2008-07-16 14:52:48

La giornata dei giovani della GMG trascorsa tra catechesi e feste per gruppi linguistici, in attesa del grande incontro col Papa


Il conto alla rovescia che separa i giovani dall’incontro con Benedetto XVI è stato scandito oggi dalle catechesi preparatorie, organizzate in vari punti di Sydney e suddivise per gruppi linguistici. Al vescovo di Palestrina, Domenico Sigalini, è spettato il compito di parlare ai ragazzi italiani. Marina Tomarro, presente alla catechesi, ha chiesto al presule quale sia la molla che ha spinto moltissimi giovani italiani ad affrontare questa lunga trasferta in Australia:RealAudioMP3

R. – Secondo me il ragazzo cerca sempre un po’ di avventura e un po’ di novità. Dentro questa avventura, che vuol dire aspettarsi qualcosa di nuovo dalla vita, c’è una prospettiva ed una meta, che è quella di un pellegrinaggio, che è quella di un cammino di convergenza verso un obiettivo, che è quella di una amicizia nel nome di Gesù. Allora così si compone molto bene e si irrobustisce la vita cristiana. Noi pensiamo che la vita cristiana sia fatta da incontri di gruppo la sera e da celebrazioni eucaristiche, mentre la vita cristiana è fatta da tutta quella potenza che il Signore ha messo nella nostra esistenza e che viene dispiegata davanti al suo Spirito. Noi stiamo facendo proprio questo spiegamento della nostra vita davanti a Lui, cercando di cogliere gli elementi di conoscenza di un nuovo popolo - che non è poco! - confrontandoci con altre situazioni e altre esperienze, ma facendo risuonare dentro – allo stesso tempo – la nostra esperienza di fede.

 
D. – Lei ha aperto le catechesi oggi, cosa ha cercato di comunicare ai ragazzi?

 
R. – Stamattina stavo cercando di far capire soprattutto che lo Spirito Santo non è un’astrazione, non è un concetto, ma è un Persona viva, è la Persona viva di Gesù, oggi come me. Questo è un po’ difficile, perchè ci manca l’utilizzazione della fantasia, dei simboli: il simbolo della colomba o del fuoco rendono, ma noi abbiamo bisogno di qualcosa di umano e profondo. Io lo immagino lo scultore di Gesù nella nostra vita: volevo comunicare questo!

 
D. – Lei ha invitato i ragazzi a mettere una firma, una firma di Gesù sotto i loro sogni. Cosa vuol dire?

 
R. – I ragazzi hanno un sacco di sogni e purtroppo, tante volte, ci mettono una cancellatura, ci mettono una croce, perchè "questo non è bello, questo non va bene". Invece Dio ci dice: “Io ti firmo, ti garantisco, firmo io l’alleanza per te e sono sicuro che se vai avanti con questo sogno, riuscirai a trovare anche Me!”. E quindi a trovare anche un’umanità da amare ed un ruolo da vivere in questa umanità.

Un incontro di “altissimo significato spirituale” e un'occasione per scoprire “in prima persona quanto grande sia il contributo che la storica collettività di origine italiana ha saputo fornire allo sviluppo dell'Australia”. Sono le parole che il presidente della Repubblica italiana, Giorgio Napolitano, rivolge in un messaggio ai giovani connazionali presenti a Sydney, che qualche ora fa hanno partecipato a “Viva agorà”: la festa per i ragazzi italiani organizzata in collaborazione con il Servizio nazionale di pastorale giovanile della CEI in modo analogo ad altre feste nazionali che oggi hanno animato il pomeriggio in città. Alla festa era presente anche il presidente della CEI, il cardinale Angelo Bagnasco, che ha detto: “Per noi vescovi partecipare alla GMG è una grande esperienza di paternità”. La cronaca, da Sydney, di Marina Tomarro:RealAudioMP3

Uno spettacolo con i giovani e per i giovani. Questa è stata la festa degli italiani a Sydney. Un’emozione in crescendo, durante la quale i ragazzi hanno raccontato le loro esperienze, ascoltato quelle dei loro coetanei australiani con origini italiane, cantato con il gruppo musicale GenRosso, pregato davanti all’immagine della Madonna di Loreto. Mons. Giuseppe Betori, segretario generale della Conferenza episcopale italiana, presente alla manifestazione:

R. – In ogni Giornata mondiale della gioventù raduniamo un momento tutti i giovani italiani insieme per un momento di riconoscimento ed anche di contatto con gli italiani del luogo dove si celebra la giornata. Per il resto, io credo che questi giovani vadano alla ricerca di Cristo, nient’altro. Noi siamo soltanto dei mediatori: anzitutto il Papa e noi vescovi lo aiutiamo, insieme a tutti coloro che hanno organizzato questo evento. Ma anzitutto c’è la domanda di un senso della vita che i giovani possono trovare soltanto incontrando Gesù. L’incontro di Gesù è quindi il senso di ogni Giornata mondiale.

 
E alla festa erano presenti oltre 10 mila italiani. Ascoltiamo alcuni commenti:

R. – Io sono contentissima perchè veramente si sente il fatto di essere partecipi ad una stessa grande manifestazione, partendo dalla stessa nazione. Ci si sente veramente uniti, anche in una terra straniera.

 
R. – Sicuramente una grandissima emozione, quella di ritrovarci tutto insieme. E’ anche un segno per l’unità di tutta la Chiesa.

 
R. – E’ la gioia del Signore che ci unisce. Stare qui insieme per uno scopo preciso. Non è uno scopo mondano, uno scopo futile o uno scopo sterile, ma lo scopo diventa il Signore.

 
D. – Cosa poterai a casa di questa esperienza?

 
R. – E’ un’esperienza spirituale, ma è anche una conoscenza di una nuova terra e di nuove persone.







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