I Vangeli sono parte fondante della nostra cultura: così il direttore dell'Osservatore
Romano che questa sera leggerà a Spoleto il Vangelo di Giovanni nell'ambito del Festival
dei Due Mondi
Con la lettura questa sera, a Spoleto, del Vangelo di Giovanni da parte del direttore
del quotidiano “L’Osservatore Romano”, Giovanni Maria Vian, si conclude il ciclo di
incontri, previsti nell’ambito del Festival dei Due Mondi, dal titolo “I Vangeli.
In principio era la Parola”. Per capire quale eco abbia ricevuto finora la lettura
di brani evangelici durante la manifestazione culturale spoletina ascoltiamo, al microfono
di Amedeo Lomonaco, lo stesso Giovanni Maria Vian:
R.
- Tutti quelli che hanno partecipato sono rimasti rapiti da questa forma nuova di
presentazione dei Vangeli, perché è una lettura continua, quasi integrale, di testi
che normalmente sono o ascoltati in Chiesa oppure letti parzialmente. Invece, un loro
ascolto quasi integrale cambia la prospettiva.
D.
- Perché, secondo lei, questa scelta di inserire la lettura di brani del Vangelo in
una manifestazione internazionale di musica, arte, cultura e spettacolo?
R.
- Questo credo che sia il punto di forza della scelta che hanno fatto Giorgio Ferrara,
il responsabile artistico, ed Ernesto Galli della Loggia, responsabile culturale di
questo Festival. E' una scelta di taglio culturale. Anche i Vangeli sono parte fondante
della nostra cultura e sarebbe un impoverimento non riconoscerlo e perdere la memoria
di questi testi, come purtroppo sta avvenendo, anche in Paesi di lunga tradizione
cristiana.
D. - Il Festival dei Due Mondi ha da sempre
cercato di proporre novità, spettacoli all’avanguardia, ma anche di rispettare quella
che è la tradizione classica. Come si lega in questa edizione il dualismo tra arte
antica e contemporanea?
R. - Questo avviene proprio
grazie alla natura dei Vangeli, che sono testi drammatici, anche in senso tecnico.
E’ noto che il teatro occidentale nasce dalle sacre rappresentazioni di età medievale,
soprattutto il racconto della Passione. Questa forma scenica è conservata anche liturgicamente,
quando nella settimana Santa, nella lettura dei vari racconti della Passione, si alternano
diversi lettori. Quindi, anche in tale senso questa lettura dei Vangeli a Spoleto
è una scelta, secondo me, molto avveduta e coraggiosa.