In Somalia molte ONG abbandonano il territorio per problemi di sicurezza e nell’area
centrale scoppia un’epidemia di morbillo
I rappresentanti di alcune organizzazioni non governative attive in Somalia si sono
riuniti a Mogadiscio per discutere del peggioramento delle condizioni di sicurezza
nel Paese in cui, dall’inizio dell’anno, tre operatori sono stati uccisi e quattro
sequestrati. Il Programma di sviluppo delle Nazioni Unite (UNDP) ha appena deciso
di ritirarsi da Baidoa, la seconda città della Somalia, sede del Parlamento, in seguito
all’omicidio del coordinatore locale, mentre la ONG nota come Dbg ha fatto sapere
che sospenderà l’attività dopo l’uccisione del suo vicedirettore. L’abbandono del
territorio da parte delle organizzazioni non governative, giudicato dal governatore
della regione, Abdifatah Gesay, “sbagliata e immotivata”, rischia di drammatizzare
la già precaria situazione in cui versa la maggior parte della popolazione somala.
In alcuni villaggi della zona centrale, ad esempio, si è scatenata un’epidemia di
morbillo che ha già fatto una ventina di vittime tra i bambini. La malattia, che si
diffonde per via aerea, secondo le fonti dell’agenzia Misna “si propaga come un incendio”
nell’area a nord della capitale e del capoluogo Jowhar, dove mancano strutture ospedaliere
e personale medico adeguato. (R.B.)