All’insegna dell’ecumenismo, Benedetto XVI rende omaggio - insieme a Bartolomeo I
- alla memoria bimillenaria dell’Apostolo Paolo, nella Messa in San Pietro per la
Festa dei Santi patroni di Roma. All’Angelus il Papa prega per l’Anno Paolino, l’evangelizzazione,
la comunione nella Chiesa e la piena unità di tutti i cristiani
Nell’odierna solennità dei Santi Pietro e Paolo, patroni della città di Roma, la Chiesa
universale rende quest’anno omaggio alla memoria bimillenaria dell’Apostolo delle
Genti. Con a fianco il Patriarca ecumenico di Costantinopoli Bartolomeo I, Benedetto
XVI ha presieduto stamane la Santa Messa nella Basilica Vaticana, imponendo come è
tradizione in questa ricorrenza il Pallio, simbolo della dignità vescovile, ai nuovi
arcivescovi metropoliti nominati nell’ultimo anno. All’Angelus la preghiera del Papa
per l’Anno Paolino - inaugurato ieri - ed ancora per l’evangelizzazione, la comunione
nella Chiesa, e la piena unità di tutti i cristiani. Il servizio di Roberta Gisotti:
Benedetto
XVI e Bartolomeo I, ancor insieme quest’oggi nella Basilica di San Pietro per onorare
la memoria dei Santi patroni di Roma, dopo l’incontro ieri in Vaticano e l’apertura
nel pomeriggio dell’Anno Paolino nella Basilica di San Paolo fuori le Mura, All’insegna
di quello spirito ecumenico che apre la speranza per la piena unità dei cristiani,
il Papa ha accolto il patriarca ortodosso nell’atrio della Basilica, dove erano presenti
oltre alla delegazione della Chiesa di Costantinopoli, rappresentanti di altre Confessioni
e comunità ecclesiali.
"A lui rivolgo il mio
cordiale saluto, mentre esprimo la gioia di avere ancora una volta la felice opportunità
di scambiare con lui il bacio della pace, nella comune speranza di vedere avvicinarsi
il giorno dell’“unitatis redintegratio”, il giorno della piena comunione tra noi”. "Proprio
questo bacio siamo venuti a scambiare con Voi, Santità” - ha risposto Batolomeo I,
durante la sua omelia che ha preceduto quella di Benedetto XVI - “sottolineando”
in questo gesto “l’ardente desiderio in Cristo e l’amore, cose queste – ha detto -
che ci toccano da vicino gli uni gli altri”. Del resto – ha sottolineato il patriarca
ecumenico “il dialogo teologico tra le nostre Chiese ‘in fede, verità e amore’, grazie
all’aiuto divino, va avanti, al di là delle notevoli difficoltà che sussistono ed
alle note problematiche.
“Desideriamo veramente
e preghiamo assai per questo; che queste difficoltà siano superate e che i problemi
vengano meno, il più velocemente possibile, per raggiungere l’oggetto del desiderio
finale, a gloria di Dio. Tale desiderio sappiamo bene essere anche il Vostro, come
siamo anche certi che Vostra Santità non tralascerà nulla lavorando di persona, assieme
ai suoi illustri collaboratori attraverso un perfetto appianamento della via, verso
un positivo completamento a Dio piacente, dei lavori del Dialogo”. Ha
promesso poi il Patriarca Batolomeo I speciali preghiere per il Papa durante il sacro
pellegrinaggio programmato dalla Chiesa di Costantinopoli nell’Anno Paolino.
“Con
il cuore aperto” Benedetto XVI ha ascoltato il “Fratello amato nel Signore”, invitando
poi nella sua omelia a riflettere sui grandi Apostoli Pietro e Paolo, e sul loro martirio,
sottolineando che “il sangue dei martiri, non invoca vendetta ma riconcilia”, e
si presenta “come forza dell’amore che supera l’odio e la violenza”. Ripercorrendo
la vita di Paolo e Pietro, ha evidenziato il loro arrivo nella città Roma, nel caso
di Paolo per portare il Vangelo a tutti le genti e fondare la Chiesa cattolica universale
a Roma, “luogo dell’incontro dell’unica fede”, visibile a tutto il mondo. Nel caso
di Pietro per creare l’unità della Chiesa di tutti i popoli, perché la Chiesa non
s’identifichi mai con una sola Nazione o cultura o Stato, e “che sia sempre la Chiesa
di tutti”.
Una Chiesa “che riunisca – ha sottolineato
il Santo Padre - l’umanità al di là di ogni frontiera e, in mezzo alle divisioni di
questo mondo, renda presente la pace di Dio, la forza riconciliatrice del suo amore”.
“Grazie
alla tecnica dappertutto uguale, grazie alla rete mondiale di informazioni, come anche
grazie al collegamento di interessi comuni, esistono oggi nel mondo modi nuovi di
unità, che però fanno esplodere anche nuovi contrasti e danno nuovo impeto a quelli
vecchi. In mezzo a questa unità esterna, basata sulle cose materiali, abbiamo tanto
più bisogno dell’unità interiore, che proviene dalla pace di Dio – unità di tutti
coloro che mediante Gesù Cristo sono diventati fratelli e sorelle. È questa la missione
permanente di Pietro e anche il compito particolare affidato alla Chiesa di Roma”. Il
tema dell’unità è stato posto, quindi, in risalto nel tradizionale rito del Pallio,
che il Papa ha imposto ai 41 nuovi arcivescovi, mentre due lo riceveranno nelle loro
sedi. Pallio che consiste – ricordiamo - in una stola di lana bianca, con ricamate
delle piccole croci, simbolo del gregge di Cristo, che i nuovi arcivescovi indossano
sulle spalle, a memoria del Pastore che prende sulle spalle la pecorella – immagine
di tutta l’umanità - smarrita per riportarla all’ovile. Il Pallio – ha rammentato
il Papa ai vescovi – è simbolo del nostro amore per il Pastore Cristo e del nostro
amare con Lui, “quelli che sono in ricerca, che hanno delle domande, quelle che sono
sicuri di sé e gli umili, i semplici e i grandi”, ma anche il Pallio è segno della
‘collegialità dei vescovi’.
“Nessuno è Pastore
da solo. Stiamo nella successione degli Apostoli solo grazie all’essere nella comunione
del collegio, nel quale trova la sua continuazione il collegio degli Apostoli. La
comunione, il “noi” dei Pastori fa parte dell’essere Pastori, perché il gregge è uno
solo, l’unica Chiesa di Gesù Cristo. E infine, questo “con” rimanda anche alla comunione
con Pietro e col suo successore come garanzia dell’unità”. Nelle
parole di Benedetto XVI all’Angelus in primo piano ancora la figura di Paolo, l’apostolo
per eccellenza di quanti “erano ‘i lontani’ e che grazie al sangue di Cristo sono
diventati ‘i vicini’”.
“Per questo anche oggi,
in un mondo diventato più “piccolo”, ma dove moltissimi ancora non hanno incontrato
il Signore Gesù, il giubileo di san Paolo invita tutti i cristiani ad essere missionari
del Vangelo”. Da qui le intenzioni
di preghiera alla Madonna per l’Anno Paolino, l’evangelizzazione, la comunione nella
Chiesa e la piena unità di tutti i cristiani.
Infine
nei saluti nelle varie lingue, l’invito a seguire l’esempio della cofondatrice delle
Serve dello Spirito Santo Josepha Hendrina Stenmmans beatificata oggi nei Paesi Bassi.