La missione del pastore nasce dall’amore per Cristo: così, il Papa nell’udienza
ai nuovi arcivescovi metropoliti e ai fedeli delle loro diocesi, all’indomani dell’imposizione
del Pallio
In un clima di comunione familiare, Benedetto XVI ha incontrato stamani i 40 nuovi
arcivescovi metropoliti ai quali, ieri, ha imposto il Sacro Pallio nella Solennità
dei Santi Apostoli Pietro e Paolo. Nell’udienza, in Aula Paolo VI, il Papa - che ha
pronunciato il discorso in più lingue - si è soffermato sull’amore per Cristo vera
sorgente del ministero episcopale. Quindi, ha ribadito l’importanza dell’Anno Paolino,
inaugurato sabato sera. Il servizio di Alessandro Gisotti:
L’Anno
Paolino appena iniziato rafforzi la fede dei cristiani e il loro legame con la Chiesa
e i suoi pastori: è l’esortazione di Benedetto XVI ai pellegrini che si sono raccolti
in Aula Paolo VI assieme ai loro arcivescovi metropoliti, all’indomani dell’imposizione
della stola del Pallio da parte del Santo Padre:
“L’Apostolo
delle genti vi aiuti a far crescere le comunità a voi affidate unite e missionarie,
concordi e coordinate nell’azione pastorale animate da costante slancio apostolico”. Sottolineando
il clima di comunione che sempre caratterizza l’incontro con i nuovi arcivescovi metropoliti,
il Papa ha ricordato che “l’immagine del corpo organico applicata alla Chiesa è uno
degli elementi forti e caratteristici della dottrina di San Paolo”. Quindi, ha ricordato
come la missione del pastore, che pasce le sue pecorelle, nasca dall’amore per Cristo:
“Ricordiamo
sempre che per ogni Pastore la condizione del suo servizio è l’amore per Cristo, a
cui nulla deve essere anteposto. 'Simone di Giovanni, mi ami?'. La domanda di Gesù
a Pietro risuoni sempre nel nostro cuore, cari Fratelli, e susciti, ogni volta nuova
e commossa, la nostra risposta: 'Signore, tu sai tutto; tu sai che ti amo'”. “Sia
questa la nostra gioia - ha detto il Papa - mentre è certamente la nostra croce: soave
e leggera, perché croce d’amore”. Benedetto XVI ha salutato i metropoliti e i pellegrini
in diverse lingue, dal tedesco al francese, dal russo al croato, ancora dallo spagnolo
al portoghese e al polacco, a dimostrazione dell’universalità della Chiesa espressa
dai 40 nuovi arcivescovi metropoliti presenti in Aula Paolo VI. Il primo saluto è
andato a mons. Fouad Twal, nuovo patriarca di Gerusalemme dei Latini. Rivolgendosi
agli arcivescovi e pellegrini di lingua francese, il Papa ha messo l’accento sul significato
del Pallio:
“Le pallium symbolise la profonde
union…” “Il Pallio - ha spiegato - simbolizza l’unione dei Pastori con
il Successore di Pietro, come anche la sollecitudine pastorale che l’arcivescovo ha
per il suo popolo”. Pensiero sviluppato anche nei saluti in lingua inglese:
“As
a symbol of the burden of the episcopal office…” “Come simbolo del peso
dell’ufficio episcopale - ha detto - il Pallio ricorda anche ai fedeli il loro dovere
di sostenere i Pastori della Chiesa con le preghiere e cooperando generosamente con
loro per la diffusione del Vangelo e la crescita della Chiesa in santità, unità e
amore”.
“Ein frohes „Grüß Gott“ sage ich allen,
die aus meiner Heimatdiözese München und Freising...“ (applausi) Un fragoroso applauso ha accolto il saluto a mons. Reihnard Marx, nuovo
arcivescovo di Monaco e Frisinga, diocesi d’origine del Papa. Agli arcivescovi di
lingua spagnola, in particolare, il Papa ha ribadito l’importanza della comunione
tra i presuli e degli stessi con il Vescovo di Roma. E ancora, li ha esortati a svolgere
il proprio ministero con amore ardente, affinché Cristo sia sempre più conosciuto,
amato e imitato.