirituale” e un'occasione per scoprire “in prima persona
quanto grande sia il contributo che la storica collettività di origine italiana ha
saputo fornire allo sviluppo dell'Australia”. Sono le parole che il presidente della
Repubblica italiana, Giorgio Napolitano, rivolge in un messaggio ai giovani connazionali
presenti a Sydney, che qualche ora fa hanno partecipato a “Viva agorà”: la festa per
i ragazzi italiani organizzata in collaborazione con il Servizio nazionale di pastorale
giovanile della CEI in modo analogo ad altre feste nazionali che oggi hanno animato
il pomeriggio in città. Alla festa era presente anche il presidente della CEI, il
cardinale Angelo Bagnasco, che ha detto: “Per noi vescovi partecipare alla GMG è
una grande esperienza di paternità”. La cronaca, da Sydney, di Marina Tomarro:
Uno spettacolo
con i giovani e per i giovani. Questa è stata la festa degli italiani a Sydney. Un’emozione
in crescendo, durante la quale i ragazzi hanno raccontato le loro esperienze, ascoltato
quelle dei loro coetanei australiani con origini italiane, cantato con il gruppo musicale
GenRosso, pregato davanti all’immagine della Madonna di Loreto. Mons. Giuseppe
Betori, segretario generale della Conferenza episcopale italiana, presente
alla manifestazione: R. – In ogni Giornata mondiale della gioventù
raduniamo un momento tutti i giovani italiani insieme per un momento di riconoscimento
ed anche di contatto con gli italiani del luogo dove si celebra la giornata. Per il
resto, io credo che questi giovani vadano alla ricerca di Cristo, nient’altro. Noi
siamo soltanto dei mediatori: anzitutto il Papa e noi vescovi lo aiutiamo, insieme
a tutti coloro che hanno organizzato questo evento. Ma anzitutto c’è la domanda di
un senso della vita che i giovani possono trovare soltanto incontrando Gesù. L’incontro
di Gesù è quindi il senso di ogni Giornata mondiale.
E
alla festa erano presenti oltre 10 mila italiani. Ascoltiamo alcuni commenti:
R. – Io sono contentissima perchè veramente si sente il fatto di essere
partecipi ad una stessa grande manifestazione, partendo dalla stessa nazione. Ci
si sente veramente uniti, anche in una terra straniera.
R.
– Sicuramente una grandissima emozione, quella di ritrovarci tutto insieme. E’ anche
un segno per l’unità di tutta la Chiesa.
R. – E’
la gioia del Signore che ci unisce. Stare qui insieme per uno scopo preciso. Non è
uno scopo mondano, uno scopo futile o uno scopo sterile, ma lo scopo diventa il Signore.
D. – Cosa poterai a casa di questa esperienza?
R.
– E’ un’esperienza spirituale, ma è anche una conoscenza di una nuova terra e di nuove
persone.