2008-06-29 16:22:36

All’insegna dell’ecumenismo, Benedetto XVI rende omaggio - insieme a Bartolomeo I - alla memoria bimillenaria dell’Apostolo Paolo, nella Messa in San Pietro per la Festa dei Santi patroni di Roma. All’Angelus il Papa prega per l’Anno Paolino, l’evangelizzazione, la comunione nella Chiesa e la piena unità di tutti i cristiani


Nell’odierna solennità dei Santi Pietro e Paolo, patroni della città di Roma, la Chiesa universale rende quest’anno omaggio alla memoria bimillenaria dell’Apostolo delle Genti. Con a fianco il Patriarca ecumenico di Costantinopoli Bartolomeo I, Benedetto XVI ha presieduto stamane la Santa Messa nella Basilica Vaticana, imponendo come è tradizione in questa ricorrenza il Pallio, simbolo della dignità vescovile, ai nuovi arcivescovi metropoliti nominati nell’ultimo anno. All’Angelus la preghiera del Papa per l’Anno Paolino - inaugurato ieri - ed ancora per l’evangelizzazione, la comunione nella Chiesa, e la piena unità di tutti i cristiani. Il servizio di Roberta Gisotti:RealAudioMP3

Benedetto XVI e Bartolomeo I, ancor insieme quest’oggi nella Basilica di San Pietro per onorare la memoria dei Santi patroni di Roma, dopo l’incontro ieri in Vaticano e l’apertura nel pomeriggio dell’Anno Paolino nella Basilica di San Paolo fuori le Mura, All’insegna di quello spirito ecumenico che apre la speranza per la piena unità dei cristiani, il Papa ha accolto il patriarca ortodosso nell’atrio della Basilica, dove erano presenti oltre alla delegazione della Chiesa di Costantinopoli, rappresentanti di altre Confessioni e comunità ecclesiali.

 
"A lui rivolgo il mio cordiale saluto, mentre esprimo la gioia di avere ancora una volta la felice opportunità di scambiare con lui il bacio della pace, nella comune speranza di vedere avvicinarsi il giorno dell’“unitatis redintegratio”, il giorno della piena comunione tra noi”.

 
"Proprio questo bacio siamo venuti a scambiare con Voi, Santità” - ha risposto Batolomeo I, durante la sua omelia che ha preceduto quella di Benedetto XVI - “sottolineando” in questo gesto “l’ardente desiderio in Cristo e l’amore, cose queste – ha detto - che ci toccano da vicino gli uni gli altri”. Del resto – ha sottolineato il patriarca ecumenico “il dialogo teologico tra le nostre Chiese ‘in fede, verità e amore’, grazie all’aiuto divino, va avanti, al di là delle notevoli difficoltà che sussistono ed alle note problematiche.

 
“Desideriamo veramente e preghiamo assai per questo; che queste difficoltà siano superate e che i problemi vengano meno, il più velocemente possibile, per raggiungere l’oggetto del desiderio finale, a gloria di Dio. Tale desiderio sappiamo bene essere anche il Vostro, come siamo anche certi che Vostra Santità non tralascerà nulla lavorando di persona, assieme ai suoi illustri collaboratori attraverso un perfetto appianamento della via, verso un positivo completamento a Dio piacente, dei lavori del Dialogo”.

 
Ha promesso poi il Patriarca Batolomeo I speciali preghiere per il Papa durante il sacro pellegrinaggio programmato dalla Chiesa di Costantinopoli nell’Anno Paolino.

 
“Con il cuore aperto” Benedetto XVI ha ascoltato il “Fratello amato nel Signore”, invitando poi nella sua omelia a riflettere sui grandi Apostoli Pietro e Paolo, e sul loro martirio, sottolineando che “il sangue dei martiri, non invoca vendetta ma riconcilia”, e si presenta “come forza dell’amore che supera l’odio e la violenza”. Ripercorrendo la vita di Paolo e Pietro, ha evidenziato il loro arrivo nella città Roma, nel caso di Paolo per portare il Vangelo a tutti le genti e fondare la Chiesa cattolica universale a Roma, “luogo dell’incontro dell’unica fede”, visibile a tutto il mondo. Nel caso di Pietro per creare l’unità della Chiesa di tutti i popoli, perché la Chiesa non s’identifichi mai con una sola Nazione o cultura o Stato, e “che sia sempre la Chiesa di tutti”.

 
Una Chiesa “che riunisca – ha sottolineato il Santo Padre - l’umanità al di là di ogni frontiera e, in mezzo alle divisioni di questo mondo, renda presente la pace di Dio, la forza riconciliatrice del suo amore”.

 
“Grazie alla tecnica dappertutto uguale, grazie alla rete mondiale di informazioni, come anche grazie al collegamento di interessi comuni, esistono oggi nel mondo modi nuovi di unità, che però fanno esplodere anche nuovi contrasti e danno nuovo impeto a quelli vecchi. In mezzo a questa unità esterna, basata sulle cose materiali, abbiamo tanto più bisogno dell’unità interiore, che proviene dalla pace di Dio – unità di tutti coloro che mediante Gesù Cristo sono diventati fratelli e sorelle. È questa la missione permanente di Pietro e anche il compito particolare affidato alla Chiesa di Roma”.

 
Il tema dell’unità è stato posto, quindi, in risalto nel tradizionale rito del Pallio, che il Papa ha imposto ai 41 nuovi arcivescovi, mentre due lo riceveranno nelle loro sedi. Pallio che consiste – ricordiamo - in una stola di lana bianca, con ricamate delle piccole croci, simbolo del gregge di Cristo, che i nuovi arcivescovi indossano sulle spalle, a memoria del Pastore che prende sulle spalle la pecorella – immagine di tutta l’umanità - smarrita per riportarla all’ovile. Il Pallio – ha rammentato il Papa ai vescovi – è simbolo del nostro amore per il Pastore Cristo e del nostro amare con Lui, “quelli che sono in ricerca, che hanno delle domande, quelle che sono sicuri di sé e gli umili, i semplici e i grandi”, ma anche il Pallio è segno della ‘collegialità dei vescovi’.

 
“Nessuno è Pastore da solo. Stiamo nella successione degli Apostoli solo grazie all’essere nella comunione del collegio, nel quale trova la sua continuazione il collegio degli Apostoli. La comunione, il “noi” dei Pastori fa parte dell’essere Pastori, perché il gregge è uno solo, l’unica Chiesa di Gesù Cristo. E infine, questo “con” rimanda anche alla comunione con Pietro e col suo successore come garanzia dell’unità”.

 
Nelle parole di Benedetto XVI all’Angelus in primo piano ancora la figura di Paolo, l’apostolo per eccellenza di quanti “erano ‘i lontani’ e che grazie al sangue di Cristo sono diventati ‘i vicini’”.

 
“Per questo anche oggi, in un mondo diventato più “piccolo”, ma dove moltissimi ancora non hanno incontrato il Signore Gesù, il giubileo di san Paolo invita tutti i cristiani ad essere missionari del Vangelo”.

 
Da qui le intenzioni di preghiera alla Madonna per l’Anno Paolino, l’evangelizzazione, la comunione nella Chiesa e la piena unità di tutti i cristiani.

 
Infine nei saluti nelle varie lingue, l’invito a seguire l’esempio della cofondatrice delle Serve dello Spirito Santo Josepha Hendrina Stenmmans beatificata oggi nei Paesi Bassi.







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