L’Anno Paolino aiuti i cristiani a rinnovare l’impegno ecumenico: l’esortazione
di Benedetto XVI al Patriarca Bartolomeo I a poche ore dall’apertura dell’anno giubilare
dedicato all’Apostolo delle Genti
Valorizzare la straordinaria eredità teologica e spirituale di San Paolo per rafforzare
l’impegno ecumenico: è l’esortazione e l’incoraggiamento che il Benedetto XVI ha rivolto
a tutti i fedeli in occasione dell’incontro di stamani con il Patriarca ecumenico
Bartolomeo I. Un’udienza di grande significato ecumenico, giacché avviene alla vigilia
della festa dei Santi Pietro e Paolo, Patroni di Roma, e nell’imminenza dell’apertura
dell’Anno Paolino, stasera alla Basilica di San Paolo fuori le Mura, a cui prenderà
parte lo stesso Bartolomeo I. Il servizio di Alessandro Gisotti:
San Paolo
ci indica “una via sicura per mantenere l’unità e, nel caso della divisione, per ricomporla”:
nell’incontro fraterno con Bartolomeo I, il Papa ha messo l’accento sulla figura dell’Apostolo
delle Genti, a poche ore dall’inizio dell’Anno Paolino. Un’iniziativa, ha sottolineato,
volta “a promuovere una sempre più approfondita riflessione sull’eredità teologica
e spirituale lasciata alla Chiesa” da San Paolo “con la sua vasta e profonda opera
di evangelizzazione”:
“Possa l'Anno Paolino, che
questa sera inizierà solennemente, aiutare il popolo cristiano a rinnovare l'impegno
ecumenico, e si intensifichino le iniziative comuni nel cammino verso la comunione
fra tutti i discepoli di Cristo”. Di
questo cammino, ha aggiunto il Papa, la presenza di Bartolomeo I è “certamente un
segno incoraggiante”. Ed ha ribadito che lo scambio di visite in occasione della celebrazione
dei Santi Pietro e Paolo, Patroni della Chiesa di Roma, così come di San’Andrea, Patrono
della Chiesa di Costantinopoli, “sono sempre occasioni importanti per fraterne conversazioni
e comuni momenti di preghiera”.
“Cresce così la
conoscenza personale reciproca; si armonizzano le iniziative e aumenta la speranza,
che tutti ci anima, di poter giungere presto alla piena unità, in obbedienza al mandato
del Signore”. Il Papa ha inoltre
espresso la sua gioia per l’indizione, anche da parte del Patriarca ecumenico, di
un Anno Paolino:
“Questa felice coincidenza pone
in evidenza le radici della nostra comune vocazione cristiana e la significativa sintonia,
che stiamo vivendo, di sentimenti e di impegni pastorali. Per questo rendo grazie
al Signore Gesù Cristo, che con la forza del suo Spirito guida i nostri passi verso
l’unità”. “San Paolo - è stata
la riflessione del Pontefice - ci ricorda che la piena comunione tra tutti i cristiani
trova il suo fondamento in un solo Signore, una sola fede, un solo battesimo”. Ai
cristiani di Corinto, in mezzo ai quali erano sorti dissensi, ha ricordato, “San Paolo
non ha timore di indirizzare un forte richiamo perché siano unanimi nel parlare, scompaiano
le divisioni tra loro e coltivino una perfetta unione di pensiero e di intenti”:
“Nel
nostro mondo, in cui si va consolidando il fenomeno della globalizzazione ma continuano
ciononostante a persistere divisioni e conflitti, l’uomo avverte un crescente bisogno
di certezze e di pace”. Allo stesso
tempo, però, ha avvertito il Papa, l’uomo “resta smarrito e quasi irretito da una
certa cultura edonistica e relativistica, che pone in dubbio l’esistenza stessa della
verità”. Anche in questo caso, però, San Paolo ci è di grande aiuto:
“Le
indicazioni dell’Apostolo sono, al riguardo, quanto mai propizie per incoraggiare
gli sforzi tesi alla ricerca della piena unità tra i cristiani, tanto necessaria per
offrire agli uomini del terzo millennio una sempre più luminosa testimonianza di Cristo,
Via, Verità e Vita”. “Solo in Cristo
e nel suo Vangelo - ha osservato il Papa - l’umanità può trovare risposta alle sue
più intime attese”. Dal canto suo, il Patriarca Bartolomeo I ha ringraziato Benedetto
XVI per l’invito a partecipare all’apertura dell’Anno Paolino ed ha ricordato la storica
visita del Vescovo di Roma al Patriarcato ecumenico, ad Istanbul, nel novembre di
due anni fa:
“Such visits have historically provided
crucial exchanges…” Queste visite - ha detto - hanno offerto la possibilità
di incontri fondamentali tra le nostre Chiese. Eventi che sono la tangibile espressione
di una più approfondita comunicazione attraverso il dialogo teologico, nell’orante
attesa di una piena comunione sacramentale nel Corpo di Cristo. Richiamando poi le
celebrazioni paoline a Tarso, Bartolomeo I ha sottolineato che, nelle Chiese dell’Asia
Minore, la piccola scintilla delle origini è ancora oggi visibile e vibrante a testimonianza
dell’eterna Verità del Signore Risorto, proclamata dall’Apostolo Paolo.