2008-06-30 14:03:37

La missione del pastore nasce dall’amore per Cristo: così, il Papa nell’udienza ai nuovi arcivescovi metropoliti e ai fedeli delle loro diocesi, all’indomani dell’imposizione del Pallio


In un clima di comunione familiare, Benedetto XVI ha incontrato stamani i 40 nuovi arcivescovi metropoliti ai quali, ieri, ha imposto il Sacro Pallio nella Solennità dei Santi Apostoli Pietro e Paolo. Nell’udienza, in Aula Paolo VI, il Papa - che ha pronunciato il discorso in più lingue - si è soffermato sull’amore per Cristo vera sorgente del ministero episcopale. Quindi, ha ribadito l’importanza dell’Anno Paolino, inaugurato sabato sera. Il servizio di Alessandro Gisotti:RealAudioMP3

 
L’Anno Paolino appena iniziato rafforzi la fede dei cristiani e il loro legame con la Chiesa e i suoi pastori: è l’esortazione di Benedetto XVI ai pellegrini che si sono raccolti in Aula Paolo VI assieme ai loro arcivescovi metropoliti, all’indomani dell’imposizione della stola del Pallio da parte del Santo Padre:

 
“L’Apostolo delle genti vi aiuti a far crescere le comunità a voi affidate unite e missionarie, concordi e coordinate nell’azione pastorale animate da costante slancio apostolico”.

 
Sottolineando il clima di comunione che sempre caratterizza l’incontro con i nuovi arcivescovi metropoliti, il Papa ha ricordato che “l’immagine del corpo organico applicata alla Chiesa è uno degli elementi forti e caratteristici della dottrina di San Paolo”. Quindi, ha ricordato come la missione del pastore, che pasce le sue pecorelle, nasca dall’amore per Cristo:

“Ricordiamo sempre che per ogni Pastore la condizione del suo servizio è l’amore per Cristo, a cui nulla deve essere anteposto. 'Simone di Giovanni, mi ami?'. La domanda di Gesù a Pietro risuoni sempre nel nostro cuore, cari Fratelli, e susciti, ogni volta nuova e commossa, la nostra risposta: 'Signore, tu sai tutto; tu sai che ti amo'”.

 
“Sia questa la nostra gioia - ha detto il Papa - mentre è certamente la nostra croce: soave e leggera, perché croce d’amore”. Benedetto XVI ha salutato i metropoliti e i pellegrini in diverse lingue, dal tedesco al francese, dal russo al croato, ancora dallo spagnolo al portoghese e al polacco, a dimostrazione dell’universalità della Chiesa espressa dai 40 nuovi arcivescovi metropoliti presenti in Aula Paolo VI. Il primo saluto è andato a mons. Fouad Twal, nuovo patriarca di Gerusalemme dei Latini. Rivolgendosi agli arcivescovi e pellegrini di lingua francese, il Papa ha messo l’accento sul significato del Pallio:

 
“Le pallium symbolise la profonde union…”
“Il Pallio - ha spiegato - simbolizza l’unione dei Pastori con il Successore di Pietro, come anche la sollecitudine pastorale che l’arcivescovo ha per il suo popolo”. Pensiero sviluppato anche nei saluti in lingua inglese:

 
“As a symbol of the burden of the episcopal office…”
“Come simbolo del peso dell’ufficio episcopale - ha detto - il Pallio ricorda anche ai fedeli il loro dovere di sostenere i Pastori della Chiesa con le preghiere e cooperando generosamente con loro per la diffusione del Vangelo e la crescita della Chiesa in santità, unità e amore”.

 
“Ein frohes „Grüß Gott“ sage ich allen, die aus meiner Heimatdiözese München und Freising...“ (applausi)

Un fragoroso applauso ha accolto il saluto a mons. Reihnard Marx, nuovo arcivescovo di Monaco e Frisinga, diocesi d’origine del Papa. Agli arcivescovi di lingua spagnola, in particolare, il Papa ha ribadito l’importanza della comunione tra i presuli e degli stessi con il Vescovo di Roma. E ancora, li ha esortati a svolgere il proprio ministero con amore ardente, affinché Cristo sia sempre più conosciuto, amato e imitato.







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