In Nepal preghiera interreligiosa per ricordare padre Prakash Moyalan, il sacerdote
ucciso lo scorso primo luglio nel Paese asiatico
Dolore e sconcerto, ma anche la profonda consapevolezza che l’opera tracciata continuerà
a dare i suoi frutti con un’attenzione ai più bisognosi e nel confronto aperto e schietto
fra le diverse fedi religiose. È con questo spirito che lunedì scorso nell’auditorium
della scuola di San Francesco Saverio a Jawalakhel, in Nepal, si è tenuta una cerimonia
interconfessionale di commemorazione per ricordare padre John Prakash, il sacerdote
cattolico ucciso il primo luglio nel Paese asiatico. Alla veglia di preghiera - rende
noto l'agenzia AsiaNews - hanno preso parte i leader delle principali religioni presenti
nel Paese (cattolici, protestanti, buddisti, indù e musulmani). Hanno partecipato
anche oltre 800 fedeli che hanno voluto manifestare il loro affetto ed un sentito
ringraziamento a padre Prakash per l'instancabile lavoro in favore dell’intera comunità
cristiana. Mons. Anthony Sharma, vicario apostolico in Nepal, ha ricordato le “buone
opere” compiute da padre Prakash. Il superiore dei salesiani di Don Bosco nel Paese,
padre Benjamin Pampackel, ha sottolineato inoltre la costante “attenzione e il servizio
a favore dei poveri” del primo sacerdote cattolico assassinato nello Stato asiatico.
Padre John Prakash, indiano del Kerala, si era stabilito in Nepal 10 anni fa. Era
preside della Don Bosco School e aveva avviato attività e iniziative in favore dei
poveri. Lo scorso primo luglio quattro uomini armati hanno fatto irruzione nella sua
residenza. Il sacerdote è stato brutalmente ucciso dopo aver dato loro tutto quello
che aveva. Gli assassini non sono stati ancora identificati. (A.L.)