Direttiva dell'Europarlamento sui rimpatri. Mons. Marchetto: non criminalizzare gli
immigrati
Con 369 sì, 197 no e 106 astensioni il Parlamento europeo ha dato il via libera alla
direttiva sui rimpatri degli immigrati clandestini senza apportare modifiche al testo
di compromesso. Critiche alla direttiva sui rimpatri approvata a Strasburgo sono
subito giunte dall'Alto Commissario Onu per i diritti umani, Louise Arbour, che chiede
ai Paesi europei di non applicare le nuove norme di ratificare invece la Convenzione
delle Nazioni Unite sui diritti dei lavoratori immigrati Il servizio da Strasburgo
di Fausta Speranza:
Preoccupazione
e riserve, al provvedimento dell’UE, erano state già espresse nei giorni scorsi, in
una nota, dalla Commissione degli Episcopati della Comunità Europea. Una direttiva
– a parere della COMECE – che non tiene conto della situazione di molti immigrati”.
I vescovi sottolineava la nota – pur capendo le preoccupazioni dei governi e della
società di preservare lo stato di diritto, chiedono che “sia rispettata la dignità
di ogni essere umano”. Ai nostri microfoni, raggiunto telefonicamente a Bruxelles,
Alessandro Calcagnoconsulente giuridico esperto di immigrazione e asilo
della COMECE Sull’argomento
è intervenuto anche l’arcivescovo Agostino Marchetto, segretario del Pontificio
Consiglio per i migranti, in una intervista rilasciata al quotidiano francese La Croix.
Ascoltiamo un brano dell’intervista "Non
penso che si sia contrari – finalmente – alla volontà europea di regolare i flussi
migratori certo, direi, se non è con tendenza al ribasso per quanto riguarda i diritti
umani, con particolare attenzione ai rifugiati e a chi domanda asilo, ai minori, ai
ricongiungimenti familiari, all’assistenza religiosa nei “campi”, eccetera... Rispetto
profondamente la terribile responsabilità dei politici nelle loro difficili scelte
di combinare accoglienza e sicurezza, per esempio, e realismo, tallonato dall’opinione
pubblica. Considero poi con approvazione tutto l’impegno messo per migliorare il testo
della Direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio per quanto riguarda i minori,
la riduzione dei periodi di detenzione e della messa al bando per cinque anni, l’aiuto
giuridico gratuito obbligatorio agli immigrati regolari, l’attenzione ai rifugiati
eccetera. E tuttavia, rimango nel mio parere, espresso alla Radio Vaticana all’inizio
del mese, vale a dire che mi ritrovo con l’opinione espressa dalla minoranza a Bruxelles,
e cioè che i cittadini di Paesi terzi, come cittadini comunitari, non dovrebbero essere
privati della libertà personale o soggetti a pena detentiva a causa dell’infrazione
amministrativa... Capisco che i flussi misti attuali creino
maggiori difficoltà ma noto con grande dispiacere un affievolimento dei valori che
nel dopo grande-guerra hanno portato alla stesura della Carta degli autentici diritti
umani. Un supplemento d’anima è dunque necessario anche per l’Unione Europea, un colpo
di reni per superare l’asticciola sotto la quale non vi è più umanesimo. Se non ci
riuscisse, si confermerebbe la nostra preoccupazione per l’avvenire. In effetti, se
l’Europa perde il suo ruolo di portabandiera dei diritti umani autentici con conseguente
applicazione anche al suo interno, che le resterà nel consesso delle grandi potenze
esistenti o emergenti? Il PIL le basta? Ad ogni modo, non si devono criminalizzare
i migranti per il semplice fatto che sono migranti".