Benedetto XVI all'udienza generale, dedicata a Sant'Isidoro di Siviglia: i cristiani
siano uomini di contemplazione e di azione. Il saluto del Papa al Congresso eucaristico
internazionale di Québec
“Amare Dio con la contemplazione” e ad “amare il prossimo con l’azione”. E’ questo
l’insegnamento che Benedetto XVI ha tratto dalla vita e dall’opera di Sant’Isidoro
di Siviglia, vescovo vissuto a cavallo tra il sesto e il settimo secolo. Il Papa ne
ha presentato la figura all’udienza generale in Piazza San Pietro, concludendola con
un pensiero rivolto al Congresso eucaristico internazionale, in corso a Québec, agli
studenti che affrontano gli esami e a coloro che si apprestano alle vacanze. Il servizio
di Alessandro De Carolis:
I cristiani
possono correre un rischio: quello di “essere uomini a una dimensione”. Un rischio
che ebbe ben presente il vescovo Sant’Isidoro di Siviglia: uomo colto, “grande amico”
di Papa Gregorio Magno e definito da Benedetto XVI “l’ultimo dei Padri cristiani dell’antichità”.
Cresciuto tra i libri ed avviato ad una erudizione a tutto tondo, furono i doveri
del suo ministero episcopale, vissuto tra i pericoli delle scorrerie dei Visigoti
e il propagarsi dell’eresia ariana, ad accendere in lui - uomo più incline allo studio
- una serie di riflessioni su come debba essere una vita cristiana completa: “Isidoro
fu senza dubbio un uomo dalle contrapposizioni dialettiche accentuate. E, anche nella
sua vita personale, sperimentò un permanente conflitto interiore, assai simile a quello
che avevano avvertito già san Gregorio Magno e sant’Agostino, fra desiderio di solitudine,
per dedicarsi unicamente alla meditazione della Parola di Dio, ed esigenze della carità
verso i fratelli della cui salvezza si sentiva, come Vescovo, incaricato”. Ma,
ha spiegato il Papa, il vescovo sivigliano fu sempre spinto a superare i limiti imposti
dalle proprie preferenze per una vita ritirata. Anzi, dimostrò un chiaro “entusiasmo
apostolico” e fu felice quando il re visigoto Ermenegildo si convertì al cattolicesimo,
riportando l’unità politica e religiosa sulle sue terre. “Non si deve tuttavia sottovalutare”,
ha notato Benedetto XVI... “...l’enorme difficoltà di affrontare
in modo adeguato problemi assai gravi come quelli dei rapporti con gli eretici e con
gli Ebrei. Tutta una serie di problemi che appaiono molto concreti anche oggi, soprattutto
se si considera ciò che avviene in certe regioni nelle quali sembra quasi di assistere
al riproporsi di situazioni assai simili a quelle presenti nella penisola iberica
in quel sesto secolo”. Le riflessioni di Sant’Isidoro
- che, ha affermato il Papa, “raccolgono ed esprimono la vita cristiana completa”
- sono state e sono tuttora preziose per fare dunque chiarezza “sui rapporti tra vita
attiva e vita contemplativa”. Imitando Gesù che stava con le folle ma si ritirava
in solitudine quando pregava, anche il “servo di Dio”, scrive Sant’Isidoro, “si dedichi
alla contemplazione senza negarsi alla vita attiva. Comportarsi diversamente non sarebbe
giusto”: “Come si deve amare Dio con la contemplazione, così
si deve amare il prossimo con l’azione (…) Ritengo che questa sia la sintesi di una
vita che cerca la contemplazione di Dio, il dialogo con Dio nella preghiera e nella
lettura della Sacra Scrittura, come pure l’azione a servizio della comunità umana
e del prossimo. Questa sintesi è la lezione che il grande vescovo di Siviglia lascia
a noi, cristiani di oggi, chiamati a testimoniare Cristo all’inizio di un nuovo millennio”. (applausi) Benedetto
XVI ha concluso l’udienza generale con un pensiero legato al periodo estivo, “tempo
- ha detto - di turismo e di pellegrinaggi, di ferie e di riposo”. “Cari giovani -
è stato in particolare il suo auspicio - penso ai vostri coetanei che stanno ancora
affrontando gli esami”, mentre “auguro a voi già in vacanza di profittare dell’estate
per utili esperienze sociali e religiose”. E un altro augurio il Papa lo ha rivolto
ai partecipanti al Congresso eucaristico internazionale, di Québec in
Canada. Che esso sia per “le comunità cristiane canadesi e per la Chiesa universale
- ha affermato - un tempo forte di preghiera, di riflessione e di contemplazione del
mistero della santa Eucaristia”: “Sia pure occasione propizia
per riaffermare la fede della Chiesa nella presenza reale di Cristo nel Santissimo
Sacramento dell’Altare. Preghiamo inoltre perché questo Congresso Eucaristico Internazionale
ravvivi nei credenti, non solo del Canada ma di tante altre Nazioni nel mondo, la
consapevolezza di quei valori evangelici e spirituali che hanno forgiato la loro identità
lungo il corso della storia”. E ancora un pensiero,
Benedetto XVI lo ha indirizzato ai sacerdoti novelli della diocesi di Brescia: “Vi
invito a diffondere intorno a voi - ha concluso il Papa - quella gioia che nasce dalla
generosa e fedele corrispondenza alla divina chiamata”.