2008-06-21 20:46:15

Il “Grazie” del Papa nel 25.mo di ordinazione episcopale del Cardinale Ruini


“Esemplarmente fedele al suo motto": “la verità ci libererà”. Così il Papa nel messaggio indirizzato al Cardinale Vicario Camillo Ruini, che ieri ha presieduto la Santa Messa, nella Basilica Lateranense nella ricorrenza del suo 25.mo di ordinazione episcopale. Vicario del Papa dal 1991 e Presidente della CEI fino allo scorso anno, Ruini nella sua Omelia ha espresso la “personale e totale gratitudine nei confronti del Successore di Pietro” esortando i Vescovi alla testimonianza viva della fede in Cristo. “Terminato il mio servizio – ha detto il Cardinale Vicario - confido di gustarlo e assaporarlo ancora meglio, ritornandovi negli anni che mi rimangono con la memoria e con la preghiera”. Massimiliano Menichetti: RealAudioMP3

Migliaia di fedeli si sono stretti in preghiera con il Vicario di Roma ieri, assiepando la Basilica Lateranense. Grande la commozione e la gioia per questo importante traguardo raggiunto dal Cardinale Ruini. Ed è ripercorrendo le tappe di una vita, tutta orientata a Cristo, che Benedetto XVI nel messaggio, letto dall’Arcivescovo Vicegerente, Mons. Luigi Moretti, ha tracciato i venticinque anni spesi nel servizio alla Chiesa dal Cardinale Vicario. Da quando venne nominato Ausiliare di Reggio Emilia-Guastalla, nel 1983, dal Vescovo diocesano mons. Baroni. Il Papa ha ripercorso le sfide affrontate dal porporato come quelle offerte dal Convegno nazionale della Chiesa italiana a Loreto; l’impegno profuso nella Conferenza Episcopale Italiana, che lo ha visto Segretario Generale prima e dal 1991 Presidente, ruolo ricoperto fino allo scorso anno insieme a quello di Vicario Generale per la Diocesi di Roma. Benedetto XVI ha sottolineato il “coraggio e la tenacia” che il cardinale ha avuto nel trasmettere “le indicazioni magisteriali e pastorali del Successore di Pietro”.
Citando e unendosi a Giovanni Paolo II che definì Ruini un Vescovo “fedele e saggio” al quale affidare Roma, città ricca di “incomparabili tesori di spiritualità cristiana e di tradizione cattolica”, ha rimarcato:
 
Nella Chiesa di Roma tutti hanno potuto constatare la Sua grande capacità di lavoro, la Sua fede semplice e schietta, la Sua intelligente creatività pastorale, la Sua fedeltà all’identità viva dell’Istituzione attraverso l’unione con il Papa anche in mezzo alle difficoltà, il Suo fiducioso e sorridente ottimismo. Un fervido ringraziamento giunga dunque a Lei, venerato Fratello, per quanto ha operato fino ad oggi in questa amata Diocesi. Innanzitutto per aver portato a termine, nel 1993, il Sinodo diocesano.
 
Quindi l’apprezzamento delle iniziative come la “Missione cittadina” in preparazione al Grande Giubileo del 2000; l’azione pastorale articolata nei molti ambiti della “famiglia, dei giovani, della responsabilità sociale, dell’economia, della politica, della cultura”. E l’impegno profuso per la XX Giornata Mondiale della Gioventù:
 
Ma una speciale parola di apprezzamento si deve al Suo ordinario ministero episcopale. Nel corso degli anni, Ella ha accompagnato all’Ordinazione 484 presbiteri diocesani e ha favorito con varie iniziative la realizzazione di ben 57 nuove chiese parrocchiali, di due luoghi sussidiari di culto e della chiesa del Collegio dei Santi Martiri Coreani. A Lei, Signor Cardinale, è dovuta pure la possibilità che numerose comunità cattoliche provenienti da altre nazioni del mondo hanno avuto di poter disporre in Roma di una chiesa per le loro celebrazioni e per mantenere vivi i rapporti con i connazionali e le terre di origine. Desidero ancora ringraziarLa per quanto ha fatto per i sacerdoti, i diaconi, i religiosi e le religiose, i seminaristi, le aggregazioni laicali e tutto il popolo di Dio della Diocesi di Roma: in questi anni essa è cresciuta nella comunione e nella consapevolezza dell’urgenza della missione
 
Poi il “grazie” del Papa “per aver sostenuto l’invito ad un serio impegno per l’educazione” e aver “convocato più volte in Piazza San Pietro tanti fedeli per ascoltare, sostenere, e incoraggiare il ministero del Romano Pontefice:
 
In tutte queste circostanze, Ella è stata esemplarmente fedele al Suo motto episcopale: “Veritas liberabit nos”. In nome di questa Verità, che è Cristo stesso, Lei si è continuamente speso per il popolo di Dio che è in Roma. Anche per molti altri servizi resi alla Chiesa e alla società in questi venticinque anni di episcopato occorrerebbe ringraziarLa.
 
A rispondere in un abbraccio fraterno in Cristo, l’Omelia del Cardinale Ruini che a sua volta, ha ringraziato per quanto ricevuto in questi anni da Giovanni Paolo II, Benedetto XVI, da tutti i suoi collaboratori, dalle tante persone che in tante forme e in diversa maniera lo hanno sostenuto. Quindi ha evidenziato:

 
“Terminato il mio servizio di Cardinale Vicario confido di gustarlo e assaporarlo ancora meglio, ritornandovi negli anni che mi rimangono con la memoria e con la preghiera”.

 
Poi parlando del coraggio del Vescovo, dell'amore e della “fortezza nell’annuncio e nella testimonianza pubblica della fede” ha proseguito:

 
“Essere a fianco del Papa nell’annuncio e testimonianza della fede, specialmente quando questi sono scomodi e richiedono coraggio, è in realtà il compito di ogni Vescovo, un aspetto essenziale della collegialità episcopale”

Quindi in quello che ha definito il “piccolo testamento alla Diocesi di Roma” ha esortato a camminare in Cristo, guardando con “gli occhi della fede alla sfida radicale posta oggi dal cristianesimo”, dunque ha concluso:
 
Nel mio piccolo, se il Signore lo permetterà, vorrei continuare a lavorare, in una forma diversa, perché i romani e gli italiani di oggi sappiano guardare al mondo e alla vita con l’occhio della fede, e così non si affliggano “come gli altri che non hanno speranza” (1 Tess 4,13). Ma, molto al di là di quello che ciascuno di noi può fare, è questa la preghiera che ora insieme rivolgiamo al Dio amico dell’uomo.
 







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