Aspettiamo con gioia di ascoltare la parola del Papa: così, il vescovo di Albano,
mons. Semeraro, alla vigilia dell’Angelus di Benedetto XVI a Castel Gandolfo
La comunità di fedeli di Castel Gandolfo e di tutta la diocesi di Albano attende con
gioia l’Angelus di domani, primo appuntamento pubblico di Benedetto XVI da quando,
mercoledì sera, si è trasferito nella sua residenza sui Castelli Romani. Per una testimonianza
sul clima che si vive a Castel Gandolfo alla vigilia dell’incontro con il Papa, Alessandro
Gisotti ha intervistato il vescovo di Albano, mons. Marcello Semeraro:
R. - La presenza
del Santo Padre nel Palazzo Apostolico a Castello è sempre una presenza attesa e gradita.
E’ anche un motivo di gioia e di conforto per i parrocchiani di Castel Gandolfo e
i fedeli della diocesi. Naturalmente, l’Angelus della domenica assume sempre il tono
della festa e anche dell’attesa della parola del Papa. Egli commenta la pagina del
Vangelo e questo ci aiuta a vivere il giorno della domenica, accompagnati dalla riflessione
e dalla benedizione del Papa.
D. - Quindi, ovviamente,
è anche un’occasione di approfondimento per i fedeli, non solo di gioia e di affetto
per il Santo Padre...
R. - Questa indicazione ci
può accompagnare settimanalmente a vivere in corrispondenza alla Parola del Signore,
tanto più che al termine di questo periodo estivo ci sarà poi, al momento del rientro
in ottobre, l’assemblea generale del Sinodo sul tema della Parola di Dio. Quindi,
anche la parola, il commento del Papa ci aiuta a muoverci in questa direzione e a
vivere adeguatamente questo momento di vita della Chiesa.
D.
- Gli spazi del Palazzo Apostolico, del cortile, sono molto più raccolti rispetto,
ovviamente, a Piazza san Pietro e questo comporta anche una maggiore vicinanza dei
fedeli al Papa, anche delle manifestazioni di affetto ricambiate dal Santo Padre...
R.
- E’ vero. Questa è una caratteristica della preghiera dell’Angelus, degli incontri
che si vivono qui a Castello. Le distanze non sono quelle grandi e maestose di piazza
San Pietro e il contesto è molto più familiare. Il Papa vede, ascolta anche i saluti
dei pellegrini e questo è un ulteriore motivo di gioia. Si vede che il Papa, soprattutto
quando ascolta delle frasi caratteristiche nelle diverse lingue di saluto, si compiace
ed è contento di questo affetto dei fedeli.
D. -
Tutta la Chiesa è proiettata verso la GMG di Sydney. Come i giovani, i ragazzi della
sua diocesi guardano a questo evento? Non tantissimi, per la distanza, vi potranno
partecipare, ma il Papa ha chiesto a tutti i giovani di essere in comunione spirituale
con i ragazzi a Sydney...
R. - Sì, i giovani della
diocesi di Albano, per esempio, stanno svolgendo in questi giorni una missione di
invito all’ascolto della Parola nelle località di mare della diocesi. Insieme con
tanti giovani del Lazio, i nostri parteciperanno alle iniziative che si vivranno sia
nelle diverse diocesi, sia a Roma, per accompagnare - anche se non con la presenza
fisica, ma morale e spirituale - la grande Giornata mondiale della Gioventù. Se pochi,
per comprensibili ragioni, potranno andare in Australia, moltissimi saranno quelli
della diocesi a vivere questa sintonia particolare con il Papa e con tutti gli altri
giovani della GMG.