Benedetto XVI atterrato a Sydney, iniziato il suo soggiorno a Kenthurst. Le prime
parole a bordo dell'aereo: la GMG, una "festa della fede" sempre valida per annunciare
il Vangelo ai giovani
"Una grande festa della fede", che "apre nuove frontiere di unione tra le culture".
Ancora in volo sull'Europa, diretto verso la meta più lontana dei suoi viaggi apostolici
finora raggiunta, Benedetto XVI ha subito offerto la sua lettura della Giornata mondiale
della gioventù, che da giovedì prossimo lo vedrà a diretto contatto con le decine
di migliaia di giovani che da giorni stanno prendendo "possesso" di Sydney. Conversando
con i giornalisti a bordo del B777 dell'Alitalia - decollato ieri mattina alle 10.30,
ora italiana, dall'aeroporto di Fiumicino e atterrato verso le 15, ora locale, alla
base militare di Richmond - Benedetto XVI ha toccato alcuni dei temi di stretta attualità
- come la tutela delle risorse della terra - o già affrontati nel corso della sua
visita negli Stati Uniti, come quello degli abusi sessuali all'interno della Chiesa.
Sulla questione ecologica, il Papa ha affermato che essa sarà molto presente
alla GMG australiana perché c'e' una “responsabilita'” dell’uomo nei confronti della
Creazione, anche se, ha specificato, non spetta alla Chiesa intervenire in ambito
tecnico e politico quanto piuttosto fornire impulsi essenziali che sollecitino il
mondo politico a rispondere alla sfida dell'ambiente. Sulla vicenda degli abusi sessuali
in ambito ecclesiale, attualmente fonte di dibattito anche in Australia, Benedetto
XVI ha ribadito che l’essere sacerdote è incompatibile con gli abusi sessuali. Ed
ha rassicurato - come del resto fatto negli USA - sull’impegno della Chiesa nella
formazione del clero, teso ad evitare che gli abusi si ripetano, e sulla cura pastorale
di risanamento delle vittime e delle loro famiglie. Ma ascoltiamo un passaggio del
dialogo del Papa con i cronisti:"Io vado
con sentimenti di grande gioia in Australia. Ho bellissimi ricordi della GMG di Colonia.
Non è stato semplicemente un avvenimento di massa: è stata soprattutto una grande
festa della fede, un incontro di persone nella comunione in Cristo. Abbiamo visto
come la fede apre le frontiere e abbia realmente una capacità di unione tra le diverse
culture, che crea gioia. Spero la stessa cosa accada adesso in Australia: perciò sono
felice di vedere molti giovani, e di vederli uniti nel desiderio di Dio e nel desiderio
di un mondo realmente umano. Il messaggio essenziale è indicato dalle parole che costituiscono
lo slogan di questa GMG: parliamo dello Spirito Santo che ci fa suoi testimoni".
Le
circa 20 ore di viaggio, per un totale di oltre 16 mila Km., che hanno portato Benedetto
XVI e il suo seguito a Sydney sono cominciate con il tradizionale scambio di saluti
con i capi di Stato dei Paesi sorvolati dal Pontefice, tra i quali quelli di Albania,
Grecia e Turchia. Nel telegramma al presidente della Repubblica italiana, Giorgio
Napolitano, il Papa ha detto di recarsi in Australia per incontrare “i giovani di
tutto il mondo ed esortarli a diventare coraggiosi testimoni dell’amore di Cristo
di fronte alle attese e alle speranze degli uomini d’oggi”, in particolare “dei loro
coetanei”. “Al di là del suo altissimo significato spirituale, la Giornata mondiale
della gioventù - si legge nel telegramma del presidente Napolitano a Benedetto XVI
- costituisce, per ragazzi e ragazze provenienti da ogni parte del mondo, l'occasione
di confrontarsi e arricchirsi attraverso il dialogo fra culture e tradizioni diverse,
riconoscendo la matrice comune della famiglia umana”. Un confronto che a Sydney è
in scena già da diversi giorni, come ci riferisce il nostro inviato nella metropoli
australiana, Roberto Piermarini:
Sono stati la Croce e l’Icona mariana,
simboli della GMG, a segnare la strada dei giovani pellegrini che stanno giungendo
sempre più numerosi a Sydney, da tutte le parti del mondo. Croce e Icone che insieme
al “message stick”, il bastone di legno degli aborigeni, inciso con i segni di benvenuto
della loro lingua, martedì prossimo faranno il loro ingresso sul molo di Barangaroo
per la messa di apertura di questa 23.ma Giornata mondiale della gioventù. Nell’immenso
Paese australiano, questi segni hanno visitato 400 comunità e incontrato 400 mila
persone. In molte città sono stati accolti da detenuti e detenute. Tra
i grattacieli di Melbourne l’accoglienza è stata sorprendente con migliaia di cristiani
e non credenti, al loro passaggio. Ad Echuca, abitata da migliaia di aborigeni, la
Croce è stata accolta da un gruppo di danzatori ed a bordo del cacciatorpediniere
Broome ha raggiunto la Grande Barriera corallina al largo di Cains, a significare
che il messaggio cristiano non conosce confini. Nelle ultime settimane, 2500 studenti
delle scuole cattoliche si sono offerti come volontari per allestire gli zaini del
pellegrino che vengono consegnati ai giovani che giungono a Sydney. All’interno libri,
penne, una bandana, il passaporto del pellegrino, buoni per fare shopping, la corona
del rosario, un poncho, una torcia ricaricabile e una coperta termica. Nessuna traccia
di preservativi quindi, come qualche organo di stampa locale, che osteggia la visita,
lasciava intendere nei giorni scorsi. I 225 mila giovani previsti
a Sydney rappresenteranno 170 Paesi del mondo ma i più numerosi saranno ovviamente
gli australiani “che giocano in casa”: gli statunitensi, gli italiani, i tedeschi,
i filippini, i neozelandesi, i francesi, i canadesi ed i polacchi. Sarebbero stati
molti di più se le compagnie aeree che operano in questo Paese non avessero alzato
i prezzi. Tra gli altri motivi, anche le difficoltà per molti giovani di Paesi del
Terzo Mondo, ad ottenere il visto d’ingresso. Moltissimi dei giovani provenienti dall’estero
hanno trovato alloggio nelle famiglie di Sydney e c’è stata una forte risposta anche
da parte delle autorità politiche australiane, che hanno stanziato diversi fondi per
la riuscita di questo evento ecclesiale. Disponibilità anche
da parte delle altre chiese cristiane, delle comunità ebraica e musulmana. Il Centro
islamico di Sydney ad esempio, ha accolto 220 giovani provenienti dall’Argentina.
