La preoccupazione dei vescovi di Burkina Faso e Niger per l'insicurezza alimentare
In questi mesi si sta aggravando la già precaria situazione alimentare nei paesi dell'Africa
subsahariana come il Niger e il confinante Burkina Faso. Una precarietà che fa sviluppare
tutto un sistema di accaparramento di derratre alimentari e di conseguenti speculazioni.
Tutto ciò è stato ampiamente illustrato dai vescovi della Conferenza episcopale del
Burkina-Niger (Cebn), che si sono ritrovati insieme per la loro terza plenaria. Nel
comunicato finale - pubblicato dal quotidiano Le Pays di Ouagadougou - i vescovi rilevano
che la causa principale della insicurezza alimentare è legata alle variazioni climatiche.
Sono impossibili perciò soluzioni miracolistiche. I governi, tuttavia, "debbono prestare
attenzione alle organizzazioni dei produttori ed essere attenti alle loro preoccupazioni,
per poi poter prendere misure coraggiose ed appropriate per raggiungere l'autosufficienza
e la sovranità alimentare". Ma anche il singolo cittadino è esortato a comportamenti
responsabili rivedendo le proprie abitudini alimentari. La crisi alimentare in quell'area
geografica ha fatto naturalmente esplodere i mercati e vi sono stati episodi di violenza.
I vescovi del Niger e del Burkina Faso condannano gli atti di violenza e la conseguente
distruzione di beni pubblici e privat,cos' come rimpreverano il comportamento dei
commercianti, degli operatori economici e di ogni amministrazioni, che volessero speculare
sulla crisi in atto per arricchirsi sulla pelle dei più bisognosi. Per contro la Cebn
loda gli sforzi messi in atto dalle organizzazioni cattoliche, come Caritas Burkina
ed Ocades, per alleviare le sofferenze e le difficoltà generate dalla crisi alimentare
e per ribadire, in definitiva "il diritto fondamentale di ogni persona umana ad una
alimentazione sana e sufficiente, condizione indispensabile per il riconoscimento
della sua identità". (A.M.)