2008-07-12 15:07:54

E’ l’amore di Dio la fonte della missione: lo dice il Papa nel Messaggio per l'82.ma Giornata missionaria mondiale: "Servi e apostoli di Cristo Gesù"


“La missione è questione d’amore”: è quanto sottolinea Benedetto XVI nel Messaggio per l’82.ma Giornata Missionaria Mondiale, che quest’anno si celebra domenica 19 ottobre sul tema "Servi e apostoli di Cristo Gesù". Proprio l’amore di Cristo, evidenzia il Papa, dona quella speranza che l’umanità di oggi va ricercando tra mille difficoltà e inquietudini. Nel documento, pubblicato stamani, il Pontefice si sofferma, in particolare, sull’attualità della figura di San Paolo, infaticabile missionario, che anche oggi ci spinge ad annunciare il Vangelo per le vie del mondo. Il servizio di Alessandro Gisotti:RealAudioMP3
 
“Guardando all’esperienza di San Paolo, comprendiamo che l’attività missionaria è risposta all’amore con cui Dio ci ama”: è la riflessione di Benedetto XVI nel suo Messaggio per la Giornata missionaria mondiale, che richiama l'esempio dell'Apostolo delle Genti. Il Papa sottolinea che l’Anno Paolino rappresenta per tutti i fedeli un’opportunità “per propagare fino agli estremi confini del mondo l’annuncio del Vangelo”. E ribadisce che il “mandato missionario continua ad essere una priorità assoluta per tutti i battezzati”. La missione, afferma il Papa, “è questione d’amore”. E’ l’amore di Dio, infatti, che “ci redime e ci sprona verso la missio ad gentes; è l’energia spirituale capace di far crescere nella famiglia umana l’armonia, la giustizia, la comunione tra le persone, le razze e i popoli, a cui tutti aspirano”. E’ Dio che è amore, prosegue il messaggio, “a condurre la Chiesa verso le frontiere dell’umanità”. E avverte che “solo da questa fonte si possono attingere l’attenzione, la tenerezza, la compassione, l’accoglienza, la disponibilità, l’interessamento ai problemi della gente, e quelle altre virtù necessarie ai messaggeri del Vangelo per lasciare tutto e dedicarsi completamente e incondizionatamente a spargere nel mondo il profumo della carità di Cristo”.
 
Come San Paolo ci insegna, prosegue, è dunque “impellente per tutti annunciare Cristo e il suo messaggio salvifico”. Ancor più nel mondo di oggi, rileva il Papa in cui “l’umanità ha bisogno di essere liberata e redenta”. Il panorama internazionale, si legge nel messaggio, “offre alla nostra attenzione alcune forti preoccupazioni per quanto concerne il futuro stesso dell’uomo”. La violenza, “in non pochi casi, segna le relazioni tra gli individui e i popoli; la povertà opprime milioni di abitanti; le discriminazioni e talora persino le persecuzioni per motivi razziali, culturali e religiosi, spingono tante persone a fuggire dai loro Paesi per cercare altrove rifugio e protezione”. Ancora, Benedetto XVI nota che “il progresso tecnologico, quando non è finalizzato alla dignità e al bene dell’uomo né ordinato ad uno sviluppo solidale, perde la sua potenzialità di fattore di speranza e rischia anzi di acuire squilibri e ingiustizie già esistenti”. E non manca di mettere l’accento sulla “costante minaccia per quanto riguarda il rapporto uomo-ambiente dovuto all’uso indiscriminato delle risorse, con ripercussioni sulla stessa salute fisica e mentale dell’essere umano”. Il futuro dell’uomo, scrive con rammarico il Papa, “è poi posto a rischio dagli attentati alla sua vita, attentati che assumono varie forme e modalità”.

 
Di fronte a questo scenario, però, non bisogna scoraggiarsi. I credenti sanno infatti che Cristo è “il nostro futuro” e il suo Vangelo “cambia la vita, dona la speranza, spalanca la porta oscura del tempo e illumina il futuro dell’umanità e dell’universo”. San Paolo, ribadisce, aveva ben compreso che “solo in Cristo l’umanità può trovare redenzione e speranza”. Ecco perché anche oggi resta “necessaria e urgente la prima evangelizzazione in non poche regioni del mondo”. “Nessuna ragione - avverte - può giustificare un rallentamento o una stasi”, poiché l’evangelizzazione costituisce “la vita e la missione essenziale della Chiesa”. Il Papa esprime apprezzamento per il contributo delle Pontificie Opere Missionarie all’azione evangelizzatrice della Chiesa ed invita i vescovi ad essere “generosi pastori ed entusiasti evangelizzatori”. Un compito, aggiunge, a cui sono chiamati, “in maniera sempre più rilevante”, anche i fedeli laici che operano nei diversi ambiti della società. Infine, l’esortazione del Papa a prendere il largo “nel vasto mare del mondo”, rammentando con San Paolo che predicare il Vangelo non è un vanto, “ma un compito e una gioia”.







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