Significativa la testimonianza dei 25 mila giovani del Cammino neocatecumenale, che
hanno raggiunto le altre città australiane come Darwin, Adelaide, Canberra, Melbourne
e Brisbane e prima di arrivare a Sydney stanno annunciando il Vangelo per le vie e
le piazze delle località che incontrano. Una risposta a quanto chiesto dal Papa nel
suo Messaggio per questa GMG: “lo Spirito del Signore oggi invita voi giovani ad essere
portatori della buona notizia di Gesù ai vostri coetanei”. Da
Sydney, Roberto Piermarini, Radio Vaticana
Il Papa è atterrato una prima
volta nella base aerea militare di Darwin, nell'Australia settentrionale, e ha poi
affrontato le ultime quattro ore di viaggio verso l'aeroporto militare di Richmond
e il successivo trasferimento in auto alla volta di Kenthurst: un sobborgo immerso
nel verde a 40 km, da Sydney, dove il Pontefice potrà soggiornare in privato fino
a mercoledì 16 luglio per recuperare dalle fatiche del viaggio, dopo un "salto" di
ben otto fusi orari. Ma quale sarà il volto che l’Australia presenterà agli occhi
di Benedetto XVI, terzo Papa a raggiungere questo grande Paese lontanissimo da Roma,
dopo Paolo VI e Giovanni Paolo II? Una descrizione è nel servizio del nostro inviato,
Roberto Piermarini:
L’Australia, “l’isola felix”, “l’isola continente”
grande quanto l’intera Europa è un Paese non solo dai grandi spazi ma anche dai forti
contrasti. In questa terra dalla natura prorompente, vive una delle società più ricche
del Pianeta con un reddito pro-capite che supera i 700 euro a settimana ed un Prodotto
interno che, incurante delle crisi globali, cresce del 3% l’anno, livellando la disoccupazione
al 4%. Ma al di là del benessere, l’Australia deve sempre fare
i conti con la condizione precaria degli aborigeni ai quali, nel febbraio scorso,
il neo premier, Kevin Rudd, ha presentato formalmente le scuse per le sofferenze e
le umiliazioni causate dalle politiche di assimilazione attuate tra il 1910 ed il
1970. Quando il capitano Cook sbarcò in Australia nel 1770 i nativi erano almeno un
milione, oggi sono poco più di 500 mila, “con una speranza di vita che rispetto agli
australiani, per loro si accorcia di 17 anni” spiega Jackie Huggins, direttrice del
Centro Studi aborigeni all’Università statale del Queensland. Ma secondo il centro
studi Relationship Australia, oltre al problema degli aborigeni esiste nella società
una “male strisciante” che sta intaccando il tessuto familiare: in dieci anni sono
aumentate le separazioni ed è cresciuto del 30% il numero delle coppie senza figli,
mentre solo il 49% degli adulti è sposato. Per questo, il governo ha lanciato due
anni fa il “bonus bebè” per incentivare le nascite cresciute però solo dell’1,4%.
Altro dato allarmante: oltre 4 milioni e mezzo di australiani sopra i 20 anni, quasi
un quarto dell’intera popolazione australiana, si dichiarano single. Ed è raddoppiato
anche il numero di giovani senza tetto: secondo la Commissione nazionale per i giovani,
si tratta di 22 mila adolescenti fra i 12 ed i 18 anni. E’
triplicato anche il numero delle minorenni dedite all’alcool, mentre gli adolescenti
consumatori di ecstacy superano il mezzo milione con un 5% di quindicenni che fuma
marijuana almeno una volta al mese. Anche le Forze armate restano sotto organico a
causa dell’alta incidenza di droghe fra i giovani che riduce drasticamente la scelta
di uomini reclutabili. Appaiono profetiche allora le parole di Benedetto XVI nel Messaggio
per questa 23.ma Giornata Mondiale della Gioventù, quando invita i giovani di tutto
il mondo a recarsi a Sydney per “annunciare la bellezza e la gioia del Vangelo ad
una società per molti versi secolarizzata. L’Australia - scrive il Papa - ha bisogno
di riscoprire le sue radici cristiane”. Da Sydney, Roberto Piermarini,
Radio Vaticana