Duro colpo per il movimento per l’eutanasia in Australia dopo la sentenza di un tribunale
di Sydney
L’accusa nei confronti di due donne che avevano aiutato a morire un malato di Alzheimer
è cambiata da assistenza al suicidio in omicidio colposo. Lo ha deciso un tribunale
australiano chiamato ad esprimersi sul caso di un anziano morto nel marzo del 2006
a Sydney. La giuria ha dichiarato colpevole di omicidio Shirley Justins per aver ucciso
il suo partner senza stabilire se egli fosse capace di scegliere di morire. La sua
amica, che procurò in Messico un potente anestetico, è stata incriminata di favoreggiamento
in omicidio colposo. Il medico che le ha aiutate ha testimoniato che il malato era
capace di intendere e di volere prima della morte, ma le sue parole sono smentite
dalla bocciatura della Svizzera, dove l’eutanasia è legale, per le dubbie capacità
cognitive dell’uomo. Il procedimento di sentenza inizierà il 7 ottobre e le due donne
sono passibili di una pena di 25 anni di carcere. Durante il processo l’accusa ha
anche sollevato perplessità su Shirley Justin, dopo che la polizia aveva scoperto
che il testamento del suo partner, nel quale lei risultava essere l’unica beneficiaria,
era stato cambiato una settimana prima della morte.(B.C.)