Conto alla rovescia per l’inizio della GMG. Dalla diocesi italiana di Crema in partenza
uno dei gruppi piu’ folti. Interviste con il responsabile, don Giancarlo Scotti, e
uno dei ragazzi, Luca Paesetti
Entusiasmo e gioia. Sono i sentimenti che animano i tanti giovani in partenza per
Sydney, dove dal 15 al 20 luglio si svolgerà la XXIII Giornata Mondiale della Gioventù.
Saranno, per gli organizzatori, oltre 125 mila visitatori stranieri per un evento
che ieri il Papa all’Angelus ha definito la “nuova tappa del grande pellegrinaggio
giovanile attraverso il mondo”, una festa che si preannuncia come “una rinnovata Pentecoste”.
In Italia, la diocesi di Crema, che conta 100 mila abitanti, sarà in proporzione la
più presente in Australia. A don Giancarlo Scotti, responsabile della Pastorale
giovanile della città lombarda, Fabio Colagrande ha chiesto come si sia riusciti
a coinvolgere così tanti ragazzi:
R. - Essendo
una piccola diocesi, noi abbiamo dei rapporti molto stretti con i giovani delle singole
parrocchie. Dopo Loreto, appena abbiamo annunciato la possibilità di iscriversi a
questa nuova esperienza, alla GMG di Sydney, immediatamente abbiamo avuto il sentore
che c’era una richiesta notevole da parte dei giovani.
D.
- Chi sono i giovani che vogliono andare a Sydney? Cosa cercano?
R.
- Nella nostra realtà, abbiamo avuto una buona risposta soprattutto nei giovani della
fascia di età compresa tra i 17 e i 22-23 anni. Che cosa cercano? Ovviamente, l’esperienza
innanzitutto di un rapporto con altri giovani che riempiono il loro cammino di fede.
Penso che si cerchi il conforto dell’appartenenza, il conforto di sentirsi parte di
un gruppo, di una comunità, di una Chiesa. Per questo, penso che sia la cosa più bella
sentire che l’esperienza di fede è un’esperienza condivisa da altri e questo sentirsi
in tanti è proprio vivere appieno quest’esperienza. Naturalmente, come ogni giovane,
si va alla ricerca anche di qualche segno di speranza e penso che la GMG sia un motivo
per trovare slancio interiore nel proprio cammino.
D.
- Si parla di emergenza educativa, di secolarizzazione. Chi sono i giovani che invece
fanno questa scelta? Sono diversi dagli altri?
R. - No, assolutamente,
non sono diversi. I nostri giovani vivono le stesse contraddizioni presenti nella
società di oggi. L’emergenza educativa è sentita anche da noi, nella nostra diocesi,
ne abbiamo parlato anche in un recente convegno. Non sono quindi ragazzi a essere
diversi e - attraverso la capillare diffusione delle nostre iniziative - abbiamo risposte
positive nonostante anche loro vivano le contraddizioni tipiche di questo tempo. Dunque,
partecipano alla nostra attività, ma non per questo non affrontano le crisi adolescenziali
e giovanili anche nei confronti del messaggio cristiano, soprattutto del messaggio
che la Chiesa trasmette su alcuni punti, quali quelli etici. Però, di fatto, c’è la
possibilità almeno di un confronto costante con una prospettiva e una modalità di
interpretazione che li porta a riflettere. Non è, però, che siano esenti da tutti
quelli che sono i rischi e le difficoltà di oggi.
Saranno 91 i giovani
della diocesi di Crema che prenderanno parte alla GMG di Sydney. E’ forte l’attesa
fra loro per questo viaggio lungo, faticoso ma di grande significato spirituale, come
sottolinea al microfono di Fabio Colagrande il diciottenne Luca Paesetti:
R. - Si parte
sabato per un viaggio che non vuole essere solamente un regalo per la maturità, anzi,
ha un contenuto molto più pregnante, sicuramente più significativo. Si parte per condividere
con tanti altri amici e con tante altre persone un’esperienza che sicuramente lascerà
il segno. Un’esperienza che vuole metterci in contatto non solo con il Papa - nelle
giornate in cui condivideremo dei momenti con lui - ma sarà un viaggio in cui speriamo
di riuscire a riproporre dentro di noi un più stretto contatto con la nostra intimità
religiosa, un andare oltre quelli che sono i momenti della vita quotidiana, per ricercare
una maggiore intimità e un maggiore rapporto con il religioso. D.
- E’ la tua prima Giornata mondiale della gioventù?
R.
- Abbiamo già partecipato all’incontro dell’Agorà, l’anno scorso a Loreto, ma questa
è la prima GMG. Forse la possibilità di partecipare l’anno scorso all’Agorà ha rinsaldato
ancora di più la volontà e la disponibilità e anche la voglia di partecipare a quest’incontro:
un incontro forte, sicuramente indimenticabile, che ci metterà in contatto e in relazione
con un qualcosa di diverso, un qualcosa di grande.
D. - Chi sono i giovani
che vanno alla GMG, secondo te?
R. - Sono dei giovani
normali, né indottrinati ma neppure bigotti. Sono solamente dei giovani che sentono
ancora il bisogno e la necessità di far parte di un tutto, che sentono Dio e sentono
che comunque c’è qualcos’altro. Sono giovani che hanno voglia di mettersi in gioco,
che hanno voglia di partecipare e che hanno anche tanta voglia di condividere e di
stare insieme.
D. - Difficoltà pratiche: ti spaventa
questo viaggio?
R. - Il viaggio è lungo, indubbiamente,
ci saranno momenti di difficoltà. Ma siamo sicuri che, dandoci un po’ tutti una mano,
mettendo da parte le fatiche e i momenti di maggiore stanchezza, sarà un’esperienza
sicuramente indimenticabile e dal forte sapore di gioia. Spero di condividere questo
momento di felicità con tutti gli altri ragazzi che, come me, saranno a Sydney nei
prossimi giorni.