Violenza in Afghanistan: vittime nell'attentato contro l'ambasciata indiana di Kabul
Quarantuno persone sono morte e più di un centinaio sono rimaste ferite in Afghanistan
quando un kamikaze ha fatto esplodere oggi un'autobomba davanti all'ambasciata indiana,
in pieno centro della capitale Kabul. Colpita anche la sede diplomatica indonesiana
che si trova lì accanto. Cinque poliziotti afghani di guardia all'ambasciata sono
morti e due diplomatici sono rimasti feriti. Il servizio di Fausta Speranza:
Secondo
Nuova Delhi, tra i morti figurano l'addetto militare, un generale, un diplomatico
e due guardie di sicurezza, tutti indiani. L'edificio dell'ambasciata è stato seriamente
danneggiato e almeno quattro vetture sono state distrutte dalla potente esplosione.
L'India è considerata una fedele alleata del governo afghano. L'attentato ha provocato
le dure reazioni della Casa Bianca e della Commissione UE, che ha ribadito che gli
attacchi terroristici non sono mai il mezzo per ottenere qualcosa. È il bilancio più
pesante per un attentato nella capitale afghana da quando è cominciata l'insurrezione
dei taleban contro il governo Karzai. All'organizzazione dell'attentato, secondo il
Ministero dell'interno afghano, hanno collaborato Servizi segreti della regione. È
un’implicita accusa ai Servizi segreti pakistani, o almeno ad alcuni settori dell'intelligence
di Islamabad, che il governo Karzai considera da tempo fiancheggiatori dei taleban.
E sempre oggi un soldato canadese della Nato è stato ucciso da una bomba esplosa al
passaggio della sua pattuglia nel sud dell'Afghanistan. La vittima era un membro del
personale medico dell'esercito.
Sull’acuirsi delle violenze, Giada Aquilino
ha intervistato Francesca Marino, esperta di geopolitica della rivista Limes:
D. - Questo
succede ogni volta che il governo pakistano si accorda in qualche modo con i gruppi
integralisti islamici che operano ai confini tra Pakistan e Afghanistan. È successo
quando si è accordato il presidente Musharraf e sta succedendo ora che il governo
di Yousuf Raza Gilani ha raggiunto la medesima intesa. D.
- In particolare, per l’Afghanistan qual è la situazione? R.
- Un mese fa, c’è stato l’ennesimo rapporto di un’organizzazione legata alla Casa
Bianca che evidenziava il legame strettissimo tra i servizi segreti pakistani e i
taleban. È stato notato che, quando si “allenta” il controllo sugli integralisti pakistani,
la guerra in Afghanistan ha una recrudescenza. In questo caso, poi, è stata colpita
un’ambasciata dell’India: nei mesi scorsi, un alto ufficiale pakistano parlando alle
truppe aveva sottolineato di non aver dimenticato la lotta in Kashmir; inoltre ai
pakistani non piace affatto un’India forte in Afghanistan. D.
- Da due anni a questa parte, i taleban e i gruppi estremisti legati ad Al Qaeda sembrano
essersi riorganizzati. A cosa puntano in particolare? R. – I
taleban, riorganizzatisi con altri gruppi integralisti, hanno ormai sia lo scopo di
combattere le truppe NATO in Afghanistan, sia l’obiettivo di contrastare il governo
di Islamabad all’interno del Pakistan.