L’aumento dei prezzi dei generi alimentari è per il Jesuit Refugee Service uno tsunami
silenzioso
Oltre 100 milioni di persone, tra cui numerosi rifugiati, sono a rischio povertà per
il vertiginoso aumento dei prezzi dei generi alimentari. Lo denuncia in una nota,
pubblicata dall’agenzia Zenit, il Jesuit Refugee Service (JRS) che definisce il rincaro
uno “tsunami silenzioso”. In occasione della Giornata Mondiale del Rifugiato, che
si è svolta ieri, il JRS ha lanciato un appello affinché i governi di tutto il mondo
si attivino per “aumentare gli aiuti umanitari alle popolazioni che si trovano in
situazioni di vulnerabilità” e per “adottare misure intese ad accrescere la produzione
di generi alimentari nei Paesi in via di sviluppo”. Il JRS ha ricordato loro il dovere
di proteggere i rifugiati, invitandoli a prendere “le opportune iniziative volte a
far sì che gli sfollati si rendano autosufficienti”. Quest’ultimi soprattutto, essendo
costretti ad una libertà limitata, non possono nemmeno coltivare un po’ di terra e
così “per la loro sopravvivenza sono totalmente dipendenti dagli aiuti umanitari”.
A causa dell'aumento dei prezzi dei generi alimentari, molti hanno cercato lavoro
al di fuori dei campi, rischiando l’arresto e il rimpatrio. Gli aiuti, ricorda ancora
il JRS, sono necessari anche per prevenire nuove ondate di sfollamento. Molti di coloro
che vivono in condizioni di estrema povertà sono, infatti, costretti a scappare dai
rispettivi Paesi dalle condizioni di instabilità politica determinate dalla scarsità
di cibo. (B.C.